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giovedì 26 maggio 2016

Caso Dell'Utri, non si può stare zitti

Cari amici ed amiche,

sul quotidiano "Libero" si parla ancora del caso dell'ex-senatore Marcello Dell'Utri.
Dell'Utri è in carcere con l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa.
L'articolo è un'intervista a Miranda, la moglie dell'ex-senatore.
Ella ha raccontato la situazione non bella in cui è tenuto suo marito, un uomo che oggi ha 75 anni e che cardiopatico e diabetico.
Ora, l'accusa rivolta a Dell'Utri deve lasciare molte perplessità.
In primo luogo, Dell'Utri lavorava per il presidente Berlusconi.
Se Dell'Utri era connivente con la mafia, voleva dire che anche il suo datore di lavoro (da cui egli dipendeva) lo era.
Invece, il presidente Berlusconi non risulta essere mai stato connivente con la mafia.
Dunque, questo pone dei dubbi sulla colpevolezza di Dell'Utri.
Oggi, Dell'Utri è un uomo malato.
Non ha ucciso nessuno e (con ogni probabilità) non ha commesso niente di male.
Eppure, nemmeno il peggiore degli assassini è tenuto in questo modo.
Le condizioni nel carcere sono davvero dure.
Un uomo che commesso un reato che forse non esiste (il termine "concorso esterno in associazione mafiosa" vuole dire tutto o niente perché o si è mafiosi o non lo si è) sta rischiando di morire in carcere.
Questo non è da Paese civile.
Cordiali saluti.

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