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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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venerdì 12 agosto 2016

La Chiesa ed il nazismo

Cari amici ed amiche,

alcuni miei amici mi hanno chiesto delucidazioni sulla questione della Chiesa e del nazismo.
Qualcuno mi ha fatto notare la questione del Concordato del 1933, quel concordato che fu stilato tra Santa Sede ed il nascente regime nazista.
Ora, facciamo un salto indietro nel tempo.
La situazione della Chiesa cattolica in Germania fu molto complessa.
Nel 1517, Martin Lutero innescò quella Riforma protestante che spaccò in due la Germania.
Il nord e l'est divennero protestanti ed il sud e l'ovest rimasero cattolici.
Nel 1806 (con la Battaglia di Austerlitz) Napoleone Bonaparte (1769-1821) soppresse il Sacro Romano Impero e (con il Congresso di Vienna) nel 1815 fu creata la Confederazione Germanica.
Nel 1871, con lo Zollwerein, venne creato l'Impero Tedesco.
Questo impero era trainato dalla protestante Prussia ma aveva dentro anche dei territori del sud cattolico, come la Baviera.
Tra il 1871 ed il 1878, il Cancelliere del Reich fu Otto von Bismarck (1815-1898) il quale intraprese una politica decisamente anti-cattolica, la Kulturkampf.
Questa politica iniziò all'indomani della fine del Concilio Vaticano I (1867-1870).
In quell'occasione ci fu lo Scisma dei Vecchi Cattolici.
Il prete cattolico tedesco Johann Joseph Ignaz von Döllinger (1799-1890) contestò il dogma dell'Infallibilità papale, proclamato nel succitato concilio,
Egli provocò uno scisma che portò alla nascita del vetero-cattolicesimo.
Dei vecchi cattolici, il sito del CESNUR dice:



"Quando ci si trova di fronte a una Chiesa che si definisce “vetero-cattolica” le cose non sono immediatamente evidenti. Infatti tutta una serie di “piccole Chiese” guidate da “vescovi vaganti”, che derivano la loro successione apostolica – più o meno certa – da Chiese membre dell’Unione di Utrecht, si intitolano volentieri “vetero-cattoliche”. Queste “piccole Chiese” non hanno tuttavia né la consistenza numerica, né la tradizione storica – consolidata anche attraverso la partecipazione al movimento ecumenico – dell’Unione di Utrecht. Questo movimento deriva le sue origini da tre fenomeni successivi:



a. l’esistenza in Olanda di un gruppo di giansenisti che, non accettando la condanna di Papa Clemente XI (1649-1721) nella bolla Unigenitus del 1713, si separano da Roma negli anni 1719-1724, ottenendo gli ordini episcopali per il loro leader Cornelius Steenhoven (1662–1725), eletto arcivescovo “vetero-cattolico” di Utrecht il 27 aprile 1723 e consacrato da un vescovo missionario cattolico francese di tendenze gianseniste, Dominique Marie Varlet (1678-1742), ad Amsterdam, il 15 ottobre 1724;

b. il rifiuto da parte di una minoranza di cattolici e di alcuni teologi, soprattutto di lingua tedesca, di accettare il dogma dell’infallibilità del Papa proclamato dal Concilio Vaticano I (1869-1870). I sostenitori più estremi di questo rifiuto si separano dalla Chiesa di Roma e uno dei loro capi, il tedesco Josef Hubert Reinkens (1821-1896) – docente e rettore presso l’Università di Breslau –, riesce a convincere i vescovi olandesi legati alla sede giansenista di Utrecht a eleggerlo (il 4 giugno 1873) e consacrarlo con il titolo ufficiale di “vescovo cattolico dei vetero-cattolici”, l’11 agosto 1873. Dalla prima Chiesa vetero-cattolica, tedesca, nascono le altre in Austria, Svizzera, Cecoslovacchia, Jugoslavia (con tentativi di minore successo, almeno numerico, in Francia, Italia, Spagna e altri paesi). Il 24 settembre 1889, presso l’abitazione del cofirmatario arcivescovo di Utrecht, Johannes Heykamp (1824-1892), Josef Hubert Reinkens sottoscrive assieme a Casparus Johannes Rinkel (1826-1906), vescovo di Haarlem, Cornelius Diependaal (1829-1893), vescovo di Deventer, ed Eduard Herzog (1841-1924), vescovo della Chiesa Vetero-Cattolica della Svizzera, la Dichiarazione di Utrecht, in cui sono compendiati alcuni principi ecclesiastici generali. In essa si afferma anzitutto la volontà di rimanere vincolati alla fede della “vecchia Chiesa” così come è stata affermata nelle decisioni dogmatiche e dichiarata nei simboli ecumenici del primo millennio. In secondo luogo si rifiutano e respingono “i decreti del Vaticano del 18 luglio 1870 [in particolare, il decreto Pastor Aeternus] sull’infallibilità e l’episcopato universale o l’onnipotenza ecclesiastica del Papa romano”, cui si riconosce comunque il “primato storico” di primus inter pares. È respinta la dichiarazione del beato Papa Pio IX (1792-1878) dell’anno 1854 “sull’immacolato concepimento di Maria, non fondata sulla sacra scrittura e nella tradizione dei primi secoli”. Inoltre, rinnovando “tutte le proteste che la vecchia Chiesa cattolica dell’Olanda già in tempi passati ha sollevato contro Roma”, si giudicano in contraddizione con l’insegnamento della vecchia Chiesa le costituzioni Unigenitus (1713), Auctorem Fidei (1794), il Syllabus (1864), e si respinge il Concilio di Trento (1545-1563) nelle decisioni dogmatiche che riguarda la disciplina
".

Quindi, Bismarck fece una politica atta a favorire i vecchi cattolici, contro la Chiesa cattolica romana.
Fu una politica a tutto campo.
Per esempio, fu soppresso il reparto cattolico nel Ministero della Cultura.
Vennero imposte sanzioni ai parroci che celebravano il matrimonio religioso prima che fosse celebrato quello civile.
I religiosi avrebbero dovuto superare un esame statale.
Venne fatta anche una legge che facilitava l'uscita dalla Chiesa.
Con il crollo dell'Impero Tedesco, dopo la I Guerra Mondiale, nel 1918, venne creata la Repubblica di Weimar, la quale però andò in crisi.
La sua crisi portò all'ascesa del nazismo nel 1933.
Nella Repubblica ci fu un partito cattolico, il Zentrum.
Quando il presidente di allora, il maresciallo Paul von Hindenburg (1847-1934) diede l'incarico di cancelliere ad Adolf Hitler (1889-1945), quest'ultimo fece il Concordato con la Santa Sede.
Il Concordato fu firmato il 20 luglio 1933 dal vice-cancelliere Franz von Papen (1879-1969) e dal Segretario di Stato vaticano, il cardinale Eugenio Pacelli (1876-1958).
Il Papa di allora era Pio XI (al secolo Achille Ratti, 1857-1939).
Guarda caso, il Concordato non fu firmato da Hitler ma, per l'appunto, dal suo vice von Papen, il quale era un cattolico praticante militante nello Zentrum.
Tuttavia, von Papen divenne inviso ai nazisti.
Nella notte tra il 30 giugno ed il 1 luglio 1934, la famosa "Notte dei lunghi coltelli", von Papen fu tra coloro che avrebbero dovuto essere eliminati.
Solo Hermann Goering (1893-1946) lo salvò ma il 7 agosto 1934, dopo che ebbe criticato i nazisti e le loro violenze, von Papen fu esonerato dal ruolo di vice-cancelliere.
Ora, all'inizio, la Chiesa vide nel nazismo un ostacolo al comunismo ed il Concordato (ancora oggi valido in Germania) fu un atto con cui vide una normalizzazione della sua situazione in Germania.
In realtà, Hitler ed i suoi non tardarono a mostrare il loro volto violento ed anti-cristiano.
Hitler vide nel Concordato solo un atto per legittimarsi agli occhi della Chiesa e della società tedesca in genere.
Ottenuto il risultato, egli gettò la maschera.
Hitler odiava la Chiesa ed il cattolicesimo.
Per lui, un "buon tedesco non poteva essere cristiano" perché "il Cristianesimo aveva il retaggio ebraico".
I nazisti propugnavano un'eresia del Cristianesimo, il Cristianesimo positivo, il quale negava il valore del libri del Vecchio Testamento e l'ebraicità di Gesù, ma in realtà erano pagani e si rifacevano ai miti di Thor e di Odino ma anche ad altre dottrine esoteriche ed occulte.
La situazione si aggravò con le persecuzioni contro gli ebrei.
Il 10 marzo 1937, Papa Pio XI pubblicò un'enciclica intitolata "Mit brennender Sorge", in italiano, "Con viva preoccupazione".
In questa enciclica il Papa condannò il nazismo e le violenze contro gli ebrei.
Hitler iniziò ad attaccare la Chiesa e incarcerò sacerdoti, che vennero mandati nel campo di concentramento di Dachau.
Hitler disse testualmente che "avrebbe schiacciato la Chiesa come un rospo".
Nel 1939, Papa Pio XI morì e divenne Papa il cardinale Eugenio Pacelli, con il nome di Papa Pio XII.
Ci furono uomini di Chiesa (indegni) che appoggiarono il nazismo ma ce ne furono tanti che lo combatterono con fermezza.
Mi viene in mente il Beato Klemens von Galen (1878-1946).
Von Galen fu vescovo di Munster e cardinale.
Egli non lesinò attacchi contro il nazismo, rischiando la vita.
L'anima nera del nazismo, Martin Bormann (1900-1945) chiese di impiccare il cardinale.
Il suo collega Joseph Goebbels (1897-1945) convinse Hitler a non procedere e ad aspettare la vittoria della Germania per "pareggiare i conti" con il cardinale.
Testualmente, egli disse:

"Se ora si procedesse contro il vescovo, tutta la Vestfalia andrebbe persa per l'impegno bellico".

Ora, parlo del ruolo di Papa Pio XII, che per qualcuno non fece nulla per fermare i massacri di ebrei.
Papa Pio XII fu un diplomatico ed agì con diplomazia.
La sua azione fu importante nel ruolo di salvataggio di molti ebrei.
Molti ebrei romani trovarono rifugio in chiese e monasteri.
Anche in tante altre chiese al di fuori di Roma si fece altrettanto.
Sul blog "Ribellione Nazionale", scrissi un articolo intitolato "Hitler fu inviato dal diavolo?". 
Su Adolf Hitler (1889-1945) è stato detto e scritto di tutto.
Egli fu sicuramente un delinquente.
Su di lui, viene detto anche che sia stato posseduto dal diavolo.
Effettivamente, vanno dette alcune cose.
In primo luogo, i suoi più stretti collaboratori erano occultisti.
Il primo tra questi fu Heinrich Himmler (1900-1945) era un appassionato di esoterismo.
Egli credeva di essere una reincarnazione dell'imperatore re Enrico I di Sassonia, detto Enrico l'Uccellatore, un re tedesco vissuto tra l'876 ed il 936.
In secondo luogo, come riporta un articolo di Andrea Tornielli sul sito "30 Giorni", Papa Pio XII, al secolo, Eugenio Pacelli, (1876-1958), cercò di esorcizzare Hitler a distanza.
Come riporta una testimonianza della suora che lo accudiva, suor Pascalina, nel 1929, l'allora monsignor Eugenio Pacelli, che era nunzio in Germania, aveva detto:



"Un pensiero angoscioso turbava il nunzio alla sua partenza dalla Germania: il continuo progredire del nazionalsocialismo. Come era stato perspicace già allora nel giudicare Hitler e quante volte aveva messo in guardia il popolo tedesco dal tremendo pericolo che lo minacciava! Non gli volevano credere. Personalità di ogni ceto e di ogni classe gli fecero capire al momento del suo congedo ciò che essi attendevano da Hitler: l’ascesa e la grandezza della Germania. Una volta io chiesi al nunzio se non pensava che quest’uomo potesse avere in sé qualcosa di buono e… potesse, forse, aiutare il popolo tedesco. Il nunzio scosse il capo e disse: “Dovrei sbagliarmi di grosso pensando che tutto questo possa andare a finire bene. Quest’uomo è completamente invasato; tutto ciò che non gli serve, lo distrugge; tutto ciò che dice e scrive, porta il marchio del suo egocentrismo; quest’uomo è capace di calpestare i cadaveri e di eliminare tutto ciò che gli è d’ostacolo. Non riesco a comprendere come tanti in Germania, anche tra le persone migliori, non lo capiscano e non sappiano trarre insegnamento da ciò che scrive e che dice".



Negli anni successivi, dopo l’elezione avvenuta nel marzo 1939, Eugenio Pacelli, che assunse il nome papale di Pio XII, espresse un giudizio ancora più duro arrivando a ritenere Hitler un vero e proprio indemoniato. Lo conferma, nelle deposizioni, anche un nipote del Pontefice. Così, nei momenti più bui e tristi della guerra, Papa Pio XII tentò più volte di "liberare" l’anima di Hitler dal diavolo, con tutte le invocazioni previste nel rito dell’esorcismo: "Nel nome di Gesù, satana, vattene… Tu che sei stato sconfitto nel mar Rosso da Mosè, tu che venivi scacciato da Saul grazie ai salmi cantati da Davide, tu che sei stato dannato nella persona di Giuda…".
Purtroppo, questi rituali a distanza e senza la volontà della persona da esorcizzare non funzionano.
Il male fatto gratuitamente e scientemente a più di sei milioni di persone ci deve fare credere che in Hitler ci fosse stato qualcosa di veramente malvagio ed abominevole.
Hitler volle anche rapire il Papa, con l'"Operazione Rabat".
L'operazione fallì perché la notizia fu "spifferata" ed arrivò anche all'ambasciatore del Reich presso il Vaticano Ernst von Weisäcker.
Ricordiamo i tanti martiri cattolici uccisi dal nazismo.
Cito come esempi e San Massimiliano Kolbe (che 1894-1941), che morì ad Auschwitz per salvare un ebreo ed il Beato Giuseppe Girotti (1905-1945) che morì a Dachau.
Ricordiamo i giovani cattolici e protestanti del movimento "Rosa bianca" , i quali furono attivi tra il 1942 ed il 1943, 
Essi furono uccisi dai nazisti per decapitazione.
Il Cristianesimo fu opposizione contro il nazismo.
Cordiali saluti.








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Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questa immagine presa dalla pagina Facebook di Fratelli d'Italia.