Leggete questa nota scritta da Andrea Verde su Facebook:
"La politica italiana riesce sempre a sorprendermi. Io, come sapete, vivo da vent’anni in Francia, una Repubblica Presidenziale che ama eleggere dei monarchi per poterli poi ghigliottinare. In Italia siamo abituati diversamente. I nostri deputati sono nominati dalle segreterie dei partiti e il Presidente della Repubblica, che non ha gli stessi poteri di quello francese, lo elegge il Parlamento. Nella Prima Repubblica siamo stati abituati al consociativismo; governava la Dc con i partitini satelliti a cui venivano concesse un po’ di briciole, ma le grandi decisioni si prendevano in accordo con il Pci. Il solo che tentò di invertire questo stato di cose fu Bettino Craxi che, sulla scala mobile, osò sfidare il Pci e la Cgil; il conto gli venne presentato qualche anno dopo…. Un altro esempio di ribellione a quel sistema fu la splendida marcia dei 40 mila di Torino che si ribellarono al blocco della Fiat imposto dalla Cgil, spalleggiata dal Pci. Vennero accusati di essere pericolosi reazionari.
Nella seconda Repubblica si pensava che finalmente l’Italia potesse diventare un Paese maturo, liberato infine dalla logica consociativa, pronto ad un vero bipolarismo. Niente di più falso.
L’errore fu principalmente del centro-destra; aveva i numeri per riformare il Paese, ma si é perso tra polemiche, indecisioni e complessi di inferiorità. Il centro-destra italiano doveva puntare sul Presidenzialismo ricordandosi di quanto accadde in Francia negli anni cinquanta. Il Generale De Gaulle, stanco dei maneggi e degli intrallazzi dei partiti, assolutamente incompatibili con l’interesse generale della Nazione, propose la riforma presidenziale, osteggiata dalla sinistra ma plebiscitata dai francesi con un referendum. Il Generale ebbe la grande intuizione che non ebbero i politici italiani; una Nazione é forte se ha istituzioni forti e credibili, legittimate dal voto popolare e, davanti a situazioni di immobilismo create da corpi intermedi che rallentano l’approvazione di riforme vitali, ci si rivolge direttamente al Popolo sovrano tramite il referendum. Fu così che la Francia uscì dall’impasse e diventò una grande Nazione. Fu sempre il Generale ad avviare quel programma nucleare che ha permesso alla Francia di avere la propria autonomia energetica, di pagare l’energia meno cara e di avere meno emissioni di Co2 rispetto all’Italia!
In Italia abbiamo avuto sempre istituzioni deboli, facilmente ricattabili. Il centro-destra poteva cambiare lo stato delle cose, scelse la via suicida della Bicamerale. Fu il più grosso errore di Berlusconi. Non hanno voluto fare il presidenzialismo perché la sinistra si sarebbe messa di traverso (come in Francia), non ebbero il coraggio di rivolgersi al Popolo sovrano ma scelsero di modificare la legge elettorale ad ogni tornata. Come se in presenza di un edificio pericolante, anzichà rinforzarne le deboli fondamenta, si scegliesse di ripitturarne la facciata.
La terribile crisi finanziaria che ha colpito il mondo intero e l’Europa in particolare, ha messo a nudo le debolezze dell’Italia: istituzioni deboli, poco credibili, una classe dirigente completamente inadeguata e moralmente priva di ogni scrupolo.
Incompetenti e ladri! Si é pensato allora di far abdicare la politica e di chiamare dei tecnici a fare il «lavoro sporco», come se il Generale De Gaulle, alla fine degli anni cinquanta anziché avviare la grande riforma costituzionale che diede vita alla V° Repubblica, avesse chiamato al capezzale della Francia i migliori tecnici del momento! Che pia illusione! Potevano dei tecnici, sia pur dal curriculum invidiabile, sopperire alle carenze dei politici e per giunta trattando i cittadini come degli scolaretti o peggio come dei sudditi? No di certo. Infatti l’altro giorno Piero Ostellino ha di fatto redatto l’atto di morte dell’attuale governo con un memorabile editoriale sul «Corriere della Sera».
Il problema é che questi partiti, questi politici non hanno visto arrivare lo tsunami che li sta per travolgere; l’astensionismo di massa e l’incedere di Grillo.
Certo penso anch’io che Grillo non sia la soluzione ma mi metto nei panni di quella maggioranza silenziosa che nel 2008 votò per il centro-destra. Quella maggioranza silenziosa oggi é orfana ed é scandalizzata dalla condotta dei partiti che che dovevano rappresentarla.
Il Pdl non c’é più, non ha neanche la forza di difendere l’unica proposta sensata che sia stata fatta in questi ultimi mesi; introdurre il Presidenzialismo anche in Italia! La Lega, travolta dagli scandali, é troppo impegnata nel regolamento di conti interni per potersi occupare dei guai del Paese.
E veniamo al Terzo Polo, quello che era stato affossato da Casini con un tweet e che ora forse potrebbe rinascere come un’alleanza estesa a Montezemolo. Ovviamente non c’é lo straccio né di un programma, né di un’idea per l’Italia e del Presidenzialismo neanche a parlarne. Dei parvenu che cercano di darsi un tono, di sembrare credibili per portare a casa qualche deputato e qualche senatore in modo da salvare la carriera e mantenere un briciolo di potere. Una vera indecenza! Sembranoavvoltoi che danzano sul cadavere dell’Italia. Non meritiamo di essere presi in giro fino a questo punto, non siamo merce di scambio, non siamo sudditi, siamo cittadini!. Come uscirne? Con una rivolta di «peones» che abbiano a cuore le sorti dell’Italia, che vogliano ascoltare la maggioranza silenziosa che é stufa di prendere ogni giorno lezioni di morale dalla sinistra e che non si rassegna al declino dell’Italia. La battaglia per il presidenzialismo deve essere la grande battaglia, quella che permetterà al popolo italiano di rialzarsi e di diventare padrone del proprio destino e di liberarsi di questi tartufi, di questa classe politica incapace e corrotta."
In Italia abbiamo avuto sempre istituzioni deboli, facilmente ricattabili. Il centro-destra poteva cambiare lo stato delle cose, scelse la via suicida della Bicamerale. Fu il più grosso errore di Berlusconi. Non hanno voluto fare il presidenzialismo perché la sinistra si sarebbe messa di traverso (come in Francia), non ebbero il coraggio di rivolgersi al Popolo sovrano ma scelsero di modificare la legge elettorale ad ogni tornata. Come se in presenza di un edificio pericolante, anzichà rinforzarne le deboli fondamenta, si scegliesse di ripitturarne la facciata.
La terribile crisi finanziaria che ha colpito il mondo intero e l’Europa in particolare, ha messo a nudo le debolezze dell’Italia: istituzioni deboli, poco credibili, una classe dirigente completamente inadeguata e moralmente priva di ogni scrupolo.
Incompetenti e ladri! Si é pensato allora di far abdicare la politica e di chiamare dei tecnici a fare il «lavoro sporco», come se il Generale De Gaulle, alla fine degli anni cinquanta anziché avviare la grande riforma costituzionale che diede vita alla V° Repubblica, avesse chiamato al capezzale della Francia i migliori tecnici del momento! Che pia illusione! Potevano dei tecnici, sia pur dal curriculum invidiabile, sopperire alle carenze dei politici e per giunta trattando i cittadini come degli scolaretti o peggio come dei sudditi? No di certo. Infatti l’altro giorno Piero Ostellino ha di fatto redatto l’atto di morte dell’attuale governo con un memorabile editoriale sul «Corriere della Sera».
Il problema é che questi partiti, questi politici non hanno visto arrivare lo tsunami che li sta per travolgere; l’astensionismo di massa e l’incedere di Grillo.
Certo penso anch’io che Grillo non sia la soluzione ma mi metto nei panni di quella maggioranza silenziosa che nel 2008 votò per il centro-destra. Quella maggioranza silenziosa oggi é orfana ed é scandalizzata dalla condotta dei partiti che che dovevano rappresentarla.
Il Pdl non c’é più, non ha neanche la forza di difendere l’unica proposta sensata che sia stata fatta in questi ultimi mesi; introdurre il Presidenzialismo anche in Italia! La Lega, travolta dagli scandali, é troppo impegnata nel regolamento di conti interni per potersi occupare dei guai del Paese.
E veniamo al Terzo Polo, quello che era stato affossato da Casini con un tweet e che ora forse potrebbe rinascere come un’alleanza estesa a Montezemolo. Ovviamente non c’é lo straccio né di un programma, né di un’idea per l’Italia e del Presidenzialismo neanche a parlarne. Dei parvenu che cercano di darsi un tono, di sembrare credibili per portare a casa qualche deputato e qualche senatore in modo da salvare la carriera e mantenere un briciolo di potere. Una vera indecenza! Sembranoavvoltoi che danzano sul cadavere dell’Italia. Non meritiamo di essere presi in giro fino a questo punto, non siamo merce di scambio, non siamo sudditi, siamo cittadini!. Come uscirne? Con una rivolta di «peones» che abbiano a cuore le sorti dell’Italia, che vogliano ascoltare la maggioranza silenziosa che é stufa di prendere ogni giorno lezioni di morale dalla sinistra e che non si rassegna al declino dell’Italia. La battaglia per il presidenzialismo deve essere la grande battaglia, quella che permetterà al popolo italiano di rialzarsi e di diventare padrone del proprio destino e di liberarsi di questi tartufi, di questa classe politica incapace e corrotta."
All'amico Andrea Verde, vorrei dire che il Terzo Polo non è stato affossato da Pierferdinando Casini (con un un "tweet") ma non è mai esistito.
Il Terzo Polo altro non fu che un escamotage di Pierferdinando Casini per allargare la sua area di influenza.
Il giochino di Casini fu molto semplice.
Lui fece in modo che i due grossi partiti delle due grosse coalizioni perdessero pezzi (Fini del Popolo della Libertà e Rutelli del Partito Democratico), così da fare sì che poi egli creasse una forza politica di centro che diventasse l'ago della bilancia alle elezioni.
Così, questa forza di centro avrebbe potuto spostare gli equilibri a favore del centrosinistra o del centrodestra, a seconda delle proprie convenienze, con una predilezione per la sinistra forze non sinistra.
Il giochino di Casini fu tipico della politica democristiana della I Repubblica, ossia portare a sinistra.
I cittadini, però, capirono ciò anzitempo.
Il risultato delle recenti elezioni lo dimostra.
Cordiali saluti.
Lui fece in modo che i due grossi partiti delle due grosse coalizioni perdessero pezzi (Fini del Popolo della Libertà e Rutelli del Partito Democratico), così da fare sì che poi egli creasse una forza politica di centro che diventasse l'ago della bilancia alle elezioni.
Così, questa forza di centro avrebbe potuto spostare gli equilibri a favore del centrosinistra o del centrodestra, a seconda delle proprie convenienze, con una predilezione per la sinistra forze non sinistra.
Il giochino di Casini fu tipico della politica democristiana della I Repubblica, ossia portare a sinistra.
I cittadini, però, capirono ciò anzitempo.
Il risultato delle recenti elezioni lo dimostra.
Cordiali saluti.
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