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giovedì 13 agosto 2015

Il mio viaggio a Sarsina e a San Leo

Cari amici ed amiche,

l'amica Stephanie Caracciolo aveva scritto su questo blog un articolo intitolato "Oratorio della Madonna della Neve, a Castel D'Alfero, comune di Sarsina.".

Lo debbo dire, Stephanie è fantastica nel dare gli spunti.
Con lei, potrei anche aprire un'impresa, se avessi i fondi per la farlo.
Ora, nel 1996, io ero stato a Sarsina, un Comune della Provincia di Forlì-Cesena, in Emilia-Romagna.
Il borgo risale al IV secolo BC e vi nacque il commediografo Tito Maccio Plauto (tra il 225 ed il 250 BC-184 BC).
Il paese di oggi è di origine medioevale.
A Sarsina vi è una bellissima concattedrale preromanica (nella foto).
Essa è legata a San Vicinio, primo vescovo di Sarsina (morto il 28 agosto 330 AD).
La reliquia di San Vicinio è il collare.
Con questo collare, egli teneva una pietra legata intorno al collo come penitenza.
Il collare viene oggi usato per dare le benedizioni e pare che la tra la di gente gente che ha ricevuto tale benedizione ci siano stati anche degli esorcismi,
Anch'io avevo ricevuto questa benedizione.
Un altro posto che avevo visitato è il museo romano, con tutte i resti di necropoli che erano presenti nella zona.
A Sarsina si mangia bene.
Si mangiano ottimi piatti di cucina romagnola.
Io mi ricordo di un ristorante chiamato "Antica Osteria".
Mi ricordo ancora oggi quello che avevo mangiato e faccio una "recensione postuma".
Avevo mangiato delle ottime tagliatelle con il ragù.
Mi ricordo che la porzione era abbondante.
Le tagliatelle erano fatte in casa, con quella sfoglia sottile e porosa, come qualsiasi buona "azdora" (massaia romagnola) avrebbe saputo fare.
La sfoglia porosa trattiene il ragù.
Il ragù era un tipico ragù romagnolo, con carni bovine e suine macinate, pomodoro, sedano, carota cipolla, vino bianco.
Se dovessi dare un voto, la mia valutazione sarebbe da 10.
Inoltre, vi era anche la piadina fatta in casa.
Calda e fragrante, quella piadina era davvero ottima.
Avrebbe meritato un bel 9.
Nel pomeriggio, mi ero recato a San Leo.



A San Leo vi è la famosa rocca (nella foto qui sopra).
All'epoca della mia gita (1996), San Leo faceva parte della Regione Marche, Provincia di Pesaro-Urbino.
Oggi, dopo referendum del 2006 che venne implementato nel 20009, San Leo (insieme ai Comuni di Pennabilli, Novalfeltria, Talamello, Sant'Agata Feltria, Maiolo e Casteldelci) fa parte della Regione Emilia-Romagna e della Provincia di Rimini.
Come ho scritto prima, San Leo è nota per la sua rocca.
San Leo prende il nome da San Leo, il santo dalmata che fu compagno di viaggio di San Marino (275 AD-366 AD), fondatore dell'omonima e poco lontana repubblica.
Nel 1213, vi passò San Francesco d'Assisi.
La sua rocca ha una storia lunga.
Essi si trova su uno sperone del blocco roccioso in cui si trova il borgo.
Un primo fortilizio fu fatto dai Romani.
In seguito, San Leo fu contesa tra Goti, Bizantini e Longobardi.
Ivi stettero i re goti Vitige e Totila ed il generale bizantina Belisario.
Qui si dovette arrendere anche il re d'Italia Berengario II (900 AD-966 AD).
Nel XII l'Imperatore Federico II di Svevia conferì ad Antonio Carpegna la contea di San Leo.
Nel 1234, con il Duca d'Urbino Buonconte, i Carpegna assunsero il nome di Montefeltro, i quali (salvo la parentesi in cui ci fu Cesare Borgia, tra il 1502 ed il 1503) rimasero in San Leo fino all'estinzione della loro famiglia, che avvenne nel 1508.
Ai Montefeltro subentrarono i Della Rovere,
Nel 1516, il nuovo Duca d'Urbino Lorenzo de'Medici espugnò San Leo, la quale fu ridata ai Della Rovere fino al 1631, anno in cui la famiglia si estinse.
San Leo passò così allo Stato della Chiesa e vi rimase fino al 1860, anno in cui San Leo divenne parte del Regno d'Italia.
Durante i periodi dei Montefeltro e dei Della Rovere, la rocca fu una residenza ed ebbe funzioni militari.
Quando San Leo divenne parte dello Stato della Chiesa, la rocca divenne una prigione.
Qui venne imprigionato anche il massone Cagliostro (1743-1795).
La rocca assunse l'aspetto attuale grazie all'opera di Francesco di Giorgio Martini.(1439-1501).
In origine aveva quattro torrioni.
Oggi ne ha solo due.
Ora, io vorrei consigliare a tutti voi di andare a visitare questi luoghi.
Tutti pensano che la Romagna sia solo mare e discoteche.
La Romagna è anche Appennino e storia.
Anzi, quasi quasi consiglierei agli amici del Comitato Manifestazioni Roncoferraro Sarsina e San Leo come mete per una gita.
Spero un giorno di potere tornare a visitare quei luoghi e magari spero di visitare nuovamente anche Gradara e di andare a Pesaro e a Novilara.
Cordiali saluti.





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