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sabato 30 settembre 2017

L'immigrazione che non possiamo permetterci. Nota di Vito Schepisi

Ringrazio l'amico Vito Schepisi di questa sua nota:


"Quando si parla di atteggiamenti virtuosi si può anche invertire l’ordine d’importanza delle cose, facendo prevalere ciò che può apparire solidale e umano, al contrario di ciò che invece potrebbe sembrare freddo, calcolato e di scarsa umanità. Accade con la questione dei migranti, quando si parla di civiltà dell’accoglienza, di diritti umani, di solidarietà con chi cerca fortuna lontano da casa, per sfuggire agli stenti e alla fame, alcuni alle guerre e alle persecuzioni e, per giunta, con quei giovani dalla pelle scura che cercano fortuna in Europa abbagliati dall’idea, spesso illusoria, di cambiare il corso della loro vita. È diverso quando, a tutti i buoni propositi e a quell’approccio al buonismo - che è cosa diversa dall’essere buoni – per motivazioni ideologiche o per opportunismo, si contrappongono i numeri e le statistiche. È ancora più chiara la differenza che passa tra chi si richiama alla realtà e chi predica accoglienza e integrazione, se interviene quella parte della sociologia che si occupa di fenomeni ed analisi dei dati e che ci spiega le motivazioni degli atteggiamenti “buonisti”. L’animo umano con diverse sfumature è uguale in tutte le circostanze, se nasce e cresce in un contesto omogeneo e se ha le stesse radici socioeconomiche e culturali. Non ci sono differenze antropologiche dovute ad arcane teorie sul pensiero. In sostanza non esiste il buono o il cattivo legato all’appartenenza ad un’area politica o meno. Il tentativo di dividere gli individui, trasformando l’avversario politico in nemico da abbattere, fa parte dell’idea massimalista e totalitaria, non della democrazia liberale. Quando cadono, pertanto, le basi di un pensiero, perché ha fallito e si mostra impercorribile, subentra la necessità di trovare altre ragioni di divisione. Certe credenze erronee – ci spiega infatti il Prof. Luca Ricolfi - hanno una potente funzione identitaria: aiutano l’elettore progressista a sentirsi migliore, più civile, più aperto dell’elettore che di sinistra non è" e "i politici di sinistra hanno un disperato bisogno di trovare altre ragioni per far credere ai loro elettori di essere ancora dalla parte giusta. Di qui una mutazione storica, forse irreversibile: la sinistra odierna di tutto si occupa, dalle coppie di fatto allo ius soli, dal testamento biologico alla propaganda fascista, dai diritti dei gay al reato di tortura, tranne di ciò che starebbe a cuore ai ceti popolari: più sicurezza e più posti di lavoro". Sicurezza e posti di lavoro sono contenuti politici che richiedono un duraturo e responsabile impegno di governo che rischia di entrare in conflitto con la demagogia, con la popolarità e con l’opportunità. Sicurezza (legalità e controllo del territorio) e impresa (i posti di lavoro si ottengono con le iniziative imprenditoriali) non entusiasmano il popolo di sinistra. Meglio le unioni civili e i diritti dei gay, l’accoglienza dei migranti, lo ius soli, la lotta ai simboli del fascismo ed altre battaglie politiche che hanno una funzione identitaria, anche se non migliorano le condizioni di vita del Paese, e se creano ulteriori problemi. La questione dei migranti, tra i problemi, ha dimensioni epocali. L’Italia, anche se i flussi si arrestassero qua, ha già modificato il suo futuro. Le condizioni del Paese, però, tra debiti, disoccupazione, precarietà, carenze strutturali, devastazioni territoriali, mafie e illegalità, sono difficili. Non ce lo potevamo, non ce lo possiamo e non ce lo potremo permettere. Non avremmo dovuto distrarre neanche un centesimo dall’azione di ripresa economica e di sviluppo del Paese. È una violenza contro il nostro Popolo. Gli studi europei, inoltre, registrano medie impressionanti sulla criminalità. Mentre in Italia il ministero dell’Interno, in particolare con Alfano, si sforzava di minimizzare il numero dei crimini degli immigrati, le statistiche ci rilevano che c’è una netta distinzione di numeri tra i reati degli stranieri regolari e i clandestini: i primi delinquono solo 3 volte più degli italiani, mentre i secondi (gli irregolari) 30 volte di più. Ancor più sconfortante, infine, è il modo della sinistra che dinanzi a reati di violenza, sistematicamente fa rilevare che anche gli italiani sono violenti, quasi a voler giustificare l’ondata di criminalità che si va diffondendo in Italia e tra queste la viltà di aggressioni e di stupri verso le donne.".

Questa immigrazione (così com'è gestita oggi) è solo un male.
Questi immigrati (che vengono qui clandestinamente) non portano nessun beneficio a noi e al nostro Paese.
Pensiamo alla situazione nelle carceri che è molto grave.
Molti di questi immigrati delinquono.
Non trovando lavoro (che manca anche per noi italiani) molti immigrati non qualificati vivono di espedienti e possono delinquere.
Tutto ciò è per noi un costo.
Questi immigrati ci costano per l'assistenzialismo, oltre a costarci per quello che combinano, andando in carcere.
Con tutti i soldi spesi per questa gestione inefficace dell'immigrazione, noi avremmo potuto costruire anche un'opera fondamentale come il ponte sullo Stretto di Messina.
All'Italia servono più opere come il ponte sullo Stretto di Messina che questo tipo di immigrazione che ci porta solo miseria.
Quindi, piantiamola con questo buonismo!

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