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giovedì 17 dicembre 2020

Caro Papa Francesco, anche Gesù Cristo ricevette dei doni


Papa Francesco non riesce a fare a meno di parlare di cose che esulano dalla teologia.

Adesso, si scaglia contro lo scambio di regali a Natale.
Questo è uno stralcio di un articolo di Alessandro Rico sul blog di Nicola Porro che è intitolato "Caro Papa, ma cos’ha contro i regali di Natale?":

"Santità, oggi è il Suo compleanno. Auguri! Da semplicissimo e umilissimo cattolico, non Le invio un regalo, perché, a quanto pare, per Lei i regali significano consumismo deteriore. Santità, ma perché se la prende con i regali di Natale?


È vero: il giorno in cui si celebra la venuta al mondo del Salvatore è stato contaminato da una mania consumistica spesso insensata. Ma è pur vero che il regalo, quando è fatto con il cuore alle persone che si amano, non è solo una nevrosi. Rifletta sulle parole: regalo-regale. Recare un omaggio a chi si ama significa testimoniare con un simbolo l’enorme valore che egli ha per noi. Non è il regalo in sé, ma quello che il regalo significa. È un gesto che serve a fermarsi un attimo, e a ricordare a chi diamo per scontato un dettaglio fondamentale: io ti voglio bene. Perché a parole non sempre ci viene bene"
.

Mi ricordo del mio primo anno di scuola superiore, nel 1995.
Un giorno, raccontai in classe la storia di una mia festa di compleanno che andò male perché le persone che invitai mi "tirarono il bidone".
Mi dissero che sarebbero venute ma poi non vennero.
La cosa mi spiacque parecchio.
I miei compagni di classe mi fecero dei regali di compleanno, facendo una colletta, senza che io lo sapessi.
Lo seppi a fatto compiuto, quando ricevetti i regali: una penna stilografica ed un profumo.
Ho ancora la penna. 
La cosa mi fece piacere perché mi fece capire che quelle persone tenevano a me.
Ancora oggi, ricevo regali.
Per esempio, ho ancora il cappello inviatomi dal Canada dall'amica Stephanie Caracciolo.
La stessa Stephanie mi ha inviato altri regali dall'Uruguay, come la maglietta della Nazionale uruguaiana, la Celeste.
Altri miei amici mi hanno inviato regali ed io ne ho inviati a loro.
Dunque, il regalo fatto con cuore non è il frutto della "smania di consumismo" ma rappresenta un atto di amore.
Forse, Papa Francesco è così preso dal furore ideologico da non ricordare che anche nostro Signore Gesù Cristo ricevette dei doni?
Non ricorda che i tre Re Magi gli portarono oro, incenso e mirra?
Il regalo è il simbolo di un atto di amore.
Una persona regala ad un'altra un oggetto e lo fa senza alcun secondo fine compie un atto d'amore.
Nella mia collezione di monete ho dei pezzi che mi sono stati regalati.
Per esempio, la banconota israeliana mi è stata regalata da un'amica che per me è come una sorella e alla quale tengo molto.
Lei si è privata di quella banconota per darla a me.
Per me quella la banconota in questione ha un valore enorme.
In pratica, è come se un pezzetto di lei fosse sempre con me.
Tra l'altro, questa persona mi è sempre stata a fianco in questo brutto periodo nel quale ho perso mia madre.
Quindi, Papa Francesco inizi a fare ciò che avrebbe dovuto fare fin dall'inizio: parlare di Gesù Cristo.
Lasci perdere le questioni ideologiche e politiche e la smetta di prendere decisioni discutibili, come quella di non riconoscere Gerusalemme quale capitale di Israele.
Faccia questo per il bene di Santa Romana Chiesa. 

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Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questo screemshot de "Il Corriere della Sera".