Cari amici ed amiche,
ho ricevuto in prestito da un amico il libro di Magdi Cristiano Allam "Islam, siamo in guerra".
Ne ho appena letto le prime trenta pagine e l'ho trovato interessante.
Ora, faccio un breve commento su un punto.
Noi stiamo commettendo un errore grossolano nel paragonare il terrorismo islamico ad altre forme di criminalità organizzata, come la mafia.
Ora, la mafia ed il terrorismo islamico hanno solo un punto in comune: il volere controllare dei territori con la forza.
Per il resto, le due realtà criminali sono differenti.
Della mafia, per esempio, si sa chi sono i boss, perché ha delle strutture piramidali.
Nel terrorismo islamico, invece, ci sono piccoli gruppi o singole persone di cui non si sa nulla, i quali sono coordinati, pur senza un organigramma preciso.
Inoltre, la mafia punta ad avere un potere politico.
La mafia è un "anti-Stato" che punta al business, al potere e al controllo politico di un territorio ma non impone una sua visione religiosa o una sua ideologia.
Il terrorismo islamico, invece, ha anche un fattore religioso ed ideologico e non punta solo ad avere un controllo politico ma vuole imporre anche il proprio credo religioso e chi non si piega al suo controllo politico, al suo credo e alla sua ideologia viene soppresso.
Il mafioso rispetta un codice d'onore.
Per esempio, la mafia (la vera mafia di vecchia scuola) non uccide bambini, donne e vecchi.
Invece, il terrorista islamico uccide chiunque non sia della sua ideologia e del suo credo.
Inoltre, l'affiliazione alla mafia è iniziatica (quindi è elitaria) mentre quella al terrorismo può avvenire in luoghi pubblici, come le moschee.
Con questo non voglio fare apologia della mafia ma voglio fare capire che contro il terrorismo islamico servono leggi diverse da quelle che ci sono contro la mafia.
Cordiali saluti.
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