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mercoledì 20 settembre 2017

Storia dell'Autostrada Salerno-Reggio Calabria

Autostrada A2 Fisciano-Reggio Calabria, gallerie Pilone (tra Scilla e Santa Trada). Notate, sulla destra le due vecchie gallerie. La canna della vecchia carreggiata nord è tombata, l'altra è stata riqualificata per la viabilità ordinaria. Foto di Francesco Antonio Rossi.




Non potevo non parlare di un tema della storia recente del nostro Paese: l'Autostrada A2 Fisciano-Reggio Calabria.
Vi parlo ora di questa infrastruttura (a me molto familiare) e del suo impatto sul nostro Paese e sulla sua storia.

La storia di questa autostrada è molto travagliata.
In origine, essa era denominata Autostrada A3 Napoli-Reggio Calabria.
L'autostrada era divisa in due tronconi, quello tra Napoli e Salerno e quello tra Salerno e Reggio Calabria.
Il primo era a pedaggio mentre il secondo no.
Solo il 13 giugno di quest'anno, il troncone compreso tra Salerno e Reggio Calabria è stato rinominato come Autostrada A2 Fisciano-Reggio Calabria o Autostrada del Mediterraneo.
Infatti, ad esso è stato accorpato anche un pezzo del raccordo R3 Avellino-Salerno, quel raccordo che collega l'autostrada all'Autostrada A30 Caserta-Salerno.
Ora, faccio il mio sunto storico.


L'idea di creare un'autostrada che collegasse Napoli a Reggio Calabria e alla Sicilia nacque nei primi anni '60.


Il 24 giugno 1961, venne fatta la legge n° 729 o "legge Zaccagnini" .


Questa legge pianificava le costruzioni stradali ed assegnava all'ANAS la costruzione e la futura gestione della Salerno-Reggio Calabria, autorizzandola a contrarre mutui per 180 miliardi di lire, costo iniziale stimato dell'opera.


Il 21 gennaio 1962, i lavori iniziarono a Montevergine, vicino a Reggio Calabria e furono inaugurati dall'allora premier Amintore Fanfani (1908-1999).


La lapide posta all'inizio dell'autostrada recita:








"Dopo XXI secoli la via che Roma aprì a unire le genti del Mezzogiorno, si riapre oggi sulle antiche orme da Salerno a Reggio Calabria per continuare e completare fra il Settentrione e il Meridione d'Italia la grande via del traffico e del lavoro".


Nel 1967, l'autostrada venne aperta al traffico nel tratto tra Salerno e Lagonegro.


Nell'anno successivo, essa raggiunse Cosenza e nel 1974, essa arrivò a Reggio Calabria.
I travagli non furono pochi.

In origine, il tracciato dell'autostrada avrebbe dovuto essere diretto ed avrebbe dovuto percorrere la costa tirrenica.
Tuttavia, in quegli anni vi furono problemi geopolitici in Calabria (riguardo alla disputa sul ruolo di capoluogo tra Catanzaro e Reggio Calabria) ed un politico cosentino di nome Giacomo Mancini (1916-2002) fece modificare il tracciato, così da farlo passare nelle zone interne e lontane dalla città.
Questo comportò delle criticità tecniche.
L'autostrada si inerpicava in zone montuose e ad alto rischio sismico ed idrogeologico.
Fu esemplare il caso dei viadotti "Taggine" e "Sirino", in Basilicata, che furono distrutti da una frana nel 1972.
Si dovette chiudere l'autostrada per un certo tempo, per poi riaprirla con una percorso alternativo di una sola carreggiata che sostituì i due viadotti distrutti.
Questo "percorso alternativo" avrebbe dovuto essere temporaneo ma in realtà esso fu in esercizio fino a qualche anno fa e solo di recente è stato sostituito da galleria a doppia canna.
Con la legge obiettivo 443 del 2001, si è deciso di ammodernare l'autostrada.
Essa non era più in grado di reggere il traffico aumentato ed era priva di corsie d'emergenza.
Inoltre, vi era la strozzatura del Sirino.
Così (di fatto) si costruì una vera e propria nuova autostrada, realizzando nuove porzioni di tracciato in variante.
Ne è un esempio la galleria "Casalbuono", che si trova tra Buonabitacolo-Padula e Lagonegro Nord, in Campania, e che sostituisce il tratto con la vecchia galleria "Costarelle", oggi dismessa.
Essa è stata aperta nel 2011.
I lavori sono stati travagliati, anche per i problemi causati dalla criminalità organizzata, che puntava ad inserirsi nelle gare d'appalto.
Solo il 22 dicembre 2016, sono stati finiti i lavori...si fa per dire.
Infatti, alcune porzioni di tracciato non saranno ammodernate ma saranno solo manutentate con la sostituzione di asfalti, dei giunti dei viadotti e dei calcestruzzi e degli impianti di illuminazione delle gallerie.
Tra questi tratti, vi è quello (pericoloso) tra Cosenza ed Altilia-Grimaldi.
Questa autostrada è nota per il fatto di avere il viadotto più alto d'Italia (e secondo viadotto più alto d'Europa) che è denominato "Italia" e che si trova tra Laino Borgo e Mormanno, in Provincia di Cosenza.
Esso fu costruito sul progetto dell'ingegnere Fabrizio de Miranda tra il 1966 ed il 1969 per valicare la valle del fiume Lao.
La sua lunghezza è di 1.120 metri e la sua altezza dal fondovalle è di 263 metri.
La sua galleria più lunga è oggi la galleria di "Serra Rotonda", che si trova a Lauria, in Provincia di Potenza.
Questo tunnel è lungo circa 3.800 metri ed è stato aperto nel 2015.


Esso rimpiazza un tratto pericoloso, che comprendeva il viadotto "Cavallo", la vecchia galleria "Serra Rotonda" ed i viadotti "Pianicello I", "Pianicello II" e "Caffaro".
Quest'ultimo viadotto è stato sostituito da uno omonimo, per l'accesso al tunnel e l'uscita da esso.
I lavori sono stati fatti con perizia.


Pensiamo al tratto vicino a Campotenese, in Provincia di Cosenza, di cui parla questo video del 2013.





L'auspicio è che oggi questa autostrada possa dare al nostro Sud una vera prospettiva di sviluppo.
Ricordo che con le infrastrutture si fecero intere città, come nel caso della città canadese di Vancouver, che divenne grazie alla ferrovia nel 1880.


















































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