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domenica 22 novembre 2015

Lettera ai "musulmani moderati" di Magdi Cristiano Allam

Cari amici ed amiche,

sulla sua pagina di Facebook, Magdi Cristiano Allam ha riportato la sua "Lettera ai "musulmani moderati"", che egli ha pubblicato su "Il Giornale":
"Cari amici musulmani “moderati”, vi esorto a condannare senza se e senza ma il terrorismo islamico, uscendo dall'ambiguità e ponendo fine alla dissimulazione. Come immaginate di poter risultare credibili se, a otto giorni dalle stragi che hanno insanguinato Parigi, inscenate delle manifestazioni a Roma e a Milano con le parole d'ordine “contro il terrorismo”, “contro le guerre”, “contro l'islamofobia”?

Possibile che non siete neppure in grado di rappresentare correttamente la realtà specificando che si tratta di terrorismo islamico?

Pensate che siamo tutti così ingenui da non capire che, se restate nel vago limitandovi a denunciare il “terrorismo”, da un lato rifiutate di attribuire la connotazione di islamico al terrorismo anche se perpetrato nel nome di Allah e di Maometto, dall'altro sottintendete che si debba condannare contemporaneamente anche il supposto terrorismo di Israele, degli Stati Uniti e di tutti i nemici dichiarati dell'islam?

Non capite che non si possono mettere sullo stesso piano il terrorismo e le guerre, la violenza di chi sgozza, decapita, massacra e si fa esplodere per annientare tutti i “miscredenti” e sottomettere l'intera umanità all'islam, con la forza legittima degli Stati per combattere il terrorismo, anche quando gli Stati sbagliano, perché comunque sia gli Stati siamo tutti noi e noi non possiamo essere equiparati ai criminali islamici che disconoscono pregiudizialmente la sacralità della vita, non solo altrui ma anche la propria?

Così come dovreste smetterla di voler accreditare come reato penale la cosiddetta “islamofobia”, che non è contemplata dal nostro codice, avanzando la pretesa, in una civiltà dove si legittima la critica alle idee, alle ideologie e alle religioni, dove chiunque è libero di dire di tutto e di più contro il cristianesimo, la Chiesa, il Papa, Gesù e la Madonna, che l'islam debba fare eccezione, imponendoci il divieto assoluto di criticare e di condannare l'islam, Allah, Maometto e il Corano.

Sono stato musulmano moderato per 56 anni, credendo e perseguendo l'obiettivo di affermare un “islam moderato” in Italia. Rivendico ad oggi, che non sono più musulmano, il merito di aver promosso una visione moderata dell'islam e di aver dato visibilità pubblica a musulmani moderati. Il 10 settembre 2004 il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi mi ricevette al Quirinale, con una delegazione di musulmani moderati che avevano sottoscritto il “Manifesto contro il terrorismo e per la vita”, da me pubblicato sul Corriere della Sera il 2 settembre. In esso si leggeva: “Siamo schierati dalla parte dello Stato italiano contro i terroristi e gli estremisti di matrice islamica, e non solo, che attentano alla sicurezza e alla stabilità della collettività, sia perpetrando trame eversive sia utilizzando taluni luoghi di culto per attività di indottrinamento e arruolamento di combattenti e aspiranti terroristi suicidi”. Si affermava senza mezzi termini: “Diciamo in modo esplicito che le moschee d’Italia non devono in alcun modo trasformarsi in un cavallo di Troia di ideologie integraliste e di strategie internazionali volte a imporre un potere islamico teocratico e autoritario”.

Questa presa di posizione fu assunta da musulmani moderati in un contesto in cui non subivamo con la stessa intensità la guerra del terrorismo islamico globalizzato. Oggi che il terrorismo islamico si è radicato come realtà autoctona ed endogena, a maggior ragione dobbiamo aver presente che la condanna del terrorismo islamico deve essere un fatto scontato. Chi non dovesse condannare chiaramente e incondizionatamente va subito espulso.

Da cittadino italiano, a prescindere dalla mia fede cristiana, vi dico che oggi non è più accettabile che tra noi convivano persone che non rispettano le leggi dello Stato, che non ottemperino alle regole della civile convivenza, che non condividano i valori fondanti della nostra civiltà, la sacralità della vita di tutti, la pari dignità tra uomo e donna, la libertà di scelta, compresa la libertà di un musulmano di abiurare l'islam senza essere automaticamente condannato a morte per apostasia.

Non illudetevi che gli italiani vi consentiranno in eterno di trattare l'Italia come una terra di nessuno da trasformare in una terra di conquista islamica. Prima o dopo insorgeranno per riscattare il nostro legittimo e inalienabile diritto ad essere pienamente noi stessi dentro casa nostra
.".

Magdi Cristiano Allam conosce certe cose per esperienza vissuta e sa quello che dice.
Quindi, in queste sue parole vi è verità.
Lui ci sta mettendo in guardia dal rischio di terrorismo e posto ai suoi ex-correligionari delle questioni importanti.
Per esempio, un cristiano che passa all'Islam non subisce nulla.
Noi riconosciamo la sua libertà di scegliere la religione a cui vuole aderire.
Invece, un musulmano che si fa cristiano rischia la vita perché i suoi ex-correligionari lo bollano come "apostata", come un "uomo che ha rinnegato Dio".
Lo stesso diritto che ha il cristiano che diventa musulmano lo deve avere il musulmano che fa il percorso inverso.
E' chiaro il concetto?
Cordiali saluti.


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Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questo screemshot de "Il Corriere della Sera".