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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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venerdì 18 dicembre 2020

Il mito dell'Isola delle Rose


Su "La Nuova Bussola Quotidiana", vi è un articolo intitolato "La libertà non è un regalo dello Stato, il caso dell'Isola delle Rose".
Ne riporto questo stralcio:

"Lo spessore che si vede al di sotto della patina di commedia è dato dal fatto che il film è tratto da una storia reale. Alla fine degli anni Cinquanta, un brillante ingegnere bolognese, Giorgio Rosa, un uomo schivo e dalla parte sbagliata della storia (era soldato, di leva, nella Repubblica Sociale Italiana), vessato dalla burocrazia, deluso dalla classe politica, decise di mettersi in proprio. In senso pieno: costruire una sua attività commerciale su un’isola artificiale, nel mare, fuori dalle acque territoriali italiane, al largo di Rimini. “Sulla terraferma la burocrazia era soffocante – raccontava lo stesso Giorgio Rosa – L’idea era di sfruttare il turismo e vendere benzina senza le accise, aprire un bar e un ufficio postale, emettere francobolli. Sarebbero sorte altre iniziative, sull’esempio di altri micro-Paesi indipendenti, come San Marino. La cosa avrebbe retto: dove c’è libertà c’è ricchezza”. Nel 1958, Giorgio Rosa brevettò il progetto di una piattaforma marittima, simile a quelle usate per l’estrazione del gas. Il 1° maggio 1968, inaugurò l’isola, piantata sul fondale, 500 metri oltre il limite delle acque territoriali italiane. E proclamò l’indipendenza. Nacque la micro-nazione chiamata Repubblica Esperantista dell'Isola delle Rose. Per distinguerla dalla terraferma, infatti, Giorgio Rosa adottò come lingua nazionale l’esperanto, pur non sapendolo, anche ispirato da un convengo internazionale di esperantisti che in quei giorni si teneva a Rimini.

L’Isola delle Rose fu un immediato successo turistico. Incuriositi dalla novità assoluta di un’isola artificiale indipendente, ondate di turisti, ogni giorno, presero la barca per andare a visitarla. Le uniche attività aperte erano un bar-ristorante e una tipografia in cui si stampavano i francobolli. Nel progetto si sarebbe dovuta stampare anche una valuta indipendente (il milo), costruire nuovi negozi, una pompa di benzina e in prospettiva anche un aeroporto, su ulteriori piattaforme. Ma quella piccola struttura, che allora era grande appena 400 metri quadrati, era considerata inaccettabile dal governo e anche dall’opposizione comunista. La campagna di diffamazione fu violenta: si disse che sull’isola si giocava d’azzardo, che vi fosse un night club clandestino e addirittura che i sovietici vi volessero costruire una base (sei anni dopo la crisi dei missili di Cuba, la tensione era alta). Fatto sta che l’indipendenza dell’Isola delle Rose durò appena 55 giorni. Già il 25 giugno, la capitaneria di porto e le forze dell’ordine italiane la circondarono e vi impedirono l’accesso, nonostante l’isola non fosse assolutamente entro la giurisdizione dell’Italia. Nel febbraio 1969, nonostante la battaglia legale di Giorgio Rosa, che si appellò all’Onu, all’Europa e infine anche ai Cavalieri dell’Ordine di Malta (sovrano, ma a-territoriale), l’isola venne demolita. Un francobollo emesso dal “governo in esilio” della repubblica raffigura l’esplosione della piattaforma con la scritta “Hostium rabies diruit opus non ideam”: “La violenza del nemico distrusse l’opera, non l’idea"".

Il mito dell'Isola delle Rose è presente più che mai.
Oggi, chi crede in certi valori ha fame di libertà.
L'Italia di questi tempi è l'Italia dei divieti, molti dei quali sono per di più insensati.
Addirittura, lo Stato ci dice chi possiamo frequentare durante le feste natalizie.
Ci dicono che vi sia questa situazione per ridurre il contagio del Covid.
Peccato, per coloro che dicono ciò, che il Covid continui a diffondersi e l'Italia sia tra i Paesi con la più alta mortalità.
Ergo, ci tolgono le libertà ma si continua a morire.
Questo ci fa venire voglia di farci una nostra "Isola delle Rose", un luogo nel quale non vi è azzeccagarbugli che ci parla solo di restrizioni, senza dare risposte ai commercianti e alle famiglie nel campo economico. 
Abbiamo a che fare con un Governo che toglie le libertà ma che non fa nulla per le imprese e per coloro che lavorano.
Così facendo, manda in crisi aziende e famiglie.
Inoltre, il fatto che lo Stato metta le mani persino nelle relazioni umane fa sì che tanta gente si disaffezioni ad esso.
L'idea dell'Isola delle Rose rappresenta ciò.

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Ringrazio un caro amico di questa foto.