Su "La Nuova Bussola Quotidiana", vi è un articolo intitolato "La libertà non è un regalo dello Stato, il caso dell'Isola delle Rose".
Ne riporto questo stralcio:
L’Isola delle Rose fu un immediato successo turistico. Incuriositi dalla novità assoluta di un’isola artificiale indipendente, ondate di turisti, ogni giorno, presero la barca per andare a visitarla. Le uniche attività aperte erano un bar-ristorante e una tipografia in cui si stampavano i francobolli. Nel progetto si sarebbe dovuta stampare anche una valuta indipendente (il milo), costruire nuovi negozi, una pompa di benzina e in prospettiva anche un aeroporto, su ulteriori piattaforme. Ma quella piccola struttura, che allora era grande appena 400 metri quadrati, era considerata inaccettabile dal governo e anche dall’opposizione comunista. La campagna di diffamazione fu violenta: si disse che sull’isola si giocava d’azzardo, che vi fosse un night club clandestino e addirittura che i sovietici vi volessero costruire una base (sei anni dopo la crisi dei missili di Cuba, la tensione era alta). Fatto sta che l’indipendenza dell’Isola delle Rose durò appena 55 giorni. Già il 25 giugno, la capitaneria di porto e le forze dell’ordine italiane la circondarono e vi impedirono l’accesso, nonostante l’isola non fosse assolutamente entro la giurisdizione dell’Italia. Nel febbraio 1969, nonostante la battaglia legale di Giorgio Rosa, che si appellò all’Onu, all’Europa e infine anche ai Cavalieri dell’Ordine di Malta (sovrano, ma a-territoriale), l’isola venne demolita. Un francobollo emesso dal “governo in esilio” della repubblica raffigura l’esplosione della piattaforma con la scritta “Hostium rabies diruit opus non ideam”: “La violenza del nemico distrusse l’opera, non l’idea"".
Oggi, chi crede in certi valori ha fame di libertà.
L'Italia di questi tempi è l'Italia dei divieti, molti dei quali sono per di più insensati.
Addirittura, lo Stato ci dice chi possiamo frequentare durante le feste natalizie.
Ci dicono che vi sia questa situazione per ridurre il contagio del Covid.
Peccato, per coloro che dicono ciò, che il Covid continui a diffondersi e l'Italia sia tra i Paesi con la più alta mortalità.
Ergo, ci tolgono le libertà ma si continua a morire.
Questo ci fa venire voglia di farci una nostra "Isola delle Rose", un luogo nel quale non vi è azzeccagarbugli che ci parla solo di restrizioni, senza dare risposte ai commercianti e alle famiglie nel campo economico.
Abbiamo a che fare con un Governo che toglie le libertà ma che non fa nulla per le imprese e per coloro che lavorano.
Così facendo, manda in crisi aziende e famiglie.
Inoltre, il fatto che lo Stato metta le mani persino nelle relazioni umane fa sì che tanta gente si disaffezioni ad esso.
L'idea dell'Isola delle Rose rappresenta ciò.
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