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mercoledì 17 agosto 2016

La Turchia non è più uno "Stato-ponte"

Cari amici ed amiche,

su "Il Giornale" vi è un articolo di Livio Caputo che parla dell'attuale situazione della Turchia.
Noi europei (ed occidentali in genere) abbiamo sempre coltivato il sogno di una Turchia come "Stato-ponte" tra Occidente ed Oriente, mondo cristiano e mondo islamico ed Europa ed Asia.
Questo sogno sta rimanendo tale.
Anzi, esso sta diventando un incubo.
A esattamente un mese dal fallito golpe contro Erdogan, la trasformazione della Turchia da democrazia autoritaria in dittatura islamista può dirsi completata.
E'ero che il Sultano è stato eletto dal popolo e che probabilmente ha ancora un sostegno forte da parte della maggioranza dei suoi cittadini, convinti che l'imam Fetullah Gulen (di cui, dopo la richiesta della procura di 1900 anni di carcere, Ankara potrà ora chiedere formalmente l'estradizione agli Stati Uniti) sia davvero la mente del putsch del 15 luglio. Ma l'ampiezza delle purghe delle scorse quattro settimane completa il processo degenerativo iniziato un paio d'anni fa.
L'idea di potere conciliare Islam e democrazia e tradizione islamica e laicità si sta dimostrando realmente fallace.
Oltre a ciò, se l'accordo con l'Unione Europea saltasse, la Turchia spedirebbe qui in Europea masse di immigrati clandestini.
Quindi, il male è peggiore di quanto si possa immaginare.
Cordiali saluti.

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Ringrazio un caro amico di questa foto.