leggete il mio articolo scritto sul blog "Ribellione Nazionale", il quale è intitolato "Smentiamo alcune dicerie sulla "tolleranza" dei Turchi Ottomani".
Forse, chi vuole la Turchia nell'Unione Europea farebbe bene a leggere il succitato articolo.
Si parla tanto della "tolleranza" dei Turchi.
Spesso e volentieri, però, più che di "tolleranza" preferirei parlare di "taqyya".
Ricordiamoci di quello che fecero i Turchi dopo la presa di Costantinopoli che avvenne il 29 maggio 1453.
Ricordiamo del Patriarcato che fu trasferito dalla basilica di Hagia Sophia (trasformata in moschea) prima alla chiesa dei Santi Apostoli e poi a quella di Pammakaristos.
Oggi, la chiesa dei Santi Apostoli non c'è più.
Infatti, pochi anni dopo la caduta di Costantinopoli, i cristiani ortodossi dovettero abbandonarla, sia perché era sempre più fatiscente sia perché il quartiere in cui l'edificio si trovava era stato colonizzato da musulmani.
Questi ultimi erano sempre meno tolleranti verso il luogo di culto cristiano.
La chiesa fu demolita e sostituita dalla Fatih camii, la moschea del Vittorioso, la moschea in cui fu seppellito il corpo del sultano.
La chiesa di Pammakaristos (nella foto) divenne la nuova sede patriarcale ma fu convertita in moschea dal sultano Murad III (1546-1595) che volle celebrare la presa della Georgia.
Inoltre, venne fatta una legge con cui si vietò la costruzione di luoghi di culto non musulmani (come le sinagoghe e le chiese) affacciati sulla pubblica via.
Questa legge vige ancora nella Turchia moderna.
Ricordo che il presidente turco Tayyp Erdogan vuole riconvertire in moschea la basilica di Hagia Sophia, che era stata trasformata in museo nel 1931.
Forse, faremmo meglio a stare attenti di fronte a certe cose.
Cordiali saluti.
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