Leggete l'articolo de "Il Giornale" che è intitolato "E Thohir spiazzò i suoi tifosi: "L'Inter vince grazie ad Allah".
L'Inter ha vinto contro la Lazio ed entra in Europa League di diritto.
Il suo presidente Erik Tohir ha inviato un sms ad un giornale indonesiano.
Questo sms recita: "Grazie ad Allah siamo in Europa".
Questo messaggio ha creato un certo straniamento tra i tifosi dell'Inter e non solo.
In primo luogo, non si è mai visto un presidente di un club calcistico ringraziare una divinità.
In secondo luogo, fa specie che il destinatario sia stato Dio secondo l'accezione islamica.
Dell'articolo è interessante la parte che recita:
"Tuttavia, nella fattispecie, il senso maggiore di straniamento lo si avverte perché il destinatario della gratitudine è il dio dell'Islam. Riflettendo a freddo sulla vicenda non c'è molto da meravigliarsi. Non è che potevamo immaginare che il facoltoso tycoon di Giacarta, capitale dell'Indonesia, "il più popoloso paese a maggioranza musulmana" (Wikipedia), fosse di confessione cristiana. E di conseguenza non potevamo aspettarci che, conquistato un apprezzabile traguardo al termine di una stagione sofferta, rivolgesse il suo grazie al nostro Dio. Tuttavia, la sorpresa permane e in alcuni ambienti potrebbe tramutarsi in disappunto. Per dire, qualche tifoso nerazzurro di solida fede cattolica potrebbe non essere proprio entusiasta della gratitudine del suo presidente. Senza fare del campanilismo, siamo abituati a vedere le squadre di calcio come qualcosa di radicato nella storia e nella tradizione del nostro Paese. Invece, tutto cambia ad una velocità impressionante: l'Inter è una squadra di Milano e dopo un successo il suo presidente ringrazia Allah.
Meraviglie della globalizzazione. Il patron del Paris Saint Germain, fresco campione di Francia, è uno sceicco del Qatar. Il campionato britannico è stato appena vinto dal Manchester City, di proprietà di un emiro di Abu Dhabi. Ma non sembra che per raggiungere questi lusinghieri traguardi abbiano chiesto l'intervento di Allah. Fino a un paio d'anni fa a Glasgow, in Scozia, prima del fallimento dei Rangers, resistevano due squadre di discreto blasone, una di fede protestante, i Rangers appunto, e l'altra di preferenza cattolica, il Celtic. I derby erano accesissimi e correttissimi. Altri tempi e altri orgogli. Anche il famoso segno della croce, portato per abitudine e come detto simbolo di scaramanzia, è comunque espressione dell'appartenenza pur vaga a una cultura e a una storia. Oggi le leggi dell'economia e della comunicazione contano di più e scavalcano i confini locali e nazionali. Tornando in Italia, l'Inter aveva sempre avuto presidenti milanesi. E le cose non erano andate così male. Oltre a mogli e buoi, dobbiamo aggiungere anche presidenti di calcio al proverbio dei paesi tuoi?".
Effettivamente, è vero.
Una squadra di calcio rappresenta una realtà.
L'Inter rappresenta Milano.
Il vecchio nome dell'Inter, addirittura, era "Ambrosiana Inter".
Quella denominazione legò l'Inter a Milano.
Dico ciò da tifoso del Milan, l'altra squadra di Milano, della cui società alcuni azionisti dissidenti fondarono l'Inter nel 1908.
Anzi, nell'ambito cittadino, secondo l'"interologo" Danilo Sarugia, l'Inter era la squadra "borghese" di Milano ed il Milan era la squadra tifata dai tranvieri e dagli operai.
Sempre secondo una battuta di Sarugia, Sant'Ambrogio è interista.
A questa battuta gli aveva risposto il giornalista e grande tifoso del Milan Emilio Bianchi, dicendo che la Madonnina è milanista.
Al di là delle battute, la realtà dice una cosa molto semplice: per certi versi, il Milan è la squadra milanese più amata al di fuori di Milano.
Quando si pensa al Milan si pensa a un qualcosa che è sì legata a Milano ma che si è sviluppata molto al di fuori del capoluogo meneghino.
Lo dico da milanista.
Del resto, a fondare il Milan fu un inglese, un tale Herbert Kilpin (1870-1916).
L'Inter, invece, è percepita come più amata a Milano.
Per certi versi, è assai più facile essere milanisti che non interisti al di fuori di Milano.
Per certi versi, è assai più facile essere milanisti che non interisti al di fuori di Milano.
L'Inter fu fondata da milanesi (che erano azionisti del Milan) e porta spesso e volentieri i simboli di Milano.
Quindi, fa specie sentire che il presidente di questa squadra, il primo non milanese (e non italiano) del club che la gestisce non si riferisca a Dio secondo l'accezione cristiana ma secondo quella islamica.
Cordiali saluti.
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