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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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giovedì 20 agosto 2015

Il cibo è cultura

Cari amici ed amiche,

mi viene da pensare ad un episodio della terza stagione di Masterchef Italia (quella vinta da Federico Ferrero) in cui alle selezioni per entrare nel talent show culinario vi era una ragazza di Bologna.
Questa ragazza doveva preparare un piatto per i tre giudici: gli chef Carlo Cracco e Bruno Barbieri ed il ristoratore italo-americano Joe Bastianich.
Il piatto era rappresentato da tre tortini al cioccolato, dei quali uno aveva sopra un lampone, l'altro aveva sopra dei pistacchi e l'altro ancora il burro d'arachidi.
Poi, Barbieri e Bastianich hanno iniziato a porre domande sulla burrata, sui tortellini e sulle panelle siciliane.
La ragazza non ha saputo rispondere ed è stata mandata a casa.
Barbieri ha detto che il cibo è cultura.
Io gli do ragione.
Qui sopra ho messo un video (preso da Youtube e girato da Martino Ragusa) che mostra il procedimento della realizzazione di un piatto tipico delle nostre zone, il risotto alla pilota.
La dimostrazione si è tenuta presso la Trattoria "Al Macello" di Castel d'Ario, Mantova.
Roncoferraro dista da Castel d'Ario solo 9 chilometri.
Tante volte, io esprimo delle critiche alle feste di paese.
Per questo, io vengo criticato ma io sono uno che accetta le critiche solo se sono veramente costruttive.
Le altre le lascio cadere nel vuoto.
Io penso che le feste di paese debbano esprimere la cultura di un territorio, anche attraverso il cibo.
Per esempio, qui da noi, si fanno feste di paese in cui si serve il pesce spada.
Ora, il pesce spada è un ottimo pesce ma non fa parte della cultura del territorio mantovano.
Non mi risulta che nei fiumi e nei canali di Roncoferraro, di Castel d'Ario e di tutto il territorio mantovano si peschi il pesce spada.
Sono di origini siciliane (e di questo sono orgoglioso) e conosco il pesce spada e so dei pescatori che vanno con il loro pescherecci (che sono muniti di una torretta di metallo) a pescare quel prelibato pesce.
Non ha senso fare nel territorio mantovano feste con prodotti come il pesce spada.
Caso mai, si potrebbe fare uno stand a parte in cui esso potrebbe essere cucinato da persone di qualche associazione che viene in trasferta dalla Sicilia per farlo conoscere.
Però, in una festa del territorio mantovano le star debbono essere i prodotti come il risotto alla pilota, il risotto con la psina, i tortelli di zucca, il cotechino, le salamelle e la torta "Sbrisolona".
Sono questi i piatti che rappresentano Mantova ed il suo territorio, un territorio vocato all'agricoltura.
Lo stesso dicasi per altre realtà.
In una sagra in Abruzzo si debbono servire principalmente i maccheroni alla chitarra, gli arrosticini e pecora "alla callara", perché quei piatti rappresentano la realtà abruzzese, ove vi è la pastorizia.
In una sagra in Sicilia si debbono principalmente servire piatti come il pesce spada, la pasta al taianu o i salumi fatti con i maiali neri del Nebrodi, perché quei piatti rappresentano la storia, la cultura ed anche le varie realtà territoriali della Sicilia.
Un turista che si reca in una zona e va nella festa di paese che ha luogo in essa si aspetta queste cose.
Se vado a Villimpenta io mi aspetto di mangiare un ottimo risotto alla villimpentese, a Castel d'Ario mi aspetto di mangiare un non meno buono risotto alla pilota e qui a Roncoferraro mi aspetto di mangiare un altrettanto ottimo risotto con la psina.
Se andassi Romagna mi aspetterei di mangiare strozzapreti e tagliatelle al ragù e a Campofilone (in Provincia di Fermi) mi aspetterei di mangiare i maccheroncini di Campofilone IGP.
Il cibo fa cultura ma spesso qui in Italia non c'è conoscenza.
Per esempio, qui dalle mie parti non sono pochi quelli che mettono la panna nella pasta alla carbonara.
Ora, ieri ho avuto una discussione con una mia amica romana.
Quando le ho detto della panna lei è rimasta un po' scioccata e mi ha risposto dicendo che la panna è usata solo dai dilettanti.
Infatti, la pasta alla carbonara è un piatto del Lazio e i laziali non ci mettono la panna, poiché (stando alla tradizione) essa sarebbe stata inventata dai carbonai, coloro che lavoravano nelle carbonaie, i quali di certo non potevano permettersi di comprarsi la crema di latte.
Queste cose dobbiamo tenerle a mente noi come debbono tenerle a mente i ristoratori del nostro paese.
Se, per esempio, una persona andasse in un ristorante e ordinasse un piatto di pasta alla carbonara e gli fosse servito un piatto con il bacon o lo speck al posto del guanciale di maiale e la panna (che non dovrebbe esserci) quella persona si sentirebbe defraudata.
Per questo, a mio modesto parere, le sagre paesane dovrebbero puntare su prodotti e piatti della zona.
A chi mi critica solo per il gusto di dire qualcosa e senza portare delle prove serie che possano confutare quello che dico, io consiglio di studiare ciò che scrisse Pellegrino Artusi e di farsi un po' di cultura.
Ah dimenticavo: per le panelle siciliane serve la farina di ceci.
Cordiali saluti







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Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questa foto presa dalla pagina Facebook di Christian Ricchiuti, esponente di Fratelli d'Italia.