il "sogno socialista" del Venezuela bolivariano è oramai un incubo.
Il Paese sudamericano è oramai al collasso.
L'inflazione è arrivata al 700%.
Come ha scritto il giornale "Economist", siamo non solo al collasso di una nazione, ma anche del cosiddetto "chavismo" che, a un certo punto, sembrava stesse contagiando mezzo continente. Ormai per sopravvivere Nicolas Maduro, l'ex conducente d'autobus succeduto nel 2013 al vecchio caudillo Hugo Chavez, deve fare strame della stessa Costituzione contenuta nel famoso "libretto blu" del suo mentore: fa bocciare da una Corte suprema formata solo di suoi accoliti leggi e decreti votati da un Parlamento in cui, dalle elezioni dello scorso dicembre, non ha più la maggioranza, incarcera con vari pretesti gli avversari politici, boicotta la richiesta dell'opposizione di applicare l'articolo che prevede un referendum su una richiesta di "richiamo" del presidente (una specie di impeachment). Inutilmente il segretario dell'Organizzazione degli Stati americani, Luis Almagro, lo ha avvertito che se respingerà questa richiesta si trasformerà in un "meschino dittatore" e il Venezuela potrebbe essere "sospeso" dal consesso. Maduro gli ha risposto accusandolo di essere un agente della Cia, parte del complotto internazionale che a suo dire è responsabile di tutti i mali del Paese.
Intanto, la corruzione diventa una realtà diffusa, la gente muore di fame e le tensioni aumentano.
Questo è il Venezuela socialista.
Cordiali saluti.
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