leggete l'articolo scritto da Annalisa Chirico su "Panorama" e che è intitolato "Io prosciolto dopo nove anni di inchiesta e rovinato".
L'articolo parla della storia di Remo Di Giandomenico, ex-parlamentare dell'Unione di Centro ed ex-sindaco di Termoli, in Provincia di Campobasso.
Il caso di Di Giandomenico è la dimostrazione del cattivo funzionamento della giustizia italiana.
Tutto iniziò il 2 febbraio 2006 con 11 arresti per presunti illeciti della politica sulla sanità della Regione Molise.
Furono indagate 106 persone.
Tra le persone arrestate vi fu anche Patrizia De Palma, primario del reparto di ginecologia dell'Ospedale San Timoteo e moglie di Di Giandomenico, che all'epoca era parlamentare dell'UDC e Sindaco di Termoli.
In quel periodo ci fu la campagna elettorale e il Pubblico Ministero fu un tale Nicola Magrone, il quale era stato deputato di Rifondazione Comunista tra il 1994 ed il 1996 che chiese l'arresto di Di Giandomenico, il quale fu indagato per l'inchiesta "Black Hole", in cui 106 persone furono accusate di peculato.
Il 4 maggio 2006, fu scaduto il termine dell'immunità parlamentare e Di Giandomenico (che non fu ricandidato dal suo partito) finì agli arresti domiciliari.
Egli si dimise dalla carica di Sindaco.
Il 13 luglio 2006, gli arresti domiciliari vennero commutati in divieto di dimora a Termoli.
L'8 settembre 2006, Di Giandomenico venne rimesso in libertà.
Dopo nove anni, il 2 aprile 2015, Di Giandomenico venne prosciolto dalle accuse che si erano mostrate inconsistenti.
Morale della storia, una persona viene accusata di illeciti, subisce gogne mediatiche e non solo e poi si scopre che è innocente ma la sua vita è rovinata.
Evidentemente, qualcosa non quadra.
Per esempio, ci sono magistrati che fanno politica e che spesso mischiano la politica con il loro lavoro.
Nel frattempo, Magrone è tornato in politica, venendo eletto Sindaco di Modugno.
Così non va!
Cordiali saluti.
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