Riporto questo stralcio dell'articolo:
"Negli Stati Uniti, dal 2015, anno della strage di Charleston contro una comunità nera, e in modo più intenso dopo l'incidente di Charlottesville del 12 agosto 2017, si è scatenata una corsa ad abbattere i monumenti che ricordano personalità controverse, da Cristoforo Colombo (accusato di brutalità contro i nativi americani) ai proprietari di schiavi della Confederazione di Stati del Sud che difesero la visione di un'America bianca durante la guerra di secessione, ad altri personaggi come il poliziotto Frank Rizzo o il politico e aviatore italiano Italo Balbo. Alcune statue vengono abbattute spontaneamente da gruppi di cittadini, su altre si è aperto un dibattito con le istituzioni. Presentiamo a confronto un articolo del Washington Post e uno del New York Times sullo stesso argomento ma con storici di diverso avviso interpellati sulla memoria storica rappresentata da questi monumenti. Leggiamo sul Washington Post del 25 agosto 2017:
NEW YORK — Non si tratta solo di Robert E. Lee e di Stonewall Jackson.
L’esame di coscienza nazionale sull’opportunità di abbattere i monumenti dedicati ai semidei della Confederazione Americana si è estesa a altre figure della storia, accusate di malefatte, incluso Cristoforo Colombo (brutalità nei confronti dei nativi americani), l’uomo che dà il nome alla Faneuil Hall di Boston (un mercante di schiavi) e l’ex sindaco di Philadelphia Frank Rizzo (fanatismo).
Gli storici, intervistati dalla Associated Press, hanno espresso opinioni differenti sui giudizi che è possibile esprimere circa il valore delle statue, ma erano concordi su una cosa: eliminare un monumento non è una decisione che si dovrebbe prendere in tutta fretta durante un momento di fervore politico.
“Se lo facciamo in modo indiscriminato, ce ne pentiremo”, ammonisce lo storico dell’università di Yale David Blight, esperto di schiavitù. “Sono molto cauto di fronte alla fretta di giudicare ciò che odiamo, ciò che amiamo, ciò che disprezziamo e ciò che ci offende”.
Blight e altri storici affermano che il modo più appropriato di determinare se rimuovere o meno i monumenti, confederati o altri, è attraverso dibattiti che soppesino molti fattori, tra cui la motivazione sottostante la loro costruzione e il perché furono eretti, dove sono collocati, il contributo dei soggetti alla società rispetto alle malefatte di cui sono accusati, il significato storico e il valore artistico dei monumenti stessi.
Alcuni storici dicono anche che una statua in un luogo pubblico può servire a un importante fine educativo - anche se racconta una brutta storia - valore educativo che potrebbe andare perso se il monumento fosse buttato tra i rifiuti o consegnato a un museo.
“Abbattendo i monumenti o nascondendoli, facilitiamo l’oblio”, ha dichiarato Alfred Brophy, un professore di Legge all’università dell’Alabama che sta studiando la questione. “Così facendo si compra l’assoluzione a un prezzo troppo basso. C’è un valore nell'essere padroni della propria storia”.".
Abbattere una statua o un monumento è segno di un cedimento culturale.
Anzi, è segno di un'abiura culturale.
Provate ad immaginare cosa accadrebbe se si decidesse, per esempio, di abbattere il Colosseo di Roma o la cattedrale di Palermo, per "non offendere gli immigrati provenienti dall'Africa" (che fu colonizzata dai Romani) o per "non offendere i musulmani", poiché nel luogo dell'attuale cattedrale del capoluogo siciliano vi era una moschea durante il periodo della dominazione araba della Sicilia.
Lo stesso discorso vale anche per le statue di Cristoforo Colombo nei Paesi americani.
Quegli americani (del nord e del sud) che vogliono abbattere le statue di Cristoforo Colombo nelle loro città (per chissà quale "senso di colpa") fanno un danno a loro stessi e ai loro Paesi.
Infatti, essi distruggono la storia dei loro Paesi e quindi la loro stessa storia.
Per questo motivo, Colombo non si tocca.
Il medesimo discorso si può fare per altri monumenti, come quello del generale Robert Lee, che è tanto caro agli abitanti del Sud degli Stati Uniti d'America.
Per questo, per esempio, quando parlo con gli amici del Comitato Manifestazioni Roncoferraro dico che nelle gite sociali è bene visitare chiese e monumenti.
Facendo ciò si viene a contatto con la nostra storia.
Perdere il contatto con la propria storia è solo un suicidio culturale.
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