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giovedì 28 settembre 2017

Integrazione, la nota di Giulio Meotti




Su Facebook, ho trovato questa nota di Giulio Meotti:

"Il piano del governo per l'integrazione sembra la Corazzata Potemkin di Fantozzi....Un bignami di decoro, assistenzialismo, educazione civica, boldrinismo e antirazzismo (leggi "islamofobia"). Nessuna integrazione può funzionare senza i seguenti principi: esclusione totale dei Fratelli musulmani e simili, corso obbligatorio di cultura occidentale (Crociate, Shoah e Israele compresi), ore obbligatorie sui principi chiave delle società occidentali (libertà di espressione, libertà di coscienza, rispetto della donna e delle minoranze, patrimonio cristiano...), legge immediata per bandire il burqa in ogni sua forma e il velo integrale negli uffici pubblici, percorsi per le donne murate vive in casa, perdita di ogni beneficio sociale a fronte del rifiuto di questi percorsi. Fatto questo, poi parliamo dei diritti. Non una integrazione dunque, ma una assimilazione. Ma il problema ora è nostro: in quale cultura li assimiliamo se non ce ne è più nessuna?". 

Questa nota (che condivido in pieno) fa il paio con il mio articolo scritto prima, quello che parla delle islamiche che lasciano la scuola. 
Essere italiani non significa possedere solo un pezzo di carta con scritto "cittadino italiano" o solo parlare la lingua italia e (magari) anche qualche dialetto.
Essere italiani significa (prima di tutto) essere fedeli ai valori e alla storia del nostro Paese.
Ricordo, per esempio, che in Israele (uno Stato civile e democratico) i soldati non ebrei giurano fedeltà allo Stato come Stato Ebraico, poiché l'Ebraismo è suo patrimonio.
Anche se è musulmano o cristiano, l'israeliano è fedele ad Israele e al suo patrimonio che annovera la radice ebraica.
Questa è integrazione. 
Qui, in Italia sta crescendo solo la povertà, a causa delle misure assistenzialistiche date a chi viene da noi senza averne diritto.
Inoltre, si sta sottovalutando anche il rischio di fondamentalismo islamico.
Il futuro potrebbe essere nero.

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