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venerdì 29 settembre 2017

Caminu Sancti Michaeli pì lu pilligrinu/ Il cammino di San Michele per il pellegrino

O tu, di 'Ngriterra pilligrinu...
chistu caminu eni...cà hai a fari...
da lu primu sò munti 'n Curnuvagghia...
a lu secunnu 'n Gallia...unni suttu lu mari...
la terra accussì 'nghiutti...

et pì di Susa la porta...hai tu a vidiri...
et poscia su lu Mons Sancti Angeli...
accussì 'n Pugghia hai tu a stari...
pì a la Sancta Hierusalem ghiri...
come l'Arcancilu Michael dicidìu.

Italiano:

O tu, d'Inghilterra pellegrino...
questo il cammino è...che devi fare...
dal primo suo monte in Cornovaglia...
al secondo in Francia...ove sotto il mare...
la terra così inghiotte...
e per di Susa la porta...hai tu a vedere...
e dopo sul Monte di Sant'Angelo...
così in Puglia devi tu stare...
per alla Santa Gerusalemme andare...
come l'Arcangelo Michele decise.

Prima di tutto, auguro un felice onomastico a coloro che si chiamano Michele, Gabriele e Raffaele.
Ora, idealmente, vi è una sorta di "Strada di San Michele" (un santo da cui sono affascinato) che unisce Gerusalemme alle Isole Britanniche.
Pensiamo alla Cornovaglia, ove il culto di San Michele è ancora presente, nonostante la Riforma protestante.
Vicino alla Cornovaglia vi è l'isola di Mount Saint Michael, ove vi era un monastero soppresso con la politica di re Enrico VIII nel XVI secolo.
Dall'altra parte, vi è Mont Saint Michel, in Francia.
L'abbazia dedicata a San Michele risale al 709, quando San Michele apparve al vescovo di Avranches Sant'Auberto.
All'inizio, il vescovo ignorò la richiesta, finché l'arcangelo non gli bruciò il cranio con il suo dito.
Molti pellegrini affrontarono i pericoli del braccio di mare che separava (e che tuttora separa) l'isola dalla terraferma.
Infatti, quando la marea si abbassa, il braccio di mare sembra asciutto ma resta insidioso.
Oggi, vi è una strada che collega l'isolotto alla terraferma ma in passato tanta gente rimase intrappolata nelle sabbie mobili e morì quando la risalita della marea.
In Val di Susa, non lontano da Torino, vi è la Sacra di San Michele.
Essa fu fondata tra il X e l'XI secolo ma la devozione a San Michele fu presente già a partire dal VI secolo.
San Michele era il santo dei Longobardi.
In Puglia, sul Monte Gargano, vi è il santuario micaelita di Monte Sant'Angelo.
Secondo la tradizione, un certo Elvio Emanuele, ricco proprietario e signore del Monte Gargano, aveva smarrito un toro di sua proprietà. Dopo vari giorni di ricerca trovò la bestia inginocchiata all'interno di una spelonca quasi inaccessibile. Vedendo l'impossibilità di dargli soccorso, il ricco pastore scoccò una freccia che inspiegabilmente, tornò indietro, ferendolo. L'uomo rimase assai turbato dell'accaduto e raccontò il tutto al vescovo di Siponto, San Lorenzo Maiorano. Questi così ordinò ai fedeli tre giorni di penitenza. Al terzo giorno, l'8 maggio del 490 l'Arcangelo Michele apparve al santo vescovo e gli ordinò di dedicare la grotta al culto cristiano in suo nome. Dopo questa apparizione (detta del Toro) l'Arcangelo si manifestò al vescovo Maiorano nel 492 e nel 493.
Questo è il percorso di San Michele.



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