Non è certo colpa della procura di Rieti, il cui capo Giuseppe Saieva ha già chiarito che il fascicolo aperto dopo le dichiarazioni del sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi, sulla "sparizione" delle donazioni post-sisma arrivate via sms avrà vita breve: "Una bolla di sapone".
Quei soldi, in effetti, non sono spariti. Non c'è molto di penale su cui indagare, non c'è un giallo da risolvere, e l'archiviazione sembra la strada più naturale, considerando che quei milioni di euro sono al sicuro nei conti della Protezione civile. Di penale, invece, c'è l'indagine per truffa a carico di 120 romani che, sfruttando la residenza "fittizia" ad Amatrice, sono stati pizzicati dalla procura reatina a incassare il contributo (da 400 a 900 euro) erogato alle vittime del sisma che prendono casa in affitto. Mentre le vittime vere, magari, vivono nelle baracche.
A finire insabbiate, però, saranno le vere responsabilità che hanno portato alla denuncia di Pirozzi. Non penali, politiche.
Io sono pronto a scommettere che se (anziché Matteo Renzi) il premier fosse stato Silvio Berlusconi e se il governo fosse stato di centrodestra ci sarebbe stato un gran casino.
Però, ricordo che riguardo alla tanto bistrattata gestione del post-sisma che ci fu all'Aquila nel 2009, le cose furono fatte.
Gli aquilani ebbero un tetto sulla testa e non stettero nelle baracche.
Invece, riguardo a questo terremoto c'è ancora gente senza casa e che vive nelle baracche.
Anzi, i terremotati sono stati lasciati soli, dopo tante promesse e belle parole.
Diciamo le cose come stanno.
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