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domenica 8 maggio 2016

Caso Regeni, su Cambridge ci sono forti dubbi!

Cari amici ed amiche,

su "Panorama" vi è un articolo di Fausto Biloslavo che è intitolato "Caso Regeni: quanti dubbi su Cambridge".

L'articolo riporta le voci di Maurizio Fermeglia, rettore dell'Università di Trieste, e di Mario Mori, ex-capo del nucleo dei carabinieri del Ros, il quale arrestò Totò Riina.
Ora, secondo Fermeglia, il caso di Giulio Regeni, il ragazzo italiano trovato morto in Egitto nel febbraio scorso,  sarebbe da imputare anche ai supervisori dell'università di Cambridge,
Il tutor dello studente friulano, Maha Abdelrahman, nel giugno 2015 aveva tenuto una conferenza nella sede di "Amnesty International" a Cambridge sui pericoli provocati per gli studenti dalla repressione al Cairo.
Eppure, tre mesi dopo egli ha lasciato partire Regeni.
Fermeglia ha detto che "le supervisor in Inghilterra erano al corrente della situazione potenzialmente pericolosa e consapevoli del fatto che una cosa è recarsi in Egitto come turista, tutt'altra è andarci come studioso di scienze politiche".
Sempre secondo il rettore, "Potevano immaginare che Giulio sarebbe, nell'entusiasmo giovanile, potuto incorrere in qualche serio problema".
Oltretutto, la referente di Regeni era la docente Anne Alexander, la quale era scesa in piazza contro il presidente egiziano Al Sisi, bollandolo come "assassino".
Nella presentazione del suo libro "Nordest", il generale Mario Mori ha detto che "la docente di Cambridge che ha inviato Regeni in Egitto non poteva ignorare la crisi del Paese ed i rischi che correva".
Inoltre, Mori ha detto anche che dietro l'omicidio di Regeni potrebbero esserci delle frange dei servizi di sicurezza: "Alle riunioni a cui andava Regeni, su 70-80 presenti, almeno 10 appartenevano ai servizi. L'avranno notato subito".
Ergo, sul caso Regeni pesano forti dubbi sull'accuratezza dell'operato dell'Università di Cambridge.
Cordiali saluti.

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Ringrazio un caro amico di questa foto.