Ringrazio l'amico Filippo Giorgianni che mi ha portato all'attenzione questo testo di Roberto Calasso intitolato "Come riordinare una biblioteca", Adelphi, Milano, 2020, pp. 116-117:"Oggi il libro è qualcosa che vive sui margini – e quasi di riflesso –, rispetto a un magma in perpetuo mutamento, che si manifesta su schermi. Che si tratti di schermi e non di fogli di carta è una differenza gnoseologica, non funzionale. Occorrerà tempo perché si cominci a capire che cosa ha comportato, nell’apparato della conoscenza, questo slittamento dalla pagina allo schermo. E come questo abbia condotto a una progressiva vanificazione di ogni possibilità di guardare al mondo come a un Liber mundi, anche se appunto quel modo di guardare rimane sottinteso nel nostro passato più illuminante, per lo meno sino alle correspondances di Baudelaire. Questo processo globale stinge vistosamente anche sui libri stessi che oggi vengono scritti. Ormai gli scrittori sono considerati come un settore dei produttori di contenuti e molti se ne appagano. Ma questo presuppone l’obsolescenza della forma. E dove non c’è forma non c’è letteratura. Questo aiuta a capire quella sensazione di angustia e di corto respiro che la letteratura del nuovo millennio non può che provocare. Per rendersene conto, basterebbe confrontare i libri degli ultimi venti anni con quelli apparsi nei primi venti anni del Novecento. Confronto che risulterebbe schiacciante, in sfavore del presente".
Ne ho letti e ne leggerò
Ho anche dei piccoli libri.
Si tratta di e-book che ho pubblicato su Amazon (libreria Kindle) dato che non sono così munifico da pubblicare un libro cartaceo.
Ho anche dei piccoli libri.
Si tratta di e-book che ho pubblicato su Amazon (libreria Kindle) dato che non sono così munifico da pubblicare un libro cartaceo.
Oggi, noi viviamo in un'epoca paradossale.
Rispetto ai nostri avi, noi abbiamo maggiori accessi alla conoscenza e al sapere.
Però, tanti non leggono né si fanno una cultura.
Anzi, mi è capitato di sentirmi dire: "Con la cultura non si mangia! La cultura non ti dà un lavoro! Tu sbagli a continuare ad acquistare libri e a scrivere di certe cose in rete!".
Stiamo diventando un popolo di gente che sa solo mangiare, dormire e criticare gli altri, quando questi non si muovono secondo i suoi "canoni".
Stiamo diventando una massa di persone che seguono le mode, sacrificando la propria identità e la propria individualità.
Sembra che Ray Bradbury sia stato un buon profeta, quando ha scritto il romanzo intitolato "Fahrenheit 451", un romanzo che parla di un mondo distopico nel qual possedere e leggere libri è diventato un reato.
Sembra che il sapere sia diventato qualcosa di illecito.
Questo è veramente grave.
Eppure, gli strumenti ci sono.
Il problema è che con la rete si sono diffuse certe dottrine di massa, dottrine che impongono ciò che una persona deve conoscere.
Una persona che non legge non ha senso critico e quindi accetta ogni cosa.
Così, ella diventa corruttibile.
Le dittature totalitarie (come quelle che ci furono nel secolo scorso) iniziano da ciò.
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