Una catastrofe si sta consumando da più di un anno, nel silenzio pressoché totale dei media che troppo spesso sottovalutano le problematiche legate all’ambiente: le api stanno diminuendo in modo spaventoso in tutto il mondo. Alcuni penseranno che questo fenomeno potrebbe comportare semplicemente la diminuzione della produzione del miele, ma non è esattamente così: le api sono le responsabili dell’impollinazione di centinaia di specie di piante, sia coltivate che selvatiche. Le conseguenze di una mancata impollinazione si riflettono sull’agricoltura, e sull’intero ecosistema del Pianeta. In pratica, non solo niente miele, ma niente frutti, meno verdure, niente fiori.
“Se l’ape scomparisse dalla faccia della terra, all’uomo non resterebbero che quattro anni di vita”, affermava Albert Einstein. Sono molti gli scienziati che avallano questa tesi.
L’allarme è stato lanciato dall’Apat, che sostiene che i principali colpevoli siano i pesticidi oltre ai cambiamenti climatici.
L’Apat si concentra però soprattutto nell’analisi dei danni economici che deriverebbero da questa improvvisa morìa: le api sono infatti un’ enorme risorsa economica della natura. Un alveare contiene fino a 50.000 insetti, in Europa ci sono miliardi di api e ogni volta che un’ape esce dall’alveare, impollina un centinaio di fiori: un vero e proprio lavoro che produce solo nella UE miliardi di euro. Di primaria importanza è però l’impatto incommensurabile sull’ecosistema: senza api centinaia di piante scomparirebbero.
Purtroppo questo insetto sta scomparendo a ritmo serrato. Tra le cause che scienziati di tutto il mondo stanno studiando, oltre ai pesticidi, ci sono gli Ogm e le onde elettromagnetiche. E’ dimostrato che le api evitano i campi coltivati a Ogm, e trasmettono persino segnali d’allarme anche alle compagne che non abbiano ancora sorvolato le coltivazioni transgeniche.
Oltre a questo sembra che siano minacciate anche dalle onde elettromagnetiche dei nostri cellulari. Alcuni studi condotti dall’Università di Landau dimostrano che le api rifiutano di rientrare negli alveari se nei paraggi vengono installati ripetitori o congegni elettromagnetici. Il sistema di navigazione degli insetti ne verrebbe sconvolto al punto che non riuscirebbero più a trovare la strada per le arnie.
I telefoni cellulari provocherebbero quello che in termini scientifici viene definito: “Colony collapse disorder”, che provoca la morte dell’insetto lontano da casa. Questo fenomeno, riscontrato dallo scorso anno negli USA, dove gli apicoltori hanno denunciato una morìa pari all’ottanta per cento di api, è stato ultimamente segnalato sempre più spesso in Europa, soprattutto in Spagna, Germania, Gran Bretagna.
In Italia l’Unaapi, l’Unione Nazionale Associazione Apicoltori d’Italia, ha contato 50.000 alveari spopolati la scorsa primavera, soltanto nella Pianura Padana. Sul sito dell’associazione: http://www.mieliditalia.it/ è possibile inviare e condividere segnalazioni su alveari in pericolo situati in zone a rischio, e su episodi di morìe riscontrati in tutta Italia, nell’ambito della campagna “Aiutaci a salvare le api”.
Sempre dalla scorsa primavera, Greenpeace ha lanciato un grido d’allarme in rete, attraverso la diffusione di un inquietante video intitolato: Robobees. Nel video si mostra un esercito di api – robot, realizzate dalle multinazionali dell’agroalimentare, che sostituirebbero le vere api, per poter continuare l’impollinazione in modo artificiale. Questo comporterebbe il conferimento di un enorme potere alle stesse multinazionali, che concentrerebbero nelle loro mani il monopolio della produzione degli alimenti, attraverso la gestione dell’agricoltura mondiale. Il video fomenta il dubbio che lo sterminio in atto sia “calcolato” o comunque volutamente non contrastato. Tra le immaginabili conseguenze di questa “dittatura”: lo spazio maggiore che sarebbe dato alle monocolture a scapito della biodiversità.
Immagino che fucilone sia contrarissimo a questo articolo. È infatti, per dirne alcune, favorevole agli OGM, nega il disastro ambientale e il surriscaldamento del pianeta. Insomma, il problema delle api è roba di quei comunisti di greenpeace!
RispondiEliminaSbagliato!
RispondiEliminaLeggi questo mio articolo del 2009: http://www.italiachiamaitalia.net/news/121/ARTICLE/13265/2009-01-28.html.
Sei stato smentito.
Anzi, gli OGM potrebbero essere una soluzione, poiché ci sono piante geneticamente modificate che non hanno bisogno di pesticidi.
Vai a pettinare le bambole.
Mi dai ragione: hai scritto esattamente il contrario dell'articolo in commento, il quale attribuisce agli OGM una responsabilità nella decimazione delle api. Lo dice la tua collega, mica io?
RispondiEliminaSe fosse per quelli come te, vivremmo tutti nell'Età della Pietra!
RispondiEliminaQuando io critico le sentenze dei tribunali, tu fai tanto gradasso, dicendo: "Sono un avvocato e so della legge!".
Magari, avrai preso la laurea al CEPU o per corrispondenza.
Guarda che gli OGM non sono la causa della scomparsa delle api.
Molti OGM non hanno bisogno di pesticidi,
Quindi, cosa affermi?
Visto che tu rimarchi il fatto di essere un avvocato (delle cause perse) quando critico le sentenze, io rimarco il fatto di essere un tecnico di laboratori chimico-biologico (e tecnico della qualità, della sicurezza e dell'ambiente) e di certe cose ne so più di te, avendo studiato biologia.
Vai a pettinare le bambole e non farmi perdere tempo.