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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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martedì 26 settembre 2017

La CEI lasci perdere lo ius soli

Sembra che la Conferenza Episcopale Italiana stia virando a sinistra.
Come riporta il quotidiano "Il Giornale", si parla di una chiesa ospedale da campo come piace a Papa Francesco. È quella che immagina il cardinale Gualtiero Bassetti, neo presidente della CEI, che ieri ha aperto il suo primo consiglio episcopale permanente. Una chiesa attenta e inserita pienamente nei problemi sociali, politici ed economici del Paese. È un discorso programmatico quello del nuovo numero uno dei vescovi italiani, nominato da Papa Francesco che lo ha scelto tra una terna eletta dai presuli.
Al cardinale Bassetti, vorrei porre questa semplice domanda: "Non si rende conto che continuando a fare campagne per lo ius soli si rischia di fare allontanare molti fedeli dalla Chiesa?".
Lo ius soli non è una priorità.
Con tutti i problemi che noi abbiamo, lo ius soli non è una priorità.
Ci sono persone senza lavoro o con lavori che non garantiscono un futuro (come me), ci sono famiglie che non arrivano e fine mese ed aziende che chiudono.
Si pensi a risolvere queste problematiche.
Per il bene della Chiesa, la CEI lasci perdere lo ius soli.
Qualche prete che conosco mi dirà: "Scrivendo così, tu non fai un buon servizio alla Chiesa!".
Qui casca l'asino.
Se ci sono delle persone che non fanno un buon servizio alla Chiesa sono proprio quei preti "buonisti" che ogni giorno ci rompono le scatole con la questione dei migranti e dello ius soli, senza tenere conto della povera vecchietta che ha una pensione da fame o dell'imprenditore che fallisce o della famiglia italiana che non arriva a fine mese.
Anche nella stessa Chiesa ci sono posizioni distinte.
La Conferenza Episcopale Spagnola, per esempio, ha detto che i poveri debbono essere aiutati a casa loro.
Forse, il cardinale Bassetti dovrebbe riflettere.
Questi atteggiamenti allontanano la gente dalla Chiesa.
Io ho sentito gente che ha detto di avere smesso di andare a messa perché, anziché sentire la Parola del Signore, si sentono i comizi e gli spot pro-migranti, quasi come se noi dovessimo sentirci in colpa verso di loro.
Del resto, c'è già una legge che conferisce la cittadinanza agli stranieri che stanno qui in Italia e che la richiedono.
Essere italiani non significa solo avere un pezzo di carta su cui c'è scritto "cittadino italiano" ma anche riconoscersi come parte della storia, della società e della cultura italiana.
Quindi, piantiamola con certa retorica!


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Ringrazio un caro amico di questa foto.