Come riporta il sito del "Tg Com 24", un padre ha assoldato un picchiatore per fargli picchiare il figlio omosessuale. Il fatto è avvenuto a Torino ed è finito in tribunale.
Forse colto da un lecito dubbio morale, il picchiatore ha avvertito il figlio ed è scattata la denuncia.
Il padre ha patteggiato la pena.
Ora, un padre del genere meritava di essere punito severamente.
Anzi, un soggetto del genere non merita neppure di essere chiamato "padre".
Come si fa a desiderare la rovina del proprio figlio?
Ora, parlo del DDL Zan-Scalfarotto.
Io sono contrario ad esso, poiché limita quella che è la libertà di espressione.
Per esempio, dirsi contro l'adozione di figli da parte delle coppie formate da persone dello stesso è omofobia e dunque compiere qualcosa per il quale si diventa passibili di denuncia penale?
Io direi che non dovrebbe essere così, visto che ci sono anche tanti omosessuali che sono contrari all'adozione.
Invece, si deve puntare sulle aggravanti, la quali sono già presenti nel nostro codice penale.
Le aggravanti debbono valere per tutte le forme di violenza legate all'orientamento sessuale, al genere, alla religione e alle idee politiche.
Per esempio, se io fossi picchiato per le mie idee politiche di destra non avrei diritto di vedere il mio aggressore punito con le aggravanti, esattamente come un omosessuale aggredito per la sua omosessualità?
Io direi di sì perché si tratterebbe sempre di un danno fatto alla persona.
Negli Stati liberali, la persona deve sempre essere messa al centro.
Inoltre, la nostra Costituzione parla di eguaglianza dei cittadini di fronte alla legge.
Certamente, si deve puntare sulle aggravanti, rendendole più forti e togliendo anche la possibilità di patteggiare la pena.
Questa sarebbe una misura più giusta.
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