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domenica 4 maggio 2014

Governolo e Papa Leone Magno 400 anni dopo.

Cari amici ed amiche.

Don Giovanni Telò (parroco di Villa Garibaldi di Roncoferraro) ha pubblicato sul suo "Album delle Curiosità" questo testo intitolato "Governolo a Papa Leone Magno 400 anni dopo":
"La rubrica “L’album delle curiosità”, dedicata al territorio di Roncoferraro, questa settimana cede lo spazio alla segnalazione di un’importante iniziativa: le manifestazioni per ricordare il 400º anniversario dell’arrivo a Governolo delle reliquie di papa Leone Magno (il programma nella locandina, foto 2).
In questa località, nel 452, papa Leone avrebbe incontrato Attila, re degli Unni, interrompendo la sua devastante marcia verso Roma. Un grande pittore come Raffaello Sanzio ha “fissato” quell’episodio in un mirabile affresco nelle Stanze vaticane, eseguito insieme ai suoi allievi nel 1513-1514 (foto 1).
Il 10 aprile 1614 giungono a Governolo le reliquie di san Leone Magno. Il papa Paolo V le concede su richiesta di Gabriele Bertazzolo, prefetto gonzaghesco delle acque. Egli è convinto di aver individuato il luogo preciso dell’incontro del 452. Le reliquie vengono accolte con grandi festeggiamenti, ai quali partecipa anche il vescovo di Mantova, Francesco Gonzaga.
A distanza di 400 anni, sarà il vescovo mons. Roberto Busti a celebrare la Messa in ricordo di quell’avvenimento. La celebrazione è in programma domenica 11 maggio, alle ore 11, presso la corte san Leone Magno (foto 3), di proprietà della famiglia Mazzocchi.
Una lapide, in lingua latina (foto 4), posta sul fianco destro del palazzo della corte, commemora l’incontro fra papa Leone e Attila. La lapide si trovava in una cappella, fatta costruire dal vescovo Francesco Gonzaga, che andò distrutta nel 1769.
San Leone Magno è stato definito da papa Benedetto XVI "uno dei più grandi pontefici della storia" (udienza generale del 5 marzo 2008). L’episodio di Governolo, ha aggiunto, "divenne presto memorabile e rimane come un segno emblematico dell’azione di pace svolta dal pontefice".
Il discorso di Benedetto XVI, molto interessante, ripercorre tutta la vita del santo. Esso si trova nel sito:
http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/audiences/2008/documents/hf_ben-xvi_aud_20080305_it.html
".

Prima o poi, io e don Giovanni dovremmo collaborare. E' molto preparato.
Non vorrei sembrare quello che fa arrabbiare ma un'obiezione sarebbe da fare.
Secondo lo studioso di Virgilio (Mantova) Gualberto Storti, che ha operato anche presso il Parco archeologico del Forcello,  pare che il noto incontro tra San Leone Magno ed il re unno Attila (452 AD) non sia avvenuto a Governolo ma in una zona chiamata Ponteventuno, che si trova sempre a ridosso del fiume Mincio ma nel territorio del Comune di Curtatone e non di quello di Roncoferraro.
Io ho anche parlato direttamente con Storti che mi ha confermato questa sua tesi.
Consultando varie fonti storiche, egli ha trovato il nome "Mambulejo" o "Mamboleio", non che non indicava Governolo (indicato con il nome latino "Ager Ambulejanus") ma la zona di Ponteventuno.
Storti si è ricollegato allo storico di origine gote Jordanes che tra 540 ed il 550 scrisse: "in acroventu Mamboleio, là dove il fiume Mincio era attraversato da una strada molto frequentata".
Egli ha citato anche Paolo Diacono, uno storico longobardo vissuto tra il 720 ed il 799 che scrisse che il Papa ed il re unno si incontrarono ove il fiume Mincio si gettava nel Po.
Questa teoria non è stata confermata ma non è stata neppure smentita.
Finché c'è questa situazione, il dubbio deve restare.
Ora, a confermare quanto sostenuto da Storti vi è la conformazione del territorio.
Io mi reco spesso alla Valle dei Signori, una zona che si trova tra Barbasso e Governolo.
Questa zona non è perfettamente pianeggiante ma è molto ondulata.
Vado spesso lì poiché voglio fare delle ricerche sui catari e sugli ebrei.
Pare, infatti, che il primo nucleo della comunità ebraica mantovana sia stato proprio in quella zona e che gli ebrei siano venuti dalla Provenza, i luogo in cui nello stesso periodo c'erano anche i catari, catari che erano venuti anche qui nel Mantovano e di cui ci sono tracce a Bagnolo San Vito, il Comune che si trova dall'altra parte del fiume Mincio, all'altezza della Valle dei Signori, e che ha la stessa ed identica conformazione.
Qui vi è anche il Parco Archeologico del Forcello, un parco in cui ci sono reparti etruschi.
Nel 2011, io avevo visitato il succitato parco archeologico.
Questa conformazione è dovuta al fatto che nei secoli passati quella zona sia stata paludosa e che il Mincio di allora sia stato assai diverso rispetto quello attuale.
In pratica, il Mincio di allora non aveva un percorso lineare come quello di oggi ma era diviso in tante ramificazioni e passava in zone palustri.
In pratica, una volta la Valle dei Signori e la zona del Comune di Bagnolo San Vito che si trova dall'altra parte del fiume Mincio erano un unico territorio.
Questo territorio abbracciava una zona compresa tra la Chiavica del Moro (che si trova sul confine tra il Comune di Mantova e quello di Roncoferraro), Governolo e tutta la parte adiacente del Comune di Bagnolo San Vito.
Qui gli ebrei ed i catari potrebbero avere convissuto.
Ricordo che in Provenza gli ebrei ed i catari erano borghesi e facevano i mercanti.
Certo, ripeto, il dubbio c'è.
Magari, San Leone Magno ed il re degli Unni potrebbero essersi effettivamente incontrati a Governolo.
Secondo Storti, il fiume Mincio si divideva in due ramificazioni.
Una di questa si gettava nel Po a Ponteventuno mentre l'altra andava a Governolo o meglio (secondo le mie ricerche) essa andava ad impaludarsi nella Valle dei Signori e poi andava a finire a Governolo.
Quindi, bisogna essere aperti ad ogni ipotesi.
Cordiali saluti.




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Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questa immagine presa dalla pagina Facebook di Fratelli d'Italia.