vi invito a leggere un articolo del sito "Focus" che è intitolato "La questione migranti che portò Roma al collasso".
L'articolo parla dei Goti che nel IV secolo AD entrarono nell'Impero Romano.
Precisamente, parla della battaglia di Adrianopoli, che ci fu il 9 agosto 378 e del suo antefatto.
Nel 376 AD., secondo quanto racconta lo storico Ammiano Marcellino, i Goti furono costretti ad abbandonare i propri territori (nell'attuale Europa orientale) spinti dagli Unni, coloro che furono ritenuti essere "figli delle streghe" o "la razza più feroce di ogni parallelo", che premeva da nord sui loro confini. Il loro arrivo, "come un turbine, dalle montagne, come se fossero saliti dai più segreti recessi della Terra per distruggere tutto quello che capitava a tiro", provocò un bagno di sangue tra i Goti che decisero - come fanno oggi i siriani e non solo - di fuggire.
I Goti si trovavano in Dacia, l'attuale Romania.
Guidati dal loro capo Fritigerno (morto nel 380), i Goti chiesero allora ai Romani di potersi stabilire in Tracia, al di là del Danubio: una terra fertile con un fiume che li avrebbe protetti da un'invasione unna. Quell'area era governata dall'imperatore Valente (328-378), al quale i Goti promisero sottomissione a patto che avessero potuto vivere in pace, coltivando e servendo i romani come truppe ausiliarie. I Goti vennero coscritti nell'esercito. In segno di gratitudine, Fritigerno arrivò anche a convertirsi al Cristianesimo.
I Romani avevano la cultura inclusiva.
Essi integravano le popolazioni sottomesse.
All'inizio sembrò che tutto andasse bene ma poi gli ufficiali che avrebbero dovuto dare le provvigioni erano corrotti e vendettero al mercato nero le provvigioni che avrebbero dovuto dare ai Goti e questi ultimi furono così affamati che vendettero i loro figli come schiavi e furono costretti a comprare carne di cane.
Questo provocò una rivolta che sfociò nella battaglia di Adrianopoli.
Ora, il tema è molto attuale.
Dell'articolo, riporto l'ultima parte:
"Nella gestione dei flussi migratori, oggi, ci si prospettano due strade: quella dell'inclusione, e quella del rifiuto e del respingimento. Se è vero che la storia è magistra vitae, abbiamo già visto una volta dove porta la seconda via".
Vorrei ricordare una cosa: tra l'Europa del tempo dei Romani e quella attuale vi è una differenza: l'identità.
L'Europa del tempo dei Romani subì invasioni ma riuscì a rigenerarsi perché aveva un'identità.
L'Europa di oggi non ha un'identità.
Il rischio è che chi viene qui non si integri.
Gli attentati terroristici di Parigi e Bruxelles lo dimostrano.
Ringrazio l'amico Aurelio Giorgianni dell'articolo.
Cordiali saluti.
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