Porto ancora con me,
nei viaggi per le strade del mondo,
la mia antica valigia e gli occhiali da sole.
Vorrei lasciarla lì, in una piccola stazione di un posto
lontanissimo, abbandonata tra i binari di un treno di un altro tempo.
Vi trovereste, aprendola, lacrime e poesie,
Ancora,
cogliereste canzoni passate,
sorrisi e pianti, solitudini e rabbia.
E poi questa invadente nostalgia che si mescola ai ricordi e che,
insieme al dolore di perdite ancora sanguinanti,
mi impedisce di spiccare il volo oltre il mare infinito.
Certe sere la mia valigia è troppo pesante,
certe notti è troppo piena, e mi toglie la luce della luna,
il luccichio delle stelle, il canto delle cicale nelle sere d'estate.
Per portarla devo lasciarla, per lasciarla devo aprirla,
per aprirla devo piangere ancora.
Ma non sono stanco di piangere: non lo sarò mai!
Vorrei accendere questa notte stellata di primavere
e danzare fino al mattino, a piedi nudi nella sabbia,
vorrei abbracciarti e sussurrarti parole d'amore
cantando la gioia del mio cuore,
vorrei alleggerire il mio cuore di ogni paura,
salire sulla collina e galoppare fino al tramonto,
fino all'insegna di quell'ultimo bar
con la forza e il tremito dei miei pensieri e del mio cuore.
Vorrei...
Vorrei poggiare il capo sul tuo braccio
e raccontarti tutte le favole della mia vita.
Dovrei...
Si... forse, dovrei appoggiare la mia valigia lì,
in quell'assolato mare di pensieri...
Un giorno,
i sogni e i dolori che la riempiono,
la felicità dei sorrisi e la rabbia del pianto
saranno solo brevi racconti di una vita piena e sincera:
la vita che porto dentro al mio cuore.
Salvatore Ferrara
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