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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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sabato 13 dicembre 2014

Pandoro sì, anello di Monaco no! Perché?

Cari amici ed amiche.

ho usate le immagini di due dolci tipicamente natalizi: il pandoro e l'anello di Monaco.
Questi due dolci rappresentano rispettivamente due città: Verona, Mantova e le loro rispettive province.
Verona e Mantova sono due città vicine (distano solo 43 Km in automobile) ma sono diversissime.
Verona e tutta la realtà circostante sono vivaci sotto ogni punto di vista.
A Verona e nella sua provincia si valorizzano piatti (come il risotto all'isolana), i monumenti, la storia, le tradizioni i prodotti della manifattura  e quelli agroalimentari.
Durante la trasmissione "Terre Verdi" (tradizione condotta da Stefano Cantiero che si vede su "Telearena") un giornalista veronese ha detto: "La veronesità si vede nel custodire le tradizioni e la storia della propria realtà e nel condividerle tra le gente di tale realtà e con il mondo".
In questo senso, i veronesi sono maestri.
Essi partono in tromba e valorizzano ogni cosa del loro territorio e ci riescono, perché sono uniti.
Noi, mantovani, purtroppo, non riusciamo a fare ciò.
Eppure, Mantova ha alle spalle una storia non meno  ricca ed importante di quella di Verona.
Anzi (lo dico con rispetto per Verona che è una gran bella città viva e con brava gente) ci sarebbe da dire il contrario.
A Mantova ci furono i Cavalieri Templari.
A Mantova venne celebrato anche un concilio (nel 1459) e nella Mantova del XVI secolo ci fu una fioritura culturale molto vivace.
A Mantova (per esempio)  c'erano ben cinque sinagoghe.
Il Palazzo Ducale di Mantova era come il Cremlino dello zar di Russia.
I Gonzaga esprimevano uomini valorosi e cardinali che noi tutti ricordiamo.
La Mantova di oggi è solo un pallido ricordo di quella del passato.
La Mantova di oggi è chiusa.
Anche la sua realtà circostante non riesce ad esprimere il suo potenziale.
A differenza di quello che fanno i veronesi, noi mantovani abbiamo perso la nostra memoria storica e non abbiamo condiviso quello che abbiamo, né tra noi stessi né con il resto del mondo.
Basti a pensare a quello che è accaduto qui a Roncoferraro, riguardo al "Risotto con le rane" e al "Risotto alla Pilota".
Io avrò sentito almeno quattro o cinque racconti storiografici sul "Risotto alla Pilota".
Quale di questi risponde a verità?
Si ignora, per esempio, che il primo insediamento ebraico nel Mantovano fu qui nel territorio comunale di Roncoferraro e nello stesso territorio ci furono anche i catari.
Io partecipo agli eventi del Cenacolo dei Poeti Dialettali Mantovani "Al Fogolèr", con il celebre Wainer Mazza.
A questi eventi partecipano anche altri cenacoli, di altre realtà, come Trento, Verona e Modena.
Indovinate qual'è la realtà che partecipa di più.
La realtà che partecipa di più è quella di Verona, con tre o quattro cenacoli.
Anche Trento si fa valere.
I poeti mantovani (al di fuori del "Fogolèr") sono sempre meno.
I poeti di Roncoferraro sono solo due: io ed un professore che ha diviso la sua vita tra Italia ed Inghilterra.
Tra l'altro, io non scrivo poesie in dialetto mantovano e quindi non rappresento certo la "mantovanità classica". Wainer Mazza lo sa.
Forse, rappresento una "mantovanità eterodossa".
Già da questo si evince che Verona batte Mantova.
I veronesi si vogliono bene, noi no!
Da mantovano, mi fa male vedere tutto questo.
Mantova e la sua realtà sono molto di più di questo.
Cordiali saluti.







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Ringrazio un caro amico di questa foto.