questa estate, i vacanzieri avranno una brutta sorpresa: la benzina costerà di più.
Una lunga marcia, silenziosa e senza strappi, suggellata con l'ultima tappa: dopo sette mesi di ribassi, il petrolio è tornato ieri sopra i 50 dollari il barile.
Gli automobilisti se ne sono già accorti: con la puntualità cinica di una cartella di Equitalia, le major hanno subito ritoccato i listini con una raffica di rialzi dei prezzi, da un minimo di un centesimo per la benzina a un massimo di due centesimi per il gasolio. Le vacanze motorizzate saranno più care. Il fisco si sganascia dalle risate.
Ride un po' meno (anzi, molto meno) il nostro portafoglio.
C'è voluto un calo delle scorte negli Usa superiore alle previsioni e le singhiozzanti forniture canadesi (causa gli incendi in Alberta), venezuelane (scioperi negli impianti) e nigeriane (sabotaggi alle pipeline da parte delle milizie) per far cadere quella che, ancora qualche settimana fa, sembrava una barriera tecnica e psicologica inscalfibile come un vetro blindato.
C'è voluto un calo delle scorte negli Usa superiore alle previsioni e le singhiozzanti forniture canadesi (causa gli incendi in Alberta), venezuelane (scioperi negli impianti) e nigeriane (sabotaggi alle pipeline da parte delle milizie) per far cadere quella che, ancora qualche settimana fa, sembrava una barriera tecnica e psicologica inscalfibile come un vetro blindato.
Poi, qui in Italia ci sono accise che risalgono al secolo scorso.
In pratica, ai cari turisti che si sposteranno da un posto all'altro nel nostro Paese, queste vacanze costeranno caro.
E poi ci si chiede perché l'Italia non cresce.
L'Italia non cresce anche per il costo veramente elevato dei carburanti.
Lo vogliamo capire o no?
Cordiali saluti.
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