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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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lunedì 9 maggio 2016

Io voglio andare in Sicilia e non in Siqilliyya

Cari amici ed amiche,

come riporta il quotidiano "Il Giornale", si vuole fare sì che la Sicilia sia re-islamizzata.
Gli arabi sono passati all'assalto della Sicilia.
Si vede che a loro non va ancora giù la perdita dell'isola, che avvenne per mano dei Normanni nel 1072, dopo che essi la tolsero ai bizantini nell'827 e la dominarono da quell'anno fino (per l'appunto) al 1072.
Non è l'ennesimo sbarco di disperati in fuga, siamo lontani dal mare. Piuttosto, si tratta di un vero piano di "reconquista moresca".
La "reconquista" di una zona in cui per due secoli l'Islam ha regnato e della quale ora il mondo arabo vuole riappropriarsi. Una zona che sta lì, nel centro della Sicilia, in quel fazzoletto di chilometri dell'area di Enna in cui ci sono alcuni tesori artistici più importanti dell'isola, dalla villa romana di Piazza Armerina all'area archeologica di Morgantina, con la sua Venere. E l'arma degli arabi è quella che raramente fallisce: i soldi, tanti soldi. Il governo dell'Arabia Saudita è infatti pronto a sborsare ben 30 milioni di Euro per recuperare monumenti, ex moschee, insomma tutto quello che testimonia il radicamento della cultura islamica in Sicilia, che in quell'area, tra Aidone, Valguarnera e Piazza Armerina, fu viva nei secoli scorsi. Obiettivo: ridare lustro all'enclave islamica che fu e farne un importante polo turistico. 
Tuttavia, appare evidente che non si voglia solo favorire il turismo ma che si voglia anche dare questo messaggio: "La Sicilia è nostra e ce la riprenderemo".
A firmare il protocollo d'intesa, il quale costituisce il primo passo del nascente insediamento islamico al centro della Sicilia, è stato qualche giorno fa Vincenzo Lacchiana (Partito Democratico), da due anni sindaco di Aidone, piccolo comune in provincia di Enna campione, è lui stesso a raccontarlo al Giornale, di accoglienza profughi, visto che su poco meno di 5.000 abitanti i rifugiati arrivati via mare e accolti stabilmente sono circa 120. In rappresentanza del governo saudita e del principe Sultan bin Salman Bin Abdulaziz Al Saud in Sicilia è arrivato il segretario generale della Suprema commissione saudita per il turismo e le antichità, Ahmed Saeed Badrais. L'impegno economico preso è consistente: 30 milioni di euro (o di dollari, su questo anche il sindaco non ha le idee chiarissime "ma non importa, è lo stesso", dice) per la costituzione del King Salman Cultural and Architectural Islamic Arabic center, polo culturale "ma anche universitario, hanno tante idee", aggiunge ancora il sindaco "è un'opportunità unica per tutto il territorio".
Oggi si fa questo. Domani cosa si farà?
Domani, gli islamici chiederanno di potere pregare nella cattedrale di Palermo, la quale tra l'831 e l'arrivo dei Normanni, nel 1072, era stata trasformata in moschea. po' come sta accadendo nella città spagnola di Cordova?
Del resto sappiamo tutti che le casse siciliane hanno bisogno di denari, viste certe amministrazioni "allegre".
Io, da persona di origini siciliane voglio continuare ad andare in Sicilia e di certo non voglio andare in Siqilliyya, la Sicilia sotto il dominio musulmano.
Nel 2011, mi recai in Sicilia con i miei zii.
A Messina, passai di fronte alla statua di don Giovanni d'Austria, eroe della "Battaglia di Lepanto" del 1571.
Mi sentii orgoglioso di essere passato di fronte alla statua di un grande eroe che salvò la cristianità europea dalla minaccia ottomana e che io ammiro.
Termino con una nota particolare.
Coloro che odiano Israele attaccano lo Stato ebraico, accusandolo di "colonizzare i territori arabi".
Quello che in Sicilia rischia di prospettarsi non è può essere "una colonizzazione araba"?
A pensare male si fa peccato ma ci si azzecca.
Cordiali saluti. 



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Ha fatto danni ma pontifica!

Ringrazio un caro amico di questa foto di Giuseppe Salamone.