in Germania, tra il 29 ed il 30 giugno 1934, ci fu uno dei fatti di sangue più gravi della storia: la "Notte dei lunghi coltelli", in tedesco "Nacht der langen Messer".
In quei fatti, Adolf Hitler (1889-1945) ordinò alle SS e alla Gestapo uccidere parecchie persone tra oppositori interni al Partito Nazionalsocialista, oppositori e persone che ebbero la sfortuna di spiacergli.
Ufficialmente, i morti furono 71 ma in realtà essi furono tra i 150 ed i 200.
Tra le sue vittime ci fu il suo ex-alleato, il capo delle SA Ernst Julius Günther Röhm (nato nel 1887).
Questo fatto di sangue fu simile in tutto e per tutto ad un regolamento di conti interno simile a quello che si facevano (e che tuttora si fanno) nelle cosche mafiose.
Per esempio, l'ex-cancelliere Kurt von Schleicher (predecessore di Hitler, nato nel 1882) si vide sparare colpi di pistola mentre apriva la porta ad una persona che gli suonò.
Questa persona estrasse la pistola e sparò a bruciapelo.
Sua moglie gli si mise davanti per proteggerlo e morì anch'ella.
Morirono politici cattolici e non solo e tutti perirono in modo orribile.
Forse, qualche "teutonico spiritoso" che parla di noi italiani dicendo che siamo "pizza, spaghetti, mandolino e (soprattutto) mafia" farebbe bene a riflettere, visto che un delinquente che agiva con metodo mafioso governò la sua nazione e fece morire più sei milioni di persone.
Sia chiaro, non ce l'ho con i tedeschi.
Però, non fa nemmeno piacere che tra di loro ci sia gente che denigra noi italiani facendoci passare per poco di buono, come mostra questo articolo de "Il Giornale".
Cordiali saluti.
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