Ieri, sono stato alla presentazione della lista civica "2014 Volta Pagina" , la lista civica capeggiata da Mario Rigoni, che io sostengo (se pur con un sostegno molto "laico"), e che correrà alle elezioni amministrative che ci saranno qui a Roncoferraro (Mantova) il 25 maggio prossimo venturo.
Questa presentazione si è tenuta presso la Sala "Casoni" di Governolo.
Nell'ambito della cultura, il programma della lista è il seguente:
"Premessa: incremento dell’ investimento comunale in campo culturale
Nel nostro dizionario degli obbiettivi la parola “Cultura” assume un rilievo particolare.
Valorizzare questa tematica infatti è a nostro avviso una delle strade principali per ricercare sviluppo sociale, umano ed anche economico del nostro territorio.
Fondamentale sarà alzare l’attenzione riposta alle diverse stratificazioni sociali e generazionali, al fine di promuovere il dialogo tra la cittadinanza tutta, favorendo così, sia la collaborazione tra persone di età anche molto differenti tra loro, sia il percorso di affermazione di una società multiculturale serena.
Un’offerta culturale idonea, continua e di qualità può diventare un ottimo motore economico.
Innanzitutto perché potrebbe essere in grado di fare emergere il nostro territorio sia come attrazione turistica sia come polo di richiamo per la popolazione già presente, troppo spesso costretta a rivolgersi fuori dal comune a causa della scarsa offerta.
Importante sarebbe sviluppare la proposta cultura durante tutto l’arco dell’anno senza confinarla esclusivamente al periodo estivo al fine di generare continuità del servizio offerto.
Spalmare capillarmente l’offerta su tutte le frazioni del territorio sarebbe, oltre ad un ottimo metodo per favorire l’instaurazione di “rapporti di vicinato”, anche una pratica, seppur minima, risposta al tema della sicurezza.
Investire nella cultura, pertanto, non è a nostro avviso tempo o denaro buttato. Tutt’altro.
Investire sulla cultura e sul dialogo è uno dei cardini principali su cui ruoterà l’intera rivitalizzazione e rivalutazione del nostro territorio.
Assessorato attivo
Necessario a tale scopo è la creazione di un assessorato alla cultura attento alle diverse realtà sociali esistenti sul territorio; che riesca a stare “al passo coi tempi”, senza tuttavia perdere d’occhio la varie realtà ed esigenze generazionali che caratterizzano la nostra cittadinanza.
Un assessorato popolare lontano da logiche elitarie o di nicchia ma vicino al sentire della gente.
Per ottenere questi obbiettivi è necessario innanzitutto instaurare dei canali comunicativi diretti e continui con la cittadinanza ed in particolare con tutte le realtà che gestiscono già ora le offerte culturali sul nostro territorio.
Generare perciò un assessorato aperto al dialogo e disponibile all’ascolto, in contatto diretto e continuativo sia con tutte le realtà associative già presenti sul territorio sia col mondo della scuola.
Necessario sarà adoperarsi per la creazione condivisa di un calendario eventi continuo, eterogeneo e attrattivo.
L’assessorato avrà il compito di fornire al bisogno mezzi e competenze, sia con l’intervento diretto del Comune, sia tramite la creazione di una diffusa rete di relazioni che permetta la condivisione dell’esistente.
Particolare attenzione verrà riservata al metodo dell’autogestione per offrire spazi, far nascere progetti e servizi culturali.
L’assessorato sarà vicino a chiunque abbia intenzioni culturalmente rilevanti, affiancandolo nell’espletamento delle questioni burocratiche che regolano l’organizzazione di eventi: SIAE, somministrazione cibi e bevande, occupazione di suolo pubblico…
Al fine di rendere efficace la propria azione sarà necessario che l’assessorato si spenda particolarmente per creare un servizio di pubblicizzazione che sia capillare e moderno, in grado cioè di raggiungere un gran numero di persone sia residenti sul territorio che nei comuni limitrofi, anche tramite l’utilizzo di Internet e dei social network.
Piano organico di sviluppo delle attività culturali
La collaborazione con le diverse realtà territoriali e col mondo della scuola, permetterà di sviluppare un piano organico delle attività culturali finalizzato ad aumentare l’attenzione sociale verso tematiche decisamente importanti per la convivenza in comunità, come ad esempio l’educazione civica, la convivenza multietnica, la salvaguardia delle tradizioni locali o addirittura il dialogo tra le generazioni.
Tale piano dovrebbe essere formato da numerosi progetti spalmati nel tempo che coinvolgano il più possibile la cittadinanza e le realtà esistenti.
Alcune tematiche affrontabili in questi progetti potrebbero essere:
Educazione musicale e valorizzazione della banda di Governolo;
Promozione della cultura ambientale con specifiche iniziative rivolte a scuole ed alle famiglie abbinate ad escursioni sul territorio;
Educazione alla multiculturalità;
Incontri di lettura e scrittura creativa;
Sviluppo delle varie forme artistiche presenti sul nostro territorio ( pittura, fotografia, cultura, collezionismo, etc…);
Corsi di lingua, computer, enogastronomia, educazione alimentare;
Organizzazione di piccoli eventi della nostra tradizione come l’arrivo di Santa Lucia, la celebrazione della Santa Notte suonata da gruppi in ogni singola famiglia, l’arrivo di Babbo Natale;
Giochi a sorpresa per bambini all’interno delle scuole;
Biblioteca itinerante;
Integrazione anziani nei percorsi scolastici delle nuove generazioni: interviste, riscoperte e tradizioni;
Rassegna cinematografica estiva: film particolari anche per famiglie sia all’aperto d’estate sia al chiuso d’inverno;
Progetti di inclusione sociale per le persone anziane ricoverate all’ospizio, oppure per le persone affette da particolari disabilità
Per l’attuazione del piano sarebbe molto utile inoltre ottimizzare il servizio della biblioteca magari sviluppando forme, spazi e tempi di fruizione gestiti da volontari opportunamente formati.
La biblioteca può divenire promotrice e valorizzatrice delle diverse culture, sia intensificando i il legame con le scuole sia costruendo nuovi contatti con la comunità.".
Nel nostro dizionario degli obbiettivi la parola “Cultura” assume un rilievo particolare.
Valorizzare questa tematica infatti è a nostro avviso una delle strade principali per ricercare sviluppo sociale, umano ed anche economico del nostro territorio.
Fondamentale sarà alzare l’attenzione riposta alle diverse stratificazioni sociali e generazionali, al fine di promuovere il dialogo tra la cittadinanza tutta, favorendo così, sia la collaborazione tra persone di età anche molto differenti tra loro, sia il percorso di affermazione di una società multiculturale serena.
Un’offerta culturale idonea, continua e di qualità può diventare un ottimo motore economico.
Innanzitutto perché potrebbe essere in grado di fare emergere il nostro territorio sia come attrazione turistica sia come polo di richiamo per la popolazione già presente, troppo spesso costretta a rivolgersi fuori dal comune a causa della scarsa offerta.
Importante sarebbe sviluppare la proposta cultura durante tutto l’arco dell’anno senza confinarla esclusivamente al periodo estivo al fine di generare continuità del servizio offerto.
Spalmare capillarmente l’offerta su tutte le frazioni del territorio sarebbe, oltre ad un ottimo metodo per favorire l’instaurazione di “rapporti di vicinato”, anche una pratica, seppur minima, risposta al tema della sicurezza.
Investire nella cultura, pertanto, non è a nostro avviso tempo o denaro buttato. Tutt’altro.
Investire sulla cultura e sul dialogo è uno dei cardini principali su cui ruoterà l’intera rivitalizzazione e rivalutazione del nostro territorio.
Assessorato attivo
Necessario a tale scopo è la creazione di un assessorato alla cultura attento alle diverse realtà sociali esistenti sul territorio; che riesca a stare “al passo coi tempi”, senza tuttavia perdere d’occhio la varie realtà ed esigenze generazionali che caratterizzano la nostra cittadinanza.
Un assessorato popolare lontano da logiche elitarie o di nicchia ma vicino al sentire della gente.
Per ottenere questi obbiettivi è necessario innanzitutto instaurare dei canali comunicativi diretti e continui con la cittadinanza ed in particolare con tutte le realtà che gestiscono già ora le offerte culturali sul nostro territorio.
Generare perciò un assessorato aperto al dialogo e disponibile all’ascolto, in contatto diretto e continuativo sia con tutte le realtà associative già presenti sul territorio sia col mondo della scuola.
Necessario sarà adoperarsi per la creazione condivisa di un calendario eventi continuo, eterogeneo e attrattivo.
L’assessorato avrà il compito di fornire al bisogno mezzi e competenze, sia con l’intervento diretto del Comune, sia tramite la creazione di una diffusa rete di relazioni che permetta la condivisione dell’esistente.
Particolare attenzione verrà riservata al metodo dell’autogestione per offrire spazi, far nascere progetti e servizi culturali.
L’assessorato sarà vicino a chiunque abbia intenzioni culturalmente rilevanti, affiancandolo nell’espletamento delle questioni burocratiche che regolano l’organizzazione di eventi: SIAE, somministrazione cibi e bevande, occupazione di suolo pubblico…
Al fine di rendere efficace la propria azione sarà necessario che l’assessorato si spenda particolarmente per creare un servizio di pubblicizzazione che sia capillare e moderno, in grado cioè di raggiungere un gran numero di persone sia residenti sul territorio che nei comuni limitrofi, anche tramite l’utilizzo di Internet e dei social network.
Piano organico di sviluppo delle attività culturali
La collaborazione con le diverse realtà territoriali e col mondo della scuola, permetterà di sviluppare un piano organico delle attività culturali finalizzato ad aumentare l’attenzione sociale verso tematiche decisamente importanti per la convivenza in comunità, come ad esempio l’educazione civica, la convivenza multietnica, la salvaguardia delle tradizioni locali o addirittura il dialogo tra le generazioni.
Tale piano dovrebbe essere formato da numerosi progetti spalmati nel tempo che coinvolgano il più possibile la cittadinanza e le realtà esistenti.
Alcune tematiche affrontabili in questi progetti potrebbero essere:
Educazione musicale e valorizzazione della banda di Governolo;
Promozione della cultura ambientale con specifiche iniziative rivolte a scuole ed alle famiglie abbinate ad escursioni sul territorio;
Educazione alla multiculturalità;
Incontri di lettura e scrittura creativa;
Sviluppo delle varie forme artistiche presenti sul nostro territorio ( pittura, fotografia, cultura, collezionismo, etc…);
Corsi di lingua, computer, enogastronomia, educazione alimentare;
Organizzazione di piccoli eventi della nostra tradizione come l’arrivo di Santa Lucia, la celebrazione della Santa Notte suonata da gruppi in ogni singola famiglia, l’arrivo di Babbo Natale;
Giochi a sorpresa per bambini all’interno delle scuole;
Biblioteca itinerante;
Integrazione anziani nei percorsi scolastici delle nuove generazioni: interviste, riscoperte e tradizioni;
Rassegna cinematografica estiva: film particolari anche per famiglie sia all’aperto d’estate sia al chiuso d’inverno;
Progetti di inclusione sociale per le persone anziane ricoverate all’ospizio, oppure per le persone affette da particolari disabilità
Per l’attuazione del piano sarebbe molto utile inoltre ottimizzare il servizio della biblioteca magari sviluppando forme, spazi e tempi di fruizione gestiti da volontari opportunamente formati.
La biblioteca può divenire promotrice e valorizzatrice delle diverse culture, sia intensificando i il legame con le scuole sia costruendo nuovi contatti con la comunità.".
Invece, voglio parlare di Governolo.
La lista vuole puntare su Governolo come "centro storico e culturale di tutto il Comune di Roncoferraro".
Addirittura, vuole proporlo come tra i "Borghi più belli d'Italia".
Ora, io trovo che ciò sia ambizioso (e in politica un po' di ambizione non guasta) e che possa contribuire a rilanciare tutto il Comune di Roncoferraro.
A Governolo, secondo alcune fonti, fonti San Leone Magno Papa incontrò il re degli Unni Attila.
Certo, su ciò ci sono dei dubbi, secondo quanto riportato dallo studioso Gualberto Storti, con cui avevo parlato per telefono.
Però, a prescindere da ciò, Governolo ha sulle spalle una lunghissima storia.
Questo centro abitato era legato a San Benedetto Po, a quell'abbazia che fu voluta dalla Gran Contessa Matilde di Canossa (1046-1115).
La Torre del Galliano ne è una testimonianza.
Anzi, Governolo rappresenta un punto importante di quelle che furono le Terre di Matilde di Canossa.
Il termine "Governolo" deriva da "governare le acque".
Infatti, nel Medio Evo, il centro abitato di Governolo si trovava sulla riva opposta del fiume Po ed era un punto in cui vi erano chiuse che regolavano le acque e in cui vi era un punto di attracco.
Inoltre, a Governolo venne ferito mortalmente Giovanni de' Medici, detto Giovanni dalle Bande Nere (1498-1526).
Nel 1526, infatti, ci fu una battaglia tra le forze del Sacro Romano Impero dell'imperatore Carlo V d'Asburgo (1500-1558) e quelle coalizzate dello Stato Pontificio (il Papa di allora era Clemente VII), della Repubblica di Venezia e del Regno di Francia.
Il 25 novembre 1526, queste forze furono sconfitte dalle truppe di Carlo V e Giovanni dalle Bande Nere (che le capeggia queste forze anti-imperiali) fu ferito mortalmente.
Egli morì di cancrena cinque giorni dopo, a San Nicolò Po.
Ricordo che quella fu una battaglia di calibro europeo.
Qui si scontrarono Carlo V, che era imperatore del Sacro Romano Impero e re di Spagna, e la Francia, una nazione che si trovava tra i succitati Stati.
La sconfitta delle forze anti-imperiali a Governolo aprì la strada alle truppe di Carlo V verso Roma.
Nel 1527, Roma fu saccheggiata ed il Papa si trovò alla mercé dell'imperatore.
A Governolo vi è la Filarmonica.
Essa risale al 1849 ed è legata al Risorgimento.
Quindi, di risorse culturali ce ne sono.
Ora, Governolo non va preso singolarmente ma con tutto il contesto che vi è intorno.
A Mantova, com'è noto, vi è un'antica comunità ebraica.
Nel Rinascimento, a Mantova vi erano cinque sinagoghe (di cultura sefardita ed askenazita) e gli ebrei rappresentavano l'8% della vita culturale della città.
L'archiatra, il medico del signore di Mantova, era un ebreo.
Ora, il primo nucleo della comunità ebraica di Mantova fu proprio nel Comune di Roncoferraro, precisamente in una zona che trova a ridosso del fiume Mincio, tra la frazione di Barbasso e Governolo.
Questa zona è chiamata tuttora "Valle dei Signori" .
Come riporta il sito della Diocesi di Mantova, a Barbasso vi era un priore.
Nella vicina "Valle dei Signori" si insediarono degli ebrei provenienti dalla Provenza.
Ora, la Francia medioevale era divisa in due parti: la parte nord era quella carolingia, feudale e cattolica.
Qui si parlava la lingua francese.
Il sud, invece, era legato alla borghesia ed anti-feudale.
Qui si parlava la lingua d'Oc (occitano) e sul piano religioso coesistevano i catari, i cattolici e gli ebrei.
Come riporta il libro in mio possesso "Europa misteriosa" (della Reader's Digest), in Provenza non esisteva il diritto di primogenitura.
Alla morte di un signore, tutti i figli ereditavano.
Le città dell'Occitania era amministrate da consoli detti "capitouls".
In quella zona, un contadino poteva diventare borghese.
In ambito religioso, coesistevano catari, cattolici ed ebrei.
Catari e cattolici dibattevano ed i dibattiti erano seguiti.
Alla morte di un signore, tutti i figli ereditavano.
Le città dell'Occitania era amministrate da consoli detti "capitouls".
In quella zona, un contadino poteva diventare borghese.
In ambito religioso, coesistevano catari, cattolici ed ebrei.
Catari e cattolici dibattevano ed i dibattiti erano seguiti.
Anzi, perché legata alla cultura feudale del nord, pare che la Chiesa cattolica non fosse stata ben vista nella società del sud.
I catari iniziarono ad uscire dalla Provenza e vennero nel nord dell'Italia e con loro, sicuramente, vennero anche gli ebrei.
Erano tutti mercanti.
I catari iniziarono ad uscire dalla Provenza e vennero nel nord dell'Italia e con loro, sicuramente, vennero anche gli ebrei.
Erano tutti mercanti.
I catari si insediarono nelle zone del nord Italia tra cui, quelle a ridosso del fiume Mincio, precisamente tra gli attuali Comuni di Bagnolo San Vito e di Roncoferraro.
La "Valle dei Signori" si trova sulla sponda roncoferrarese del Mincio.
Dall'altra parte vi è il territorio comunale di Bagnolo San Vito.
Qui vi è anche il Parco Archeologico del Forcello, una zona che tra il IX ed il I secolo BC ospitò un insediamento etrusco, insediamento che arrivò anche alla "Valle dei Signori" , zona che nel Medio Evo venne occupata dai catari e dagli ebrei.
Nel Medio Evo, il fiume Mincio aveva un corso diverso rispetto a quello di oggi.
Questo significa che la "Valle dei Signori" e la zona del Comune di Bagnolo San Vito (che si trova dall'altra parte rispetto all'attuale fiume) erano un'unica porzione di territorio.
La conformazione del terreno è identica.
Tra l'altro, il sito della Diocesi dice che nella "Valle dei Signori" furono trovati resti di un "cemeterio" etrusco.
Tenendo conto di tutto ciò, Governolo potrebbe essere una parte importante importantissima di un "comprensorio storico" che abbraccia i Comuni di Mantova, Roncoferraro, Bagnolo San Vito e San Benedetto Po.
A Governolo, tra l'altro, si intersecano le vie ciclabili europee "Eurovelo 7" ed "Eurovelo 8".
Questo potrebbe fare da volano per il turismo a Governolo, di cui beneficerebbe tutto il Comune di Roncoferraro.
Termino, togliendomi una pietruzza dalla scarpa: questa è la mia risposta a chi (qui a Roncoferraro) cerca di zittirmi o di farmi passare per tonto o ignorante.
Io, a differenza di questa gente, mi informo e guardo oltre il mio naso.
Ho tutte le fonti.
Ergo, non posso ricevere tutte le conferme ma non posso nemmeno essere smentito.
Dunque, prima di giudicare, bisogna essere informati!
Cordiali saluti.
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