leggete il mio articolo scritto su "Italia chiama Italia" e che è intitolato "Terrorismo, impariamo da Israele".
L'attentato che c'è stato a Parigi è stato più di un semplice "campanello d'allarme". In quel fatto gravissimo, oltre a morti e feriti, c'è stato anche il chiaro segnale di una guerra in corso. L'Isis (o Daesh) ci ha dichiarato guerra. Quel fatto di Parigi ci dimostra che l'Isis è presente ovunque e che noi non riusciamo ad identificarlo, anche a causa della "taqqyia", una tecnica con cui i fondamentalisti islamici dissimulano le loro vere idee ed il loro vero pensiero.Noi abbiamo sottovalutato il problema e "in nome dell'accoglienza" siamo anche arretrati, togliendo i simboli della nostra cultura e dei nostri valori, a cominciare dai simboli della tradizione giudaico-cristiana, come i crocifissi. Noi dobbiamo imparare a vivere dagli Israeliani. Quello che è accaduto a Parigi, in Israele è (praticamente) la normalità.
Purtroppo, questa è la realtà.
In Israele c'è una minaccia costante da parte dei fanatici di Hamas, dell'Autorità Nazionale Palestinese, dell'Isis e degli sciiti filo-iraniani.
Israele è costretto ogni giorno a difendersi.
I morti israeliani, però, qui in Italia non fanno notizia.
Anzi, molto spesso si vogliono fare passare gli israeliani per un popolo "brutte, sporche e cattive e che fanno soprusi di ogni genere contro i poveri ed indifesi arabi".
La realtà è ben diversa.
Tra i "poveri ed indifesi" arabi ci sono quelli che si fanno saltare con cinture esplosive ed uccidono tante persone innocenti.
Tra i "poveri ed indifesi" arabi ci sono coloro che accoltellano gli israeliani.
Vi invito a guardare questo video del giornale "Israel National News".
Il video mostra delle giovani palestinesi hanno tentato di accoltellare un israeliano.
Qui in Italia si è sottovalutato il problema del terrorismo.
Vi invito a leggere l'editoriale di Giorgio Mulè su "Panorama", il quale è intitolato "I barbari purtroppo sono già tra noi".
Dell'editoriale riporto questo pezzo:
"Nonostante gli inviti a prendere atto della guerra subdola e codarda che i terroristi combattono da oltre dieci anni, l’Italia si è colpevolmente cullata nell’utopia che eravamo sicuri mentre tenevamo aperte le porte a un’onda migratoria in cui tra i disperati si mescolavano i terroristi. Quanti ne sono entrati? Quanti ne sono rimasti nelle nostre città? Quanti hanno fornito false identità? Quanti si sono finti profughi? Nessuno lo sa".
Per "accogliere" delle persone noi ci siamo esposti al rischio di subire attacchi terroristici, oltre a quello dell'aggiunta di nuova povertà a quella esistente.
Cordiali saluti.
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