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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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sabato 7 novembre 2015

Contro l'Isis ci vogliono gli attributi!



Cari amici ed amiche,

leggete l'articolo scritto da Stefano Lorenzetto su "Panorama", il quale è intitolato "Per fermare i terroristi ci vogliono testa e palle".
L'articolo è un'intervista a monsignor Luigi Negri, arcivescovo di Ferrara ed abate dell'abbazia di Pomposa, oltre ad essere stato vescovo del Montefeltro-San Marino.
Sul Palazzo Arcivescovile di Ferrara, egli ha fatto mettere il gonfalone con la lettera araba "nun", la lettera con cui i terroristi dell'Isis marchiano le case dei cristiani a Mosul.
Il giornalista ha posto questa domanda:

"Lei hai dichiarato chiaro: "E' il momento di prendere l'idea di San Tommaso d'Aquino per cui è tollerabile che esista una forte azione di legittima difesa". Per scendere nel pratico: che si fa con lo Stato islamico?".

Il presule ha risposto:

"Bisognerebbe tentare di disarticolarne il vertice, folle e barbaro. Ci vorrebbe il ricorso a quell'"ingerenza umanitaria" predicata da Papa Wojtyla alla faccia di tutti i novatori teologici, un'azione vigorosa e mirata, come quella che impedì alla guerra nei Balcani di trasformarsi in una tragedia totale. Ma per promuoverla servono testa e palle".

Sono d'accordo ed aggiungo un commento scritto su Facebook dal collaboratore (nonché grande amico) Angelo Fazio all'articolo intitolato "Le forze armate vanno rispettate":

"Caro Antonio, sono pienamente d’accordo con quanto dici in questo tuo articolo. Però permettimi una riflessione. Io penso che, dal punto di vista di un cattolico (e di ciò che la nostra dottrina esprime in merito a certe tematiche) il concetto di “rispetto per i militari” non esprima pienamente le cose come stanno e che sia assai preferibile parlare di “devozione verso i militari”!Infatti, non si può certo sottovalutare la piena coerenza fra lo spirito d’arme e la nostra fede tenendo conto di varie cose.
La terminologia cattolica trabocca di riferimenti di chiara demarcazione militare: si pensi che il termine “sacramentum” proviene dalle legioni dell’esercito romano, oppure che spesso ci riferiamo alle Schiere Angeliche con categorie che fanno chiaro riferimento a quello spirito (non alludiamo forse a San Michele Arcangelo come “comandante dell’Armata Celeste?).
Inoltre dovremmo riflettere sulle cose grandiose che noi cristiani siamo stati capaci di fare quando abbiamo ibridato lo spirito d’arme con la Fede: si pensi agli ordini monastici-cavallereschi oppure alla Compagnia di Gesù che, per volere del suo Fondatore Sant’Ignazio di Loyola, è un’organizzazione che prende spunto dal mondo militare.
Ma io sono disposto ad essere un po' ecumenico e allargare il focus ai protestanti-metodisti dell’Esercito della Salvezza, di cui sono un grande estimatore.
Ma non si può sottacere dell’elevatissimo numero di santi che la Chiesa venera che in vita indossavano una divisa: una lunga scia che si protrae da diversi martiri dei primi quattro secoli che erano militari (come San Maurizio D’Aguanno e la Legione Tebea, San Floriano e Martiri di Sebaste) a Santa Giovanna D’arco fino a storie più recenti come il Servo di Dio Salvo D’Aquisto, il cappellano della Marina degli Stati Uniti morto eroicamente in Vietnam Padre Vincent Robert Capodanno (anche lui Servo di Dio e futuro Beato) oppure il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa che è divenuto per me un modello di vita importantissimo e che è stato annoverato fra i martiri cristiani del ‘900 dalla specifica commissione sui Nuovi Martiri che Giovanni Paolo II volle per il Grande Giubileo del 2000.
Insomma, si potrebbe affermare che in cielo c’è in questo momento (è proprio il caso di dirlo) un "esercito" di Santi Militari!
E il discorso potrebbe andare oltre, parlando dei fatti d’arme che sono stati rilevantissimi per la storia della Chiesa come le Crociate, la vicenda dei Samurai cattolici di Shimbara (nel Giappone del ‘600), quella dei contro-rivoluzionari della Vandea che si opposero alla Rivoluzione Francese oppure l’epopea dei cristeros messicani degli anni 20 del secolo scorso
".

Ringrazio Angelo, che è fantastico. E' sempre acuto, corretto e serio nel dire le cose.
Non si deve avere paura di dire che contro realtà orrenda come l'Isis serva un'azione militare.
Contro l'Isis serve un'azione militare mirata a colpire i gangli vitali di quella realtà terroristica.
Serve la testa (perché l'azione deve essere fatta con criterio, in modo da non fare dei massacri di persone innocenti) ma (scusatemi il termine) servono anche le palle.
Bisogna avere il coraggio di agire, senza timore.
Bisogna ammettere che ad oggi gli unici capi di Stato e di governo che non hanno timore (e che, scusatemi il termine, hanno ciascuno due palle grosse come due cocomeri) siano il presidente russo Vladimir Putin ed il premier israeliano Benjamin Netanyahu.
Quest'ultimo combatte ogni giorno contro i terroristi palestinesi.
Gli altri capi di governo non hanno coraggio.
Pensiamo al nuovo premier canadese Justin Trudeau, il quale ha detto che ritirerà i suoi soldati in lotta contro l'Isis, dopo che il suo predecessore Stephen Harper aveva iniziato un'azione contro quei terroristi.
Pensiamo al presidente americano Barack Hussein Obama, la cui azione è incoerente.
Non parliamo del nostro premier Matteo Renzi, il quale parla tanto e non fa nulla.
Ma dove vogliamo andare con questa gente?
Per avere la pace serve la sicurezza.
Cordiali saluti.







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