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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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sabato 30 giugno 2012

Palermo, salviamo la Chiesa dei Diecimila Martiri! Galati Mamertino, salviamo il Pazzo del Principe e la chiesa di San Luca!

Cari amici ed amiche.

Che con la Sicilia io abbia un legame abbastanza profondo è cosa nota.
Mia madre nacque lì, sono appassionato di storia inglese (che è intrecciata con quella della Sicilia) ed un po' conosco la lingua siciliana.
In Sicilia ho parenti e siciliani sono anche molti dei miei migliori interlocutori su Facebook, tra i quali cito Filippo Giorgianni o Angelo Fazio.
Ora, anche per ringraziare i siciliani della loro ospitalità (quando vado a Galati Mamertino) e per ringraziare le persone come Filippo ed Angelo per la loro disponibilità, voglio fare qualcosa per questa grande isola.
Proprio a Palermo, la città di Angelo, c'è un luogo molto particolare, la Chiesa dei Diecimila Martiri.
Questa chiesa era stata un oratorio fatto costruire dai Cavalieri Gerosolimitani nel 1580 AD.
Essa era stata intitolata a Sant'Agazio e ad altri diecimila legionari che furono crocifissi con lui per essersi convertiti al Cristianesimo nel 304 AD, durante il regno dell'imperatore Diocleziano.
La chiesa fu ristrutturata nel 1715.
In seguito, la chiesa fu soppressa ed adibita ad altri usi, tra cui quello di sede di un comitato elettorale della Democrazia Cristiana.
Oggi, la chiesa versa in uno stato di abbandono ed è fatiscente, come sono fatiscenti il Palazzo del Principe e la chiesa di San Luca di Galati Mamertino, il paese natale di mia madre, in Provincia di Messina.
Della chiesa di San Luca ho parlato nell'articolo, intitolato "Galati Mamertino, com'era nel periodo medioevale?".
Per quanto riguarda il Palazzo del Principe, esso è di epoca tardo cinquecentesca ed il primo ad abitarvi fu il signore locale don Filippo I Amato.
Anche questo monumento non è in buono stato e l'amministrazione comunale vorrebbe riqualificarlo.
Io spero che si faccia qualcosa per questi monumenti.
Sarebbe un peccato se andassero in rovina.
Perciò, faccio un appello a chi di dovere (e a qualche privato coscienzioso) perché si faccia qualcosa. 
Cordiali saluti.



Dal blog "Conservative mind", L'Islam e le chiese cristiane: dossier fotografico dalla zona "turca" di Cipro

Cari amici ed amiche.

Sul blog "A Conservative mind" ho trovato questo articolo molto interessante:

Chiese usate come stalle o discariche, monasteri cristiani distrutti o trasformati in caserme, affreschi sacri medioevali rovinati irrimediabilmente o asportati e rivenduti all'estero. A questi e ad altri scempi compiuti dai turchi nei confronti dei luoghi di culto cristiani si riferiva Benedetto XVI nel suo colloquio del 10 novembre con il presidente di Cipro Tassos Papadopoulos, esprimendo la sua preoccupazione per la "cristianità cancellata" nell'area settentrionale dell'isola, sotto occupazione turca dal 1974.

In quest'area esistono circa 540 chiese cristiane. Cinquanta di queste oggi sono all’interno di basi militari turche. Tra i monumenti distrutti dai turchi rientrano chiese cristiane cattoliche, protestanti, maronite, armene, ortodosse e un cimitero ebraico. Una recente risoluzione del parlamento europeo riassume così, con stime prudenziali, questi danni: «Oltre 133 chiese, cappelle e monasteri situati nella parte settentrionale di Cipro, finita sotto il controllo dell'esercito turco dal 1974, sono stati sconsacrati; 78 chiese sono state convertite in moschee; 28 sono usate come depositi militari e ospedali e 13 sono usate come magazzini, mentre resta sconosciuto il luogo in cui si trovino oggi i loro oggetti religiosi, incluse oltre 15.000 icone, che sono stati trafugati».

Per capire meglio cosa è accaduto a Cipro, pubblico, in versione quasi integrale, il dossier fotografico distribuito nei giorni scorsi dall'ambasciata di Cipro ad alcuni giornalisti. Mi limito a sottolineare che gli edifici di culto islamici nella parte cristiana dell'isola sono custoditi nel migliore dei modi, e invito il lettore a intuire, osservando le foto di quanto accaduto agli edifici cristiani dal 1974 a oggi, quale sarebbe stata la probabile reazione islamica nel caso in cui simile trattamento fosse stato riservato a edifici di culto musulmani.
Monastero di Antiphonitis, nel paese di St. Ambrosios
Le icone sono state rubate e molti degli affreschi rimossi e venduti in Olanda. L'arcangelo Michele, rappresentato in affreschi del XII secolo, è stato privato della testa. Gli affreschi del XV secolo che rappresentavano il Giudizio Universale sono stati distrutti. Alcuni affreschi (ultima foto del gruppo) sono stati rintracciati in Germania, nelle mani dei trafficanti d'arte.






Monastero di Panagia Apsinthiotissa, nel paese di Synchari
Fotografie di alcuni degli affreschi della fine del XII secolo deturpati dai turchi dopo l'invasione del 1974. La testa di un affresco di Sant'Ignazio è stata ritrovata in Germania.
 
Monastero armeno a Lefkosia
O meglio, ciò che ne resta.



Monastero di Avgasida, nel paese di Milia
La chiesa medievale era decorata con affreschi risalenti al XIV e XV secolo. I turchi l'hanno completamente distrutta.



Chiesa di St. Artemon, nel villaggio di Aphaneia
La chiesa è attualmente usata come magazzino per il grano e centro di raccolta rifiuti.



St. Nicolaos nel paese di Koma tou Gialou, Karpasia
La chiesa è decorata con affreschi medievali. I saccheggiatori hanno tagliato in piccoli pezzi le teste dei santi e le hanno rivendute all’estero.



St. Solomoni nel paese di Koma tou Gialou, Karpasia
Gli affreschi, risalenti al X secolo, sono stati distrutti.


Monastero di St. Anastasia, Lapethos, Kyrenia
Il monastero è utilizzato oggi come albergo.

Chiesa di SS. Euphemianos in Lysi
I turchi hanno “staccato” gli affreschi della cupola e dell’abside (ultime due foto del gruppo) risalenti al XIII secolo e rivenduti alla fondazione americana de Menil di Houston, Texas, dove sono conservati tuttora.

Il monastero maronita del profeta Elias a Skylloura
Il monastero maronita più importante dell’isola è stato distrutto. Oggi è utilizzato come riparo per gli animali.



Monasteri trasformati in basi militari
Due foto di monasteri ben noti utilizzati come basi militari dall’esercito turco. Il primo, di Acheiropoietos a Karabas, fu costruito nel periodo paleocristiano. Il secondo monastero, del profeta Elias, si trova nel villaggio di Marathobounos.



La chiesa di Chrysosotiros a Chrysiliou, Morphou
E' utilizzata come obitorio, per lavare i morti.



Chiesa di Panagia Chrysotrimithiotissa, Trimithi
La chiesa del XII secolo è stata venduta dai turchi ai cittadini inglesi, che l’hanno trasformata in una galleria d’arte.



Altri scempi
Diverse foto di chiese situate nella parte di Cipro occupata dai turchi, trasformate in magazzini, granai, stalle, insieme alla foto di un cimitero cristiano distrutto.








Sul blog potrete vedere altre foto.
Ringrazio l'amico Angelo Fazio che ha messo l'articolo su Facebook.
Purtroppo, nessuno parla della situazione delle chiese  di Cipro nord, la parte dell'isola che nel 1974 fu occupata dall'esercito turco e in cui si è formata la Repubblica di Cipro Nord.
I cristiani non possono celebrare il proprio culto senza restrizioni (e lo stesso discorso vale per gli ebrei) e tanti monumenti religiosi sono andati in rovina.
Allo scempio storico ed artistico si aggiunge quello religioso.
Infatti, a Cipro sbarcò San Paolo e nacque San Barnaba.
A Salamina (vicino a Famagosta) il monastero dedicato a San Barnaba è ridotto ad un museo.
A Kormakiti vi è una comunità cattolica maronita che vive con forti restrizioni. 
Di fatto, questo è genocidio. 
Qui è rischio un pezzo della nostra storia.
Cordiali saluti. 


Non abbandonate i vostri cani!

Cari amici ed amiche.

Con l'estate arrivano anche le vacanze.
Purtroppo, ci sono tanti sciocchi che, durante le ferie, abbandonano i propri cani.
Se avete un cane e non potete portarlo in vacanza con voi potete affidarlo ad un amico o a un parente oppure potete portarlo in una pensione per cani.
Ad esempio, vi posso segnalare l'Agriturismo dell'Ibisco, che si trova in Via Po Barna n°60 a Bagnolo San Vito (località Correggio Micheli)  in Provincia di Mantova.
Il suo numero di telefono e di fax è 0376 252960 e quello di cellulare è 338 4924504.
Non abbandonate i vostri cani per strada.
Un cane abbandonato è un pericolo per sé stesso e per gli altri.
Cordiali saluti.

Lorna Campari: "Dopo il terremoto arriva la beffa per le nostre aziende".

Cari amici ed amiche.

Leggete questa nota scritta dall'amica Lorna Campari, una consigliera comunale di Porto Mantovano (Mantova):

"Non so voi, ma io mi vergogno. Porto Mantovano rientra nell’elenco dei Comuni per i quali il Ministero dell’Economia e delle Finanze, in seguito ai recenti eventi sismici, ha disposto la sospensione dei termini dei versamenti e degli adempimenti tributari con scadenze nel periodo compreso tra il 20 maggio ed il 30 settembre 2012. Io, cittadina che ha subìto del sisma solo la grande paura (nient’altro) godo di un privilegio alla stessa stregua di chi, in questo momento, dorme in una tenda. Vergognoso è che le aziende che hanno subìto danni strutturali e che per questo motivo hanno chiuso i battenti lasciando a casa i dipendenti, ritrovandosi alle prese con drammi economici ed umani che nemmeno posso immaginare, queste aziende, per riaprire, devono dimostrare “l’agibilità sismica”. Beh, se questi sono i tecnici, mi chiedo cosa farebbe una squadra di dilettanti al Governo. E sono proprio queste leggi, nate per tamponare situazioni di emergenza e concepite con tante difficoltà dai nostri governanti, che spesso creano le scappatoie per i furbi. Decreti poco chiari, lacunosi e imprecisi, che anziché risolvere i problemi li demandano ad altri, scaricandone oneri e costi proprio sulle spalle (e sulle tasche) di chi dovrebbero invece tutelare. Già, perché il povero sfollato, che probabilmente come ultimo pensiero ha quello di leggere i Bollettini Ufficiali, si trova costretto a pagare commercialista, ingegnere, team di tecnici per il sopralluogo, impresa per ristrutturare ed ottenere l’agibilità. Oltre al danno, la beffa. E’ una vergogna.
Lorna Campari
Porto Mantovano
in "Fuorisacco", Lettere al Direttore, La Gazzetta di Mantova, 30 giugno 2012, pag.25.".

Io appoggio in pieno quanto c'è scritto.
Quanto sta accadendo qui è vergognoso.
Il Mantovano è stato colpito pesantemente dal terremoto e le istituzioni fanno poco o non fanno nulla!
Scusate il mio linguaggio franco ma purtroppo la situazione è questa 
Intanto, qui ci sono aziende e famiglie in seria difficoltà. 
Già c'è una crisi che sta facendo danni ad aziende e famiglie.
Le aziende chiudono ed i disoccupati aumentano.
Io ne so qualcosa, essendo disoccupato.
Il terremoto ha complicato le cose.
Questo non è un dramma degli imprenditori, dei disoccupati o degli operai ma è un dramma di tutti.
Bisogna che le istituzioni siano più attente.
Purtroppo, la Provincia di Mantova è ignorata.
In altre zone d'Italia hanno dato soldi a destra e a manca e per molti il sisma è stato un business.
Qui, invece, vi è l'abbandono!
Questa situazione non è più accettabile.
Cordiali saluti. 


Dal sito "Israel Hayom": Second Temple-era mikveh discovered under Al-Aqsa mosque

Cari amici ed amiche.

Sul sito "Israel Hayom" ho trovato questo articolo scritto in inglese che conferma una storia già nota e ne smentisce altre:


"Al-Aqsa mosque was destroyed in an earthquake in 1927 • As it was being rebuilt, the British archaeologist Robert Hamilton documented the excavation of its foundations • He hid away the findings that the waqf found inconvenient • Today, thousands of findings, including a seal with the inscription “From Gibeon to the king” unearthed by Dr. Gabi Barkai and Zachi Dvira, shed light on the Temple Mount’s Jewish period • A peek back into history.


In 1927, an earthquake struck Jerusalem, killing 130 people, wounding 450 and destroying or heavily damaging about 300 buildings, including Al-Aqsa mosque. The Muslim waqf, led by Grand Mufti of Jerusalem Haj Amin al-Husseini, began restoring the mosque. Robert Hamilton, the director of the antiquities department during the Mandatory period in pre-state Israel, spotted an opportunity in the midst of disaster.
Hamilton took advantage of this unexpected window of opportunity to reach an agreement with the waqf that would allow archaeological investigation on the Temple Mount, for the first time ever, in the area where the mosque had collapsed. Hamilton documented the reconstruction work done by the waqf, photographed, sketched, excavated, analyzed and wrote about a series of findings, some of them surprising.
But this unprecedented cooperation between the British archaeologist and the Muslim clerics was not without a price. In the book that Hamilton later published, he makes no mention of any findings that the Muslims would have found inconvenient. It was no coincidence that these findings came from two historical periods that preceded the Muslim period in Jerusalem: the Second Temple era and the Byzantine era. These findings were hidden deep in the Mandatory archives department (which today is part of the Antiquities Authority archives in the Rockefeller Museum). These days they are finally coming to light.
Eighty years later, Hamilton’s hidden findings are providing support for similar findings unearthed by two Israeli archaeologists, Dr. Gabi Barkai and Zachi Dvira. For the past seven years, Barkai and Dvira have been working on a unique project: sifting tons of earth that the waqf removed from the Temple Mount in the dead of night about 13 years ago. This earth is filled with tiny archaeological findings.
Some important background: In 1999, during preparations to install the gates of Al-Marwani mosque in Solomon’s Stables at the southeastern corner of the Temple Mount, the Muslims brought in bulldozers and dug a pit deep and wide. This scandal, which has already been described in the most condemnatory terms possible, led recently to a comprehensive report by the State Comptroller’s Office — a report that is, unfortunately, classified. Still, some good has come from the bad.
Archaeological science was given the extraordinary opportunity to examine the earth of the Temple Mount. Unlike what happens during a proper excavation, this earth is being examined “out of its context” (with no way to determine which layer a particular finding came from or to make sure that the remaining ruins are not damaged). The Temple Mount Sifting Project has discovered hundreds of thousands of small items that teach us a great deal about Jerusalem’s past and confirm information that Hamilton and the waqf kept from the public for decades.
Beneath the floor of Al-Aqsa mosque, which had collapsed in the earthquake, Hamilton discovered the remains of a Jewish mikveh [ritual pool used for purification] that dated back to the Second Temple era.

Apparently, Jews immersed in this mikveh before entering the Temple grounds.
Barkai and Dvira found a multitude of small items from the periods of the First and Second Temples. Among these items were fragments of the small columns used in a hypocaust — a space under the floor of a room, used to heat the room above — and tubuli - hollow square bricks through which heated air passed, heating the space. Barkai believes that these are remnants of the heating system that the pilgrims, or perhaps the priests, used after completing the ritual immersion.
About half a meter (1.5 feet) under the floor of the damaged mosque, Hamilton discovered the remains of a Byzantine mosaic. When Dvira saw the photographs of it, he immediately recalled hundreds of thousands of mosaic stones and fragments of column capitals, marble used to cover stalls, and marble used for the grating of a church, all from the Byzantine period (324-638 C.E.) that had been found amid the earth taken from the Temple Mount.
These findings have brought about an important revolution in the way we view the history of that period. They suggest that contrary to everything that has been written in the history books, the Temple Mount contained structures — a church or churches — during the Byzantine period. It was not empty and desolate, as was believed until now.
“We have an enormous amount of findings from the Byzantine era,” says Dr. Barkai. “They are mainly ceramics, rare coins — including a coin of the last Byzantine emperor, Heraclius — and even a Byzantine lamp with an inscription that refers to Jesus. The people writing the history of the Temple Mount definitely have to reassess their work on this particular era.”

Sifting earth by placing it on horizontal screens and then pouring water on it might look odd to professional archaeologists. But the multitude of findings, the first ones from the soil of the Temple Mount, which were not excavated directly from the Temple Mount, and which are so small, have amazed many people. The wet sifting method was adopted by many other archaeologists and led to many significant discoveries. For example, archaeologist Shlomit Weksler-Bdolah, who excavated near the Western Wall plaza, used the methods developed by the Temple Mount Sifting Project in Emek Tzurim and unearthed five seals from the First Temple era.
The bulla (a small clay seal) discovered in the City of David, which provides the earliest archaeological evidence, in ancient Hebrew script, of the existence of the city of Bethlehem, was also discovered during wet sifting of buckets of earth brought to Emek Tzurim from the City of David. Other archaeologists have brought earth to Emek Tzurim from their own excavations — and this is how the location of the sifting project became not only a place to sift earth from the Temple Mount, but from other digs as well.
One of the rare findings discovered recently is a bulla that was found in a First Temple-era trash pit on the southeastern slopes of the Temple Mount. The bulla bore the inscription: “From Gibeon to the king.” Gabi Barkai believes that the bulla, which is about 2,600 years old dating back to the seventh century B.C.E., is evidence of the tax that the inhabitants of Gibeon paid to the king of Judah, who was likely Manasseh, the son of Hezekiah.
“This is the first time that a bulla of this type has been discovered someplace other than the antiques market. It gives validity to 50 other bullae, most of which are in the collection of Joseph Chaim Kaufman of Belgium. Each bulla mentions a city whose name appears in the fifteenth chapter of the biblical Book of Joshua,” says Barkai. “This demonstrates that those cities paid taxes to the central government.”

The bulla that bears the inscription “From Gibeon to the king” was found by accident when the ground was being leveled on the eastern slopes of the Temple Mount in order to prepare for a mass given by the Pope, who visited Israel that year. Zachi Dvira, who was there when the work was going on and watched it, received permission to transfer the earth from there for sifting in Ein Tzurim National Park. This led to the discovery of amazing findings including fragments of earthenware and tools, bones and five other bullae from the First Temple era.
The sifting of the earth from the Temple Mount to date has uncovered thousands of coins from various periods. Among the coins that generated the most excitement was the half-shekel coin, which was stamped during the great rebellion against the Romans and was used to pay the Temple tax. Another coin bears the image of the Seleucid king, Antiochus IV (Epiphanes), under whom the anti-Jewish decrees were promulgated and the Hasmonean rebellion began.
Another coin that came from the soil of the Temple Mount dates back to the rebellion during which the Second Temple was destroyed. This coin bears the inscription “The liberty of Zion.” Other findings include animal bones, some of them perhaps of animals
kept on the Temple Mount for sacrifice and which were burned during the destruction. Fox and pig bones were found as well.
To date, 120,000 volunteers have participated in the Temple Mount Sifting Project. Even now, excitement breaks out every time someone shouts “I found something!” The Nature and Parks Authority made the land available for the project. Bar-Ilan University is giving the project academic sponsorship, and the Antiquities Authority has issued it a license. The Elad organization provides the funding.

Jewish sources
Dr. Gabi Barkai says that to date, about two-thirds of the earth removed from the Temple Mount has been transported to the sifting site, and about half of the total amount has been sifted. “The remaining third, which was not taken to the sifting site, became mixed in large part with other dust and earth, so we let it go. ... We have enough sifting work for another seven years,” he says, and mentions that piles of earth remain on the Temple Mount. In an extraordinary move, he High Court of Justice has ruled that the waqf is forbidden to move them.
" We are willing to allow the waqf to remove the earth from there under certain conditions that will allow us to carry out a better archaeological examination of it, or if they allow us to sift it there. Meanwhile, the waqf refuses to allow either option. Not only that, but it is deliberately mixing this earth with modern-day trash and construction debris in order to reduce our ability to get something out of it in the future,” he says.

Until the piles of earth reach Emek Tzurim or are examined on the eastern side of the Temple Mount, Barkai and Dvira still have plenty of work to do, and plenty of discoveries to make: “From the prehistoric era, from the days of Adam to our own time.”
Here are several examples of recent discoveries: three scarab seals from the second century B.C.E.; fragments of prehistoric tools made of flint, and some ceramics from the 10th century B.C.E., including pitcher handles. Similar handles were discovered recently at Khirbet Qeiyafa in the Elah Valley, at a site that is identified with the period of the united monarchy and King David; large numbers of figurines from the First Temple era; scales for weighing money, made of stone with a domelike structure and a flat base, and slingshot stones shaped like tennis balls, also from the First Temple Period resembling those that were discovered in the ruins of the Assyrian destruction of Lachish. One of the more exciting discoveries to come from the mounds of earth was the handle of a pitcher with the imprint of a seal from Rhodes. It bears the date corresponding to 165 B.C.E., the year that the Temple Mount was purified and the Temple rededicated — the year of the Hanukkah miracle.
Hundreds of opus sectile tiles and thousands of mosaic stones of the same flooring type that were discovered in the sifting project link the Temple Mount to scripture texts. These are fragments of colorful tiles, some of them of marble and others of bituminous chalk, which comes from near the Dead Sea. Examples of such tiling were found in the past in Herod’s palace in Jericho, at the Herodion and on Masada.

Dr. Barkai quotes from the scriptures, drawing a connection between them and the hundreds of colored tile. “Josephus says that during the Second Temple era, the Temple courtyards were paved with ‘colored stones.’ The sages of the Talmud also say that Herod built the Temple 'of blue, yellow and white marble.'"
Muslim contempt
Large findings hardly survived the waqf’s bulldozers. Most of the ones that did are still on the Temple Mount. Some of them were used as raw material for the waqf’s construction work on the Temple Mount, and a little of it reached the black market. Still, the piles of earth that were removed from the Temple Mount contained fragments of red marble columns from the Roman period.
In the waqf museum on the Temple Mount, a large fragment is preserved with a dedicatory inscription. The fragment was part of the victory arch that the Romans build after the Second Temple was destroyed. The inscription commemorates Flavius Silva, the conqueror of Masada, who was the governor of the province of Judea during the 80s C.E. The fragment came from a building in Solomon’s Stables, which the Muslims began to level in 1996.











venerdì 29 giugno 2012

Talità kum!

Cari amici ed amiche.

Le letture delle sante messe di oggi e di domani sono:

1) "[3] perché Dio non ha creato la morte
e non gode per la rovina dei viventi.

[14] Egli infatti ha creato tutto per l'esistenza;
le creature del mondo sono sane,
in esse non c' è veleno di morte,
né gli inferi regnano sulla terra,

[15] perché la giustizia è immortale.

[23] Sì, Dio ha creato l'uomo per l'immortalità; 

lo fece a immagine della propria natura.

[24] Ma la morte è entrata nel mondo per invidia del diavolo;
e ne fanno esperienza coloro che gli appartengono.  (dal libro della Sapienza, capitolo 1, versetti 13-15; capitolo 2, versetti 23-24). ".


2)  "[1] Salmo. Canto per la festa della dedicazione del tempio.
Di Davide.

[2] Ti esalterò, Signore, perché mi hai liberato
e su di me non hai lasciato esultare i nemici.

[3] Signore Dio mio,
a te ho gridato e mi hai guarito.

[4] Signore, mi hai fatto risalire dagli inferi,
mi hai dato vita perché non scendessi nella tomba.

[5] Cantate inni al Signore, o suoi fedeli,
rendete grazie al suo santo nome,

[6] perché la sua collera dura un istante,
la sua bontà per tutta la vita.
Alla sera sopraggiunge il pianto
e al mattino, ecco la gioia.

[7] Nella mia prosperità ho detto:
"Nulla mi farà vacillare!".

[8] Nella tua bontà, o Signore,
mi hai posto su un monte sicuro;
ma quando hai nascosto il tuo volto,
io sono stato turbato.

[9] A te grido, Signore,
chiedo aiuto al mio Dio.

[10] Quale vantaggio dalla mia morte,
dalla mia discesa nella tomba?
Ti potrà forse lodare la polvere
e proclamare la tua fedeltà?

[11] Ascolta, Signore, abbi misericordia,
Signore, vieni in mio aiuto.

[12] Hai mutato il mio lamento in danza,
la mia veste di sacco in abito di gioia,

[13] perché io possa cantare senza posa.
Signore, mio Dio, ti loderò per sempre. (Salmo 29 (30))".


3) "[7] E come vi segnalate in ogni cosa, nella fede, nella parola, nella scienza, in ogni zelo e nella carità che vi abbiamo insegnato, così distinguetevi anche in quest'opera generosa.

[8] Non dico questo per farvene un comando, ma solo per mettere alla prova la sincerità del vostro amore con la premura verso gli altri.

[9] Conoscete infatti la grazia del Signore nostro Gesù Cristo: da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà.

 [13] Qui non si tratta infatti di mettere in ristrettezza voi per sollevare gli altri, ma di fare uguaglianza.

[14] Per il momento la vostra abbondanza supplisca alla loro indigenza, perché anche la loro abbondanza supplisca alla vostra indigenza, e vi sia uguaglianza, come sta scritto:

[15] Colui che raccolse molto non abbondò,
e colui che raccolse poco non ebbe di meno. (dalla II Lettera di San Paolo ai Corinzi, capitolo 2, versetti 7-9, 13-15)".

4) " [21] Essendo passato di nuovo Gesù all'altra riva, gli si radunò attorno molta folla, ed egli stava lungo il mare.

[22] Si recò da lui uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, vedutolo, gli si gettò ai piedi

[23] e lo pregava con insistenza: "La mia figlioletta è agli estremi; vieni a imporle le mani perché sia guarita e viva".

[24] Gesù andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno.

[25] Or una donna, che da dodici anni era affetta da emorragia

[26] e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza nessun vantaggio, anzi peggiorando,

[27] udito parlare di Gesù, venne tra la folla, alle sue spalle, e gli toccò il mantello. Diceva infatti:

[28] "Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò guarita".

[29] E subito le si fermò il flusso di sangue, e sentì nel suo corpo che era stata guarita da quel male.

[30] Ma subito Gesù, avvertita la potenza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: "Chi mi ha toccato il mantello?".

[31] I discepoli gli dissero: "Tu vedi la folla che ti si stringe attorno e dici: Chi mi ha toccato?".

[32] Egli intanto guardava intorno, per vedere colei che aveva fatto questo.

[33] E la donna impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità.

[34] Gesù rispose: "Figlia, la tua fede ti ha salvata. Và in pace e sii guarita dal tuo male".

[35] Mentre ancora parlava, dalla casa del capo della sinagoga vennero a dirgli: "Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?".

[36] Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: "Non temere, continua solo ad aver fede!".

[37] E non permise a nessuno di seguirlo fuorchè a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo.

[38] Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava.

[39] Entrato, disse loro: "Perché fate tanto strepito e piangete? La bambina non è morta, ma dorme".

[40] Ed essi lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della fanciulla e quelli che erano con lui, ed entrò dove era la bambina.

[41] Presa la mano della bambina, le disse: "Talità kum", che significa: "Fanciulla, io ti dico, alzati!".

[42] Subito la fanciulla si alzò e si mise a camminare; aveva dodici anni. Essi furono presi da grande stupore.

[43] Gesù raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e ordinò di darle da mangiare.  (Dal Vangelo secondo Marco, capitolo 5, versetti 21-43)".

In un certo senso, l'articolo di ieri (che è intitolato "La corte infernale") preannuncia questo.
Dio non creò la morte.
Dio è il Dio della vita.
Ora, se Dio è il Dio della vita, significa che la morte non è cosa prodotta da Dio ma da chi gli è avverso, il diavolo.
Nel suo odio verso Dio,  diavolo agisce per distruggere l'uomo.
Nel diavolo vi sono tutti i peccati, a cominciare dalla superbia, il peccato principale dell'angelo Lucifero che si ribellò a Dio.
Dall'arroganza di Lucifero nacquero gli altri peccati, tra cui l'invidia.
Proprio l'invidia del diavolo portò la morte tra gli uomini.
Ma Dio è più forte del diavolo.
La dimostrazione fu quanto accadde a Cafarnao.
Se Dio è più forte del diavolo, significa che Gesù Cristo, che è Figlio di Dio (e quindi Dio stesso) è più forte del maligno.
Se Gesù è più forte del diavolo, significa che è egli è più forte anche della morte.
La dimostrazione di questo fu quanto accadde a Cafarnao.
La figlia del capo della locale sinagoga era malata e morì.
Gesù, però, la riportò alla vita, dicendole in aramaico: Talità kum", che significa: "Fanciulla, io ti dico, alzati!".
La fanciulla si alzò.
Gesù, però, non fece un'opera taumaturgica fine a sé stessa.
Egli volle dimostrare che Dio era (ed è) il Dio della vita e che egli  era (ed è) al di sopra della morte.
Allora, riflettiamo su ciò.
Forse, se avessimo tutti almeno un po' della stessa fede di quella donna che toccò Gesù e guarì dalle perdite di sangue o di quella del capo della sinagoga di Cafarnao saremmo tutti migliori. 
Cordiali saluti.
















La corte infernale

Cari amici ed amiche.

Mi è capitato sotto mano il libro della Selezione Reader's Digest "Europa Misteriosa".
Qui sopra, potete vedere una sua pagina.
Esso parla di massoneria, esoterismo e religione.
Esso parla anche di demonologia.
Questa materia fu toccata da dottori della Chiesa, da santi e persino da re.
Un esempio fu il re d'Inghilterra Giacomo I (1566-1625).
Questi scrisse il libro "Daemonologie".
Purtroppo esiste anche il male ed ogni uomo di buona volontà deve combatterlo.
Noi, spesso e volentieri, identifichiamo il diavolo, ossia "colui che divide", con una sola figura.
In realtà, esistono tante figure malvagie.
Anche le Sacre Scritture ne parlano.
Anche nell'antichità fu così.
Prendiamo, ad esempio, l'Antico Egitto.
La sua mitologia contemplava figure come Seth (che i Greci chiamarono Typhon) e Sokar, un dio degli inferi.
Ora, anche nella tradizione giudaica e cristiana esistono tante figure malvagie.
Secondo il demonologo Jean Wier (che visse nel XVI secolo) vi sono più livelli tra le figure malvagie.
Il suo trattato intitolato "Pseudomonarchia dei demoni" annovera  6.666 legioni di 6.666 demoni che sono diretti da 72 principi.
Ora, vi cito alcune figure:

1) Principi e grandi dignitari. 

Belzebù: il capo.
Satana: il principe detronizzato e capo dell'opposizione.
Eurynome: principe della morte.
Moloch: principe del paese delle lacrime.
Plutone: principe del fuoco.
Pan: principe degli incubi.
Lilith: principessa dei succubi.
Leonardo: gran maestro dei sabba.
Bàalberith: grande pontefice.
Proserpina: arcidiavolessa.

2) Ministeri.

Adrameleck: gran cancelliere.
Astaroth: gran tesoriere.
Nergal: capo della polizia segreta.
Baal: generale, capo degli eserciti infernali.
Leviatano: grande ammiraglio.

3) Ambasciatori.

Belfagor: ambasciatore in Francia.
Mammon: ambasciatore in Inghilterra.
Belial: ambasciatore in Italia.
Rimmon: ambasciatore in Russia.
Thamuz: ambasciatore in Spagna.
Hutgin: ambasciatore in Turchia.
Martinet: ambasciatore in Svizzera.

4) Giustizia.

Lucifero: gran giustiziere.
Alastor: grande esecutore.

5) Casa dei principi.

Verdelet: mastro delle cerimonie.
Soccor-Benoth: capo degli eunuchi.
Chamos: gran ciambellano.
Melchom: tesoriere pagatore.
Nysroch: gran capo cuciniere.
Behemoth: gran coppiere.
Dagon: gran panettiere.
Mullin: primo valletto.

6) Svaghi.

Kobal: direttore degli spettacoli.
Asmodeo: sovrintendente delle case da gioco.
Nybbas: sovrintendente alle parate.
Anticristo: illusionista e negromante.

Ora, su internet e in televisione (come nel cinema) gira di tutto.
Mi rivolgo, in particolare, ai genitori.
Se il vostro figlio inizia vedere siti con figure strane o se inizia ad ascoltare musica in cui si inneggia a personaggi simili a quelli che ho elencato, prendete provvedimenti.
Ad esempio, potete parlare con il vostro parroco.
Anzi, mi rivolgo anche ai parroci.
Voi (che curate le anime dei vostri fedeli) dovreste fare degli incontri che trattano il problema del satanismo e di come affrontarlo.
Io, durante un incontro nella mia parrocchia (qui a Roncoferraro, in provincia di Mantova), l'avevo proposto.
Guarda caso, voglio citare nuovamente l'orribile film "Dagon la mutazione del male".
Nel film si fa riferimento alla figura di Dagon, che è citata nell'elenco.
Guardate il video del film che è qui sotto.
Ezequiel, il personaggio interpretato dall'attore Paco Rabal, chiama il luogo in cui l'odioso capitano Orpheus Cambarro (che è stato interpretato dall'attore Alfredo Villa) la "Recife del diablo".
Allora, ci vuole molto a capire?
Tra l'altro, quel film è anche apertamente blasfemo.
Non mi è piaciuto.
Il male, purtroppo, esiste ed ogni uomo di buona volontà deve combatterlo.
Negare la sua esistenza significa fargli un favore.
Cordiali saluti.






Abolizione del voto degli italiani all'estero? E' una vergogna!



Cari amici ed amiche.

Su Facebook, il direttore di "Italia chiama Italia" Ricky Filosa a scritto questo testo:

"Chi ci aiuta a diffondere, condividere e far firmare?
Basilio Giordano e Raffaele Fantetti, senatori del PdL eletti all’estero, hanno votato a favore dell’eliminazione in Senato della rappresentanza delle comunità italiane nel mondo.

Dagli italiani nel mondo si alza una sola voce: VERGOGNA! Un coro unanime in direzione dei due senatori, che hanno dimostrato di essere “schiavi” del partito a cui appartengono e di non meritare di rappresentare a Roma i tanti connazionali residenti oltre confine.

ItaliaChiamaItalia e L’Italiano lanciano una sottoscrizione, un messaggio che chiedono di firmare a tutti gli italiani residenti all’estero: VERGONATEVI, Fantetti e Giordano, perché col vostro voto a favore della soppressione dei Senatori eletti all'estero AVETE TRADITO gli Italiani nel mondo. Firma anche tu e fai girare!
".

Attraverso i social network (Twitter e Facebook) sostenete questa campagna. Firmate contro questo scempio.
Con piacere, nel mio piccolo, anch'io la sosterrò.
Scrivete direttamente al giornale del direttore Ricky Filosa oppure, firmate su Twitter e Facebook. Gli italiani all'estero devono avere gli stessi diritti di noi che abitiamo qui in Italia.
Anche loro, in fondo pagano delle tasse qui da noi.
Mi riferisco, ad esempio, all'IMU.
Quindi, anche gli italiani all'estero devono essere rappresentati nel nostro Parlamento.E' una vergogna il fatto che dei parlamentari eletti all'estero tolgano il diritto di voto ai cittadini che essi rappresentano.
Cordiali saluti.




Vertice UE? Potrebbe essere solo palliativo!

Cari amici ed amiche.

Leggete l'articolo che ho scritto  su "Italia chiama Italia" e che è intitolato "Crisi, guerra monetaria in Europa".
Ora, è noto che l'Euro sia una moneta anomala!
Non ha un'istituzione politica dietro ma ha solo delle banche che fanno quello che vogliono e che si appoggiano allo Stato più forte, la Germania.
Ora, dal vertice di ieri tra i leader dell'Unione Europea (a cui hanno partecipato il premier Mario Monti, la cancelliera tedesca Angela Merkel, il premier spagnolo Mariano Rajoy) l'Euro è uscito teoricamente rafforzato.
Infatti, gli Stati virtuosi potranno accedere al fondo salva-Stati ed adottare misure anti-Spread.
Tuttavia, queste misure rischiano di essere un palliativo, se non cambia il meccanismo di controllo della moneta.
L'Italia dovrà valutare ogni cosa, anche l'abbandono dell'Euro, qualora vi sia una crisi irreversibile.
Queste misure mi sembrano un'aspirina data ad un malato di cancro.
Cordiali saluti.

Questi martiri hanno visto ciò che hanno predicato. Dai «Discorsi» di sant'Agostino, vescovo

Cari amici ed amiche.

L'amico Giovanni Covino (SEFT) ha messo questo testo di Sant'Agostino su Facebook:

"Il martirio dei santi apostoli Pietro e Paolo ha reso sacro per noi questo giorno. Noi non parliamo di martiri poco conosciuti; infatti «per tutta la terra si diffonde la loro voce ai confini del mondo la loro parola» (Sal 18, 5). Questi martiri hanno visto ciò che hanno predicato. Hanno seguito la giustizia. Hanno testimoniato la verità e sono morti per essa.

Il beato Pietro, il primo degli apostoli, dotato di un ardente amore verso Cristo, ha avuto la grazia di sentirsi dire da lui: «E io ti dico: Tu sei Pietro» (Mt 16, 18). E precedentemente Pietro si era rivolto a Gesù dicendo: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente» (Mt 16, 16). E Gesù aveva affermato come risposta: «E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa» (Mt 16, 18). Su questa pietra stabilirò la fede che tu professi. Fonderò la mia chiesa sulla tua affermazione: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». Tu infatti sei Pietro. Pietro deriva da pietra e non pietra da Pietro. Pietro deriva da pietra, come cristiano da Cristo.

Il Signore Gesù, come già sapete, scelse prima della passione i suoi discepoli, che chiamò apostoli. Tra costoro solamente Pietro ricevette l'incarico di impersonare quasi in tutti i luoghi l'intera Chiesa. Ed è stato in forza di questa personificazione di tutta la Chiesa che ha meritato di sentirsi dire da Cristo: «A te darò le chiavi del regno dei cieli» (Mt 16, 19). Ma queste chiavi le ha ricevute non un uomo solo, ma l'intera Chiesa. Da questo fatto deriva la grandezza di Pietro, perché egli è la personificazione dell'universalità e dell'unità della Chiesa. «A te darò» quello che è stato affidato a tutti. E` ciò che intende dire Cristo. E perché sappiate che è stata la Chiesa a ricevere le chiavi del regno dei cieli, ponete attenzione a quello che il Signore dice in un'altra circostanza: «Ricevete lo Spirito Santo» e subito aggiunge: «A chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi» (Gv 20, 22-23).

Giustamente anche dopo la risurrezione il Signore affidò allo stesso Pietro l'incombenza di pascere il suo gregge. E questo non perché meritò egli solo, tra i discepoli, un tale compito, ma perché quando Cristo si rivolge ad uno vuole esprimere l'unità. Si rivolge da principio a Pietro, perché Pietro è il primo degli apostoli.

Non rattristarti, o apostolo. Rispondi una prima, una seconda, una terza volta. Vinca tre volte nell'amore la testimonianza, come la presunzione è stata vinta tre volte dal timore. Deve essere sciolto tre volte ciò che hai legato tre volte. Sciogli per mezzo dell'amore ciò che avevi legato per timore.

E così il Signore una prima, una seconda, una terza volta affidò le sue pecorelle a Pietro.

Un solo giorno è consacrato alla festa dei due apostoli. Ma anch'essi erano una cosa sola. Benché siano stati martirizzati in giorni diversi, erano una cosa sola. Pietro precedette, Paolo seguì. Celebriamo perciò questo giorno di festa, consacrato per noi dal sangue degli apostoli.

Amiamone la fede, la vita, le fatiche, le sofferenze, le testimonianze e la predicazione.





Martirologio Romano: Solennità dei santi Pietro e Paolo Apostoli. Simone, figlio di Giona e fratello di Andrea, primo tra i discepoli professò che Gesù era il Cristo, Figlio del Dio vivente, dal quale fu chiamato Pietro. Paolo, Apostolo delle genti, predicò ai Giudei e ai Greci Cristo crocifisso. Entrambi nella fede e nell’amore di Gesù Cristo annunciarono il Vangelo nella città di Roma e morirono martiri sotto l’imperatore Nerone: il primo, come dice la tradizione, crocifisso a testa in giù e sepolto in Vaticano presso la via Trionfale, il secondo trafitto con la spada e sepolto sulla via Ostiense. In questo giorno tutto il mondo con uguale onore e venerazione celebra il loro trionfo.
".

Oggi è la solennità del martirio dei Santi Pietro e Paolo.
Essi furono due autentici testimoni della fede e della giustizia.
Essi furono uomini a tutti gli effetti.
San Pietro rinnegò Cristo quando questi venne crocifisso, per poi essere stato perdonato e ricostituito capo della Chiesa.
San Paolo, prima dei fatti della via di Damasco (quando ancora si chiamava Saulo) perseguitò i cristiani.
Quindi, San Pietro e San Paolo furono uomini normali.
Tuttavia, Dio (attraverso il suo unico Figlio Gesù Cristo) volle costituirli come suoi testimoni.
Essi accettarono senza riserve il piano di Dio e misero Dio al primo posto, anche sopra le proprie vite.
Essi avrebbero potuto dire di no e rifiutarsi.
Sarebbe stato un loro diritto, anche perché sapevano a cosa sarebbero andati incontro.
Invece, accettarono.
La loro morte avvenne perché testimoniarono Cristo.
Questo fu il vero martirio.
Cordiali saluti.


A San Michele Arcangelo



Glorioso San Michele,
principe delle milizie celesti,
protettore della Chiesa Universale.
Voi che avete vinto Lucifero,
e l'avete precipitato nel fondo dell'inferno,
difendeteci da tutti i nostri nemici visibili ed invisibili,
e non permettete,
che giammai cadiamo sotto la loro crudele tirannia.
Otteneteci, o glorioso nostro speciale Protettore,
dal Signore la grazia,
che noi possiamo sempre più amarlo in questo mondo,
per avere poi la felice sorte
di amarlo con Voi eternamente in Paradiso.
Amen

giovedì 28 giugno 2012

Deutschland, zwei kartoffeln!

Cari amici ed amiche.

L'Italia ha battuto la Germania, con una doppietta di Mario Balotelli e domenica affronterà la finale degli Europei di calcio contro la Spagna.
La partita è stata superba.
Dopo due occasioni da goal della Germania, l'Italia ha iniziato a giocare.
Il suo gioco è stato avvolgente ed i tedeschi non sono riusciti a trovare il bandolo della matassa.
Al 18' del primo tempo, il neo-milanista Riccardo Montolivo ha effettuato il primo tiro in porta che ha scaldato le mani al portiere tedesco Manuel Neuer.
Due minuti dopo, il rossonero Antonio Cassano ha effettuato un passaggio illuminante a Mario Balotelli che non ha avuto problemi a segnare il goal.
La Germania è rimasta stordita e l'Italia ha continuato a martellare.
il regista della Juventus Andrea Pirlo ha fatto il bello ed il cattivo tempo.
Sedici minuti dopo il primo goal, Montolivo ha passato la palla a Balotelli che ha tirato.
Neuer ha dovuto raccogliere ancora la palla in fondo al sacco.
Il risultato è ora di 2-0 per l'Italia e con questo risultato è finito il primo tempo.
Nel secondo tempo la Germania ha ripreso vigore.
Il commissario tecnico tedesco Joachim Loew ha sostituito gli evanescenti Lucas Podolski e Mario Gomez con Marco Reus e Miroslaw Klose.
I cambi hanno fatto l'effetto di aumentare la pressione tedesca.
Reus ha scaldato le mani al nostro portiere Gianluigi Buffon.
Tuttavia, l'Italia ha mancato più volte il 3-0.
Il commissario tecnico Cesare Prandelli ha sostituito Cassano, Montolivo e Balotelli con Alessandro Diamanti, Thiago Motta e Antonio Di Natale.
La musica non cambia.
La Germania preme ma raramente crea pericoli.
L'Italia si difende con ordine e si rende pericolosa in contropiede.
Solo negli ultimi minuti le cose avrebbero potuto volgersi al peggio.
Al 91' Federico Balzaretti tocca la palla con un braccio in area di rigore.
L'arbitro assegna il calcio di rigore alla Germania.
Il centrocampista tedesco di origine turca Mesut Ozil ha segnato.
Ora il risultato è 2-1 per l'Italia.
Un brivido ci ha presi ma il risultato non è cambiato e al 94' l'arbitro ha fischiato tre volte.
L'Italia ha battuto la Germania ed è volata in finale.
Questa è anche una vittoria morale.
Chi è capace di intendere...intenda.
Cordiali saluti.


I love Israel

Cari amici ed amiche.

Beppe Grillo mi ha fatto veramente schifo, quando ha parlato di Israele!
Leggete l'articolo del sito "Focus on Israel"  che intitolato "Beppe Grillo e le “verità” su Mossad, Israele e Iran".
Le parole di Grillo erano intrise di odio e di ignoranza!
In primo luogo, in Israele le minoranze sono rispettate.
Non mi risulta che gli Israeliani abbiano mai impiccato degli oppositori politici.
Non mi risulta che gli Israeliani abbiano mai fatto violenza contro i cristiani o altre minoranze religiose.
Semmai, le hanno aiutate.
Vedi il caso del Cenacolo di Gerusalemme, in cui i cristiani sono tornati  pregare, grazie agli Israeliani.
Gli arabi hanno una rappresentanza nella Knesset, il Parlamento.
In Israele vanno ragazzi di varie parti del mondo a studiare medicina ed agronomia e tutti sono rispettati.
In Israele, il valore della famiglia è realmente rispettato.
Grillo dovrebbe solo vergognarsi!
I love Israel!
Cordiali saluti.



Un prof della New York University: "il Vesuvio esploderà con una forza mai vista"

Cari amici ed amiche.

Su Facebook mi è arrivata questa foto, con questa didascalia:

"Il Vesuvio all'improvviso esploderà con una potenza mai vista". Una previsione sconvolgente quella del prof. Flavio Dobran della New York University, che non può passare inosservata e sotto silenzio. Viene la pelle d'oca a leggere l'ipotetico scenario che potrebbe venirsi a creare, e visto che nei secoli scorsi si sono verificate potenti eruzioni, capaci di fare migliaia di morti in uno scenario in cui la densità demografica era nettamente inferiore, c'è davvero poco da scherzare.
Abbiamo cercato ulteriori notizie sul professore autore di questa apocalittica previsione, Flavio Dorban, descritto ovunque con un bravo professionista: aspetto che rende ancora più preoccupante la questione. Dobran ha redatto persino 2 libri sul Vesuvio. Delle sue previsioni ne parlano anche Silvestro Giannantonio e Aniello Sammarco in un lungo e articolato "Speciale Vesuvio" di cui consigliamo la lettura a coloro che vogliono approfondire la questione.

Sarebbe opportuno - vista la gravità dello scenario ipotizzato dal prof. Dorban - che le istituzioni italiane - sia l'INVG che il governo - si esprimano sulla questione, riferendo ai cittadini: non possiamo credere che previsioni di questa gravità, provenienti da uno stimato docente universitario, siano passate inosservate, e sarebbe doveroso da parte delle istituzioni fornire delucidazioni ai cittadini, ma questo comporterebbe un'assunzione di responsabilità che sicuramente - visto la posta in gioco - eviteranno accuratamente. Molto strano anche il fatto che i mass media abbiano rinunciato in massa ad interessarsi di una questione con la quale i nostri "cacciatori di sensazionalismo" sempre a caccia di scoop sarebbero potuti andare a nozze, visto che il tema sicuramente suscita grande interesse nell'opinione pubblica, ed in particolare ai milioni di cittadini che vivono nell'area napoletana. Se ci fosse un parlamentare con le PALLE, sarebbe opportuno presentare un'interrogazione e chiedere spiegazioni in merito al premier e al ministro, costringendoli a prendere posizione.

Alessandro Raffa per nocensura.com

- - -
di seguito l'articolo di Gianni Lannes per sulatestagiannilannes.blogspot.it

Per l’Etna parlano da sole le immagini rabbiose diffuse dalle televisioni di mezzo mondo ad ogni eruzione. Nella vicina base Usa di Sigonella sono state accumulati ordigni atomici, in violazione del Trattato internazionale di non proliferazione nucleare. Che succederà? Altrettanto inquietanti, ma sottovalutate, sono le proiezioni riferite all’apparentemente tranquillo collega napoletano. Gli esperti si confrontano sull’eventualità di un’ora X per l’eruzione. Rischierebbero la vita almeno un milione e mezzo di persone nell’area napoletana. Ma è meglio non farlo sapere all’opinione pubblica. Vero presidente Monti?

Previsione scientifica - Su di lui, però, ha le idee chiare il professor Flavio Dobran docente della New York University. Qual è la previsione dell’esperto americano? "All’improvviso il Vesuvio che sonnecchia dal 1944, esploderà con una potenza mai vista. Una colonna di gas, cenere e lapilli si innalzerà per duemila metri sopra il cratere. Valanghe di fuoco rotoleranno sui fianchi del vulcano alla velocità di 100 metri al secondo e una temperatura di 1000 gradi centigradi, distruggendo l’intero paesaggio in un raggio di sette chilometri, spazzando via strade e case, bruciando alberi, asfissiando animali, uccidendo forse un milione di esseri umani". Il tutto in appena 15 minuti.Uno scenario catastrofico? Semplicemente un’ipotesi documentata, frutto di accurati studi, da non sottovalutare.

Con una sola incognita: il giorno in cui scatterà la terribile esplosione. "Questa purtroppo non possiamo prevederla - precisa il professor Dobran - Certo non sarà tra due settimane, però sappiamo con certezza che il momento del grande botto sia per l’Etna che però il Vesuvio, anche se è su quest’ultimo che i nostri test si sono soffermati con particolare attenzione. La conferma viene dalla storia: le eruzioni su larga scala arrivano una volta ogni millennio. Quelle su media scala una volta ogni 4-5 secoli. Quelle su piccola scala ogni 30 anni. Ebbene, l’ultima gigantesca eruzione su larga scala è quella descritta da Plinio il Vecchio: quella che il 24 agosto del 79 dopo Cristo distrusse Ercolano e Pompei uccidendo più di duemila persone. La più recente eruzione su media scala è quella del 1631, che rase al suolo Torre del Greco e Torre Annunziata, facendo 4 mila morti in poche ore".

Il magma che alimenta il Vesuvio se ne sta tranquillo nel suo serbatoio profondo o sta risalendo? "E’ il magma che spinge e vuole salire a far tremare il suolo della Campania". La tesi è di un vulcanologo napoletano, il professor Giuseppe Luongo , ex direttore dell’Osservatorio Vesuviano, che non condivide la diagnosi rassicurante fatta da un suo collega, Paolo Gasparini che descrive il vulcano come "un cono edificato dai prodotti eterogenei delle eruzioni, poggiato su un basamento di calcare che inizia a 2-3 chilometri di profondità". Molto al di sotto, a circa 10 km, la tomografia sismica a tre dimensioni individua materiali fluidi, interpretati come il bacino magmatico che alimenta il vulcano. Nei limiti della tomografia, che non distingue masse inferiori a circa 300 metri di diametro, Gasparini precisa che "non si vedono altre sacche magmatiche sopra il bacino, cioè sopra i 10 km". Luongo contesta queste interpretazioni e avanza l’ipotesi, rilevante per le implicazioni di protezione civile, che potrebbero esistere canali di risalita già colmi di magma, senza interruzione, dal bacino profondo 10 km, fino alle parti più superficiali, con dimensioni al di sotto del potere risolutivo della tomografia. "Il magma, per risalire in superficie, non dovrà vincere la resistenza di rocce rigide che lo sovrastano per uno spessore di 10 km, al contrario potrebbe trovare una facile via di risalita lungo i percorsi già occupati da masse a temperature elevata". Questo scenario, aggiunge Luongo, "sarebbe compatibile con un quadro fenomenologico dei precursori meno appariscente di quello atteso". Analizzare il passato può servire allora a immaginare il futuro.
Ed è proprio ciò che ha fatto il vulcanologo statunitense, Dobran, progettando il simulatore vulcanico globale. Si tratta di un modello informatico in grado di ricostruire le passate eruzioni del Vesuvio, per descrivere quelle future. Oltre ai dati storici nel computer vengono inseriti anche quelli sullo stato attuale del vulcano: l’attività sismica più recente, le emissioni di gas, i cambiamenti dei campi magnetici. "Abbiamo cercato di riprodurre al computer l’eruzione del 79 - dice Dobran - E il simulatore vulcanico globale, dopo aver analizzato i dati, ha disegnato uno scenario infernale: appena 20 secondi dopo l’esplosione il fungo di gas e ceneri incandescenti ha già raggiunto i 3 mila metri di altezza, da dove collassa lungo i fianchi del cono. Un minuto dopo, la valanga ardente si trova già a due chilometri dal cratere. In tre minuti ha già raggiunto Ottaviano, Somma Vesuviana e Boscoreale. In quattro minuti sono spacciate Torre del Greco ed Ercolano. Sessanta secondi dopo è la volta di Torre Annunziata". E’ successo in passato, potrebbe accadere in futuro. Gli esperti ne sono sicuri, anche se il giorno esatto non lo conosce nessuno.

Trivellazioni - Scavare una galleria sotterranea per spingere delle sonde fino alla caldera flegrea sotto il mare di Pozzuoli è considerato da molti altamente pericoloso. Il “Campi Flegrei Deep Drilling Project”, coordinato dall’ingegnere Giuseppe De Natale, costa 15 milioni di dollari e servirebbe a monitorare il rischio di terremoti ed eruzioni oltre che a studiare il bradisismo e a sfruttare l’energia del sottosuolo. Ma numerosi esperti mettono in guardia sugli effetti disastrosi che le trivellazioni potrebbero avere sul territorio. Gli ultimi avvertimenti in ordine di tempo provengono da due media americani, il “Popular Science” e la rivista scientifica “Nature”. Secondo entrambi le trivelle potrebbero incontrare sulla propria strada del magma sotto pressione, causando delle eruzioni e dei terremoti in tutta la zona intorno al Vesuvio. Clay Dillow, dalle pagine del Popular Science, si chiede se “il tentativo di difendere i Campi Flegrei, che nel mondo sono uno dei luoghi più a rischio di eruzioni vulcaniche, non possa addirittura peggiorare la situazione”.
Sulla questione si è espresso anche Benedetto De Vivo, ordinario di Geochimica ambientale alla Federico II di Napoli e consulente della procura sull’area dei Campi Flegrei. De Vivo ha inviato una lettera al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in cui ha sottolineato il rischio di effettuare le rilevazioni in prossimità di centri abitati come Bagnoli, allegando pubblicazioni su altri incidenti «clamorosi» avvenuti in Nuova Zelanda e Islanda. Il professor De Vivo ha sottolineato che degli esami nel territorio «sono possibili, si fanno, ma in zone disabitate e in questo caso sono inutili, perché sappiamo già tutto della caldera flegrea». I precedenti del Vesuvio non sono in effetti confortanti.".





L'anno scorso, mentre andavo in Sicilia, ho visto il Vesuvio, dall'area di servizio "Tre Ponti" dell'Autostrada A30 Caserta-Salerno.
Ho visto la sua minacciosa maestà.
Il Vesuvio è un vulcano esplosivo.
La storia dice ciò.
Nel 79 AD, esso esplose distruggendo le città di Pompei, Ercolano e Stabia e seminando morte.
Molte persone morirono prima di essere sepolti dalla lava.
Il monte vulcanico, che era molto più alto rispetto a quello attuale, si squarciò ed emise una nube ardente di ceneri, bombe e lapilli.
Questa nube si proiettò in cielo, producendo fulmini, e poi collassò sui fianchi della montagna travolgendo persone e cose.
Le persone morirono bruciate dentro.
Le ceneri ardenti soffocarono le persone e bruciarono loro i polmoni.
Inoltre,  anche i cervelli scoppiarono.
Se guardate i crani delle persone morte in quell'eruzione, noterete che molti di essi sono deformati.
La cosa potrebbe ripetersi.
Perché avviene questo?
Le lave del Vesuvio sono viscose perché ricche di silice (SiO2).
Se guardate il monte vulcanico noterete ciò.
Queste lave fanno fatica ad uscire e perciò ostruiscono il camino vulcanico.
Si crea un aumento di pressione che genera l'esplosione.
Però, il pericolo maggio potrebbe venire da una zona vicina, i Campi Flegrei, il supervulcano di cui ho parlato nell'articolo intitolato "Campi Flegrei, una bomba ad orologeria?".
Il Vesuvio dà dei segnali prima di eruttare.
Ad esempio, vi sono terremoti, bradisismi e fonti inaridite.
Se dovessero esserci queste cose, l'eruzione sarebbe imminente.
Stando ai calcoli, il vulcano darebbe circa 10 ore di tempo per fare evacuare la zona.
Dopo, esso inizierebbe ad eruttare, emettendo una nuvola di ceneri, lapilli e bombe.
Allora sì che molti sarebbero in pericolo!
Cordiali saluti.







Identità e diversità secondo Kuehnelt-Leddihn-traduzione di Filippo Giorgianni

Cari amici ed amiche.

Sul sito di Ludwig von Mises Italia c'è questo brano scritto da Erik von Kuhenelt-Leddihin (1909-1999):

"Visti da una certa angolazione, siamo tutti soggetti a due spinte basilari: identità e diversità. Né nella vita delle persone né nella storia delle nazioni queste due spinte hanno sempre la medesima intensità e il medesimo equilibrio. Esse come si manifestano? Tutti noi sperimentiamo uno stato d’animo durante il quale sentiamo il desiderio di essere in compagnia delle persone della nostra stessa età o della stessa classe, sesso, convinzioni, religione o gusto.

Molto probabilmente, condividiamo con il mondo animale questa spinta verso la conformità, per una forte sensazione di identità che è come un istinto di branco, un comune e forte sentimento di comunità che guarda ogni altro gruppo con ostilità. Nelle rivolte razziali e nelle manifestazioni etniche, questo sentimento collettivo può mostrare una grande forza: l’istinto conformista del branco è stato, per esempio, il motore guida dietro le organizzazioni ginniche nazionaliste dei tedeschi e degli slavi, così potente nella prima parte di questo secolo. Guardando cinque o diecimila uomini e donne, vestiti identicamente, compiere i medesimi movimenti, si è assaliti da un’impressione irresistibile di omogeneità, sincronizzazione, simmetria, uniformità. L’identità e la sua spinta tendono all’autocancellazione, tendono a un «nostrismo» in cui l’ego viene eliminato.

Certamente, il «nostrismo» (termine creato dal nazionalsocialista austriaco Walther Pembaur) può essere, e di solito è, un’intelligente moltiplicazione degli egoismi. Chiunque esalti un’unità collettiva a cui partecipi (una nazione, una razza, una classe, un partito) esalta anche sé stesso. E dunque tutte le spinte verso la conformità non solo prendono posizione per l’uniformazione e si oppongono all’alterità, ma sono anche autoreferenziali. L’omosessualità possiede un aspetto di uniformazione a sé insieme a un rifiuto di stabilire un ponte – intellettuale, spirituale e psicologico –, a volte difficile, con l’altro sesso. Sotto questo aspetto, l’omosessualità è una forma di narcisismo, di immaturità e denota dei limiti da “sempliciotto”[2]. Fortunatamente, l’uomo nella sua maturità e nel pieno delle sue capacità non possiede solo spinte verso l’identità, ma anche verso la diversità, non solo un istinto del branco, ma anche un sentimento romantico. Più spesso che non, noi aneliamo ad incontrare persone del sesso opposto, un altro gruppo d’età, di mentalità, classe, persino di un’altra fede e convinzione politica.

Tutti i tipi di curiosità per il nuovo – il desiderio di viaggiare, di mangiare altri cibi, di sentire musica differente, di tenersi in contatto con varie culture e civiltà – derivano dalla tendenza alla diversificazione. Un cane non ha desiderio di viaggiare, né si oppone molto al cibarsi dello stesso cibo. Lo stadio della formica o della termite può rimanere inalterato attraverso i secoli. Ma il desiderio dell’uomo di cambiare produce risultati nella storia, come sappiamo. C’è qualcosa in noi che non sopporta la ripetizione. Questa brama per il nuovo può essere micidiale, certamente, se non viene fusa con un elemento di permanenza – e con la prudenza. In altri termini, condividiamo con le bestie l’istinto di cercare l’identità con l’altro; ma diventiamo completamente umani solo attraverso la nostra spinta e il nostro entusiasmo per la diversità.

Nonostante il pericolo, tutte le maggiori religioni teiste poggiano appieno su questo anelito, su questo amore per l’alterità. Anche se non sottoscriverei la formula di Karl Barth del Gott als der ganz andere(Dio come il totalmente altro), nessun teista può negare l’alterità di Dio. Noi siamo creati a Sua immagine, per quanto non siamo un facsimile di Dio. Questa è una ragione del perché l’Incarnazione smuova gli uomini così profondamente, del perché il primo Concilio Ecumenico si sia infuriato con asprezza con riguardo all’esatta natura dell’Incarnazione, del perché essa abbia dato origine a tragiche eresie e scismi.

Osservando queste due spinte, identità e diversità (entrambe hanno fondamenta psicologiche, ma solo la seconda possiede un carattere intellettuale), dobbiamo concludere che i tempi moderni sono molto più favorevoli all’istinto di branco che alla diversità. Questo potrebbe non essere di immediata evidenza, perché in qualche modo l’opposto sembra essere la regola: la brama di viaggiare può essere ora molto facilmente soddisfatta e nelle arti esiste una grande varietà di gusti e di scuole. Ma in altri più importanti reami, l’identità è stata favorita in ogni modo, in parte dalle passioni (per lo più di ordine animale) e in parte dalla moderna tecnologia e dalle procedure che formano la civiltà moderna. Sebbene sia di moda parlare del pluralismo dei nostri giorni, infatti, tutte le tendenze moderne puntano verso lo spettro di una terrificante, più grande e più spietata, conformità. A tal proposito, l’identità è una cugina dell’eguaglianza. Ogni cosa che sia identica è automaticamente uguale. Due monete da cinquanta centesimi della stessa provenienza non sono solo identiche, ma anche eguali. Due quarti sono uguali a una moneta di cinquanta centesimi, ma essi non le sono identici.

L’identità è uguaglianza: essa è eguaglianza a prima vista, un’eguaglianza che non necessita di alcun lungo ragionamento o accurata indagine per essere ritrovata. Di conseguenza, tutte le forme politiche o sociali che sono ispirate dall’idea di uguaglianza punteranno quasi inevitabilmente al concetto di identità e favoriranno l’istinto del branco, con il susseguente sospetto, se non avversione, per coloro i quali osino essere differenti o per coloro i quali reclamino una superiorità. C’è un’ottusa inclinazione animalistica verso la conformità sociale (l’identità) così come un programmatico e fanatico impulso in quella direzione. Nietzsche[3] ne era consapevole, così come lo era Jacob Burckhardt[4]. Il suo motore portante è la paura, proveniente da un complesso d’inferiorità che genera l’odio, e l’invidia come sua sorella di sangue. Questa paura deriva dal sentirsi inferiori a un’altra persona (o ad una situazione); l’odio è possibile solo attraverso il sentirsi impotenti davanti a una persona più forte. Uno schiavo debole e imbelle può temere e odiare il suo padrone; il padrone, d’altro canto, non odierà ma piuttosto proverà disprezzo per il suo schiavo. Chi odia in tutto il corso della storia ha commesso orribili atti di crudeltà (la vendetta dell’inferiore)[5], mentre il disprezzo – spesso accoppiato a un senso di superiorità – ha prodotto crudeltà solo raramente.

La domanda di eguaglianza ed identità nasce precisamente al fine di evitare quella paura, quel senso di inferiorità. Nessuno è migliore, nessuno è superiore, nessuno si sente toccato, tutti sono “tranquilli”. Inoltre, se l’identità, se l’uniformità viene raggiunta, le azioni e le reazioni delle persone possono essere previste. Senza (sgradevoli) sorprese, emerge una calda sensazione collettiva di fratellanza. Questi sentimenti – questo rigetto della qualità (che ineluttabilmente differisce da persona a persona) – spiegano molte cose a proposito dello spirito dei movimenti di massa degli ultimi duecento anni. Simone Weil ci ha insegnato che l’“io” viene dall’uomo, ma il “noi” proviene dal Diavolo. L’altro fattore dell’identità è l’invidia. L’invidia possiede diverse e complesse radici psicologiche. C’è, prima di tutto, la strana sensazione secondo cui, qualunque situazione viva una persona, ciò dipenderebbe in qualche modo da qualcun altro: “Sono povero perché lui è ricco”. Questo sentimento intimo e spesso taciuto riposa sull’assunto che tutte le cose buone in questo mondo sono limitate. Nel caso del denaro, o più ancora nel caso della proprietà fondiaria, potrebbe avere qualche fondamento (da qui l’invidia enorme dei contadini per i beni immobili di qualcun altro). Questa contesa, tuttavia, è spesso inconsciamente estesa ai valori che non sono limitati. Isabella è bellissima; Luisa è brutta. Eppure la bellezza di Isabella non è il risultato della bruttezza di Luisa, né l’intelligenza di Roberto dipende dalla stupidità di Timoteo. L’invidia a volte usa inconsciamente un argomento statistico: “Non tutte le nostre sorelle possono essere belle, né tutti i nostri fratelli intelligenti. Il destino mi ha discriminato!”. Il secondo aspetto dell’invidia risiede nella superiorità di un’altra persona in un diverso ambito. Un’invidia bruciante può essere creata dal mero sospetto che un’altra persona si senta superiore a causa dello sguardo, dell’intelligenza, dei muscoli, dei soldi o quant’altro. Il solo modo per compensare è trovare qualità inferiori nella persona oggetto dell’invidia: “Lui è ricco, ma è cattivo”, “Ha successo, ma la sua vita familiare è miserabile”. Le carenze della persona invidiata servono quali consolazioni: a volte esse servono come accusa per attaccarla, specialmente se le sue carenze sono morali.

Negli ultimi duecento anni lo sfruttamento dell’invidia – la sua mobilitazione presso le masse – accoppiata alla denigrazione degli individui, ma molto frequentemente anche di classi, di razze, di nazioni, di comunità religiose, sono state la chiave del successo politico[6]. La storia del mondo occidentale dalla fine del diciottesimo secolo non può esser scritta senza tenere questo fatto sempre a mente. Tutti gli “ismi” sinistrorsi suonano intorno a questo tema: vale a dire, sul privilegio dei gruppi che sono oggetto dell’invidia e, al medesimo tempo, che vengono considerati inferiori in qualche aspetto intellettuale o morale. Essi non hanno diritto alla loro posizione di rilievo, bando alle ipocrisie. Essi dovrebbero adeguarsi, divenire identici al “popolo”, rinunciare ai loro privilegi, conformarsi. Se parlano un altro linguaggio, dovrebbero astenersi dal farlo in favore dell’idioma comune. Se sono benestanti, le loro ricchezze dovrebbero essere tassate maggiormente o confiscate. Se aderiscono ad una ideologia impopolare, dovrebbero rinunciarvi[7]. Ogni cosa speciale, ogni cosa astrusa, ogni cosa non facilmente comprensibile dai più, diventa sospetta e malvagia (come, per esempio, le sempre più “antidemocratiche” arte e poesia moderne[8]). Un tipo di minoranza impopolare che non può conformarsi e quindi è sempre in pericolo di essere esiliata, oppressa o massacrata, è la minoranza razziale.

Poiché – come sempre – l’ipocrisia è un omaggio che il vizio rende alla virtù, il cattivo incitamento all’invidia non verrà mai pubblicamente invocato. La persona o il gruppo non conformisti, peccando contro il sacro principio dell’uniformità, saranno invece trattati come traditori e, se non sono traditori, la maggioranza invidiosa li spingerà in quella direzione (ancora nel 1934 alcuni ebrei tedeschi provarono a formare un proprio gruppo Nazista; essi consideravano ingenuamente l’antisemitismo una “fase passeggera”. Ma si può immaginare un ebreo tedesco nel 1943 non pregare per una vittoria Alleata? Essi sono stati spinti in quella direzione). Di conseguenza, essere diversi significa essere trattati da (o diventare un) traditore.

Persino laddove lo schema “nonconformista = traditore” non sia apertamente utilizzato, frequentemente esso si nasconde dietro la mentalità dell’uomo moderno, che si abbracci o meno direttamente il totalitarismo. Quante, tra le molte persone che rigettano sinceramente tutte le dottrine totalitarie, oggi sottoscriverebbero la famosa massima di Santo Stefano, Re d’Ungheria, che scrisse nel suo testamento al proprio presunto erede, Sant’Emerico: «Un regno con una sola lingua e un solo costume è una cosa stupida»[9]?

Unicità e conformità sono mischiati nelle nostre menti. La moderna fascinazione dell’uniformità è stata incrementata non solo dalla tecnologia che produce oggetti identici (un tipo d’auto di proprietà “comune” a mezzo milione di persone), ma anche dalla percezione subcosciente che l’uniformità sia legata alla compera a buon mercato e al fatto che essa rende più intelligibili le cose per le menti semplici. Leggi identiche, dimensioni identiche, lingua identica, identica valuta, potere politico identico (“una testa – un voto”), abiti identici o quasi identici (i blue-jeans maoisti): tutto questo sembra altamente desiderabile. Semplifica le cose. È più economico. Evita di far pensare. A certe menti pare addirittura “più giusto”. Ma queste tendenze identiche si imbattono in due ostacoli: la natura e l’uomo (che è parte della natura). Tra le due, la natura può più facilmente essere compressa dallo sforzo umano in modelli identici, come testimoniano certi tipi di giardinaggio o le colline che vengono livellate.

Ma inserire l’uomo in uno stampo identico è un’impresa più difficile, per quanto non priva di speranza per lo stolto che dichiari allegramente: “Tutti gli uomini sono uguali” e “Tutte le persone sono tra loro più simili che dissimili”. Ciò evoca Procuste, il leggendario predone sadico che stendeva le sue vittime su di un letto: coloro che erano troppo corti venivano stirati e martellati sino a giungere alla loro forma, coloro che erano troppo lunghi venivano tagliati alla giusta misura. Procuste è il precursore della tirannia moderna. Ma inevitabilmente il livellatore si scontra con il mistero della personalità. Gli esseri umani sono diversi. Sono diversi per età, per sesso; variano nella forza fisica, nell’intelletto, nell’educazione, nell’ambizione. Hanno differenti caratteristiche, diverse disposizioni e diversi tipi di memoria; essi reagiscono differentemente allo stesso trattamento (tutte cose che resistono all’egualitarista). Mentre il calzolaio dà per scontata la diversità, il grattacapo sorge per il calzaturiere. Se essa è naturale per la governante e non è un mistero per il genitore, può divenire un problema insolubile per l’insegnante di una classe di grandi dimensioni.

In effetti, i gruppi di rilevanti dimensioni tendono a rinunciare almeno in parte alla personalità. L’uomo-massa ha la tendenza a pensare, agire e reagire in modo sincronizzato con la folla (un fenomeno che può avere una spiegazione scientifica). Più precisamente, poiché l’identità umana è difficile da raggiungere, deve essere frequentemente approntato un mediocre succedaneo. Questo succedaneo è l’uguaglianza: ed essa è ugualmente inattuabile.

Di Erik von Kuehnelt Leddihn

Traduzione di Filippo Giorgianni
[1] Herman Borchardt, The Conspiracy of the Carpenters,Simon&Shuster,New York 1943.

[2] Il dottor Marcel Eck scrive in un suo saggio che l’«inferno dell’omosessualità» sta proprio nel fatto che essa evita il vero dialogo; l’amore omosessuale non è la ricerca di un altro, ma semplicemente una ricerca di se stessi. Cfr. Marcel Eck, Propos de la sexualité, in Idem, Qu’est-ce-que l’homme, Pierre Horay, Parigi 1955, p. 110.

[3] José Ortega y Gasset scrive: «Probabilmente l’origine della furia anti-individuale risiede nel fatto che nei loro cuori più intimi le masse si sentono deboli e indifese di fronte al loro destino. In una pagina amara e terribile Nietzsche nota come, nelle società primitive che erano deboli allorquando si confrontavano con le difficoltà dell’esistenza, ogni atto individuale e originale fosse un crimine e come l’uomo che provava a condurre una vita solitaria fosse un malfattore. Egli doveva comportarsi in ogni cosa al modo della tribù». Cfr. José Ortega y Gasset, Invertebrate Spain, traduzione di Mildred Adams, Norton, New York 1937, pp. 170-171. Sull’antagonismo tra libertà ed eguaglianza, liberalismo e democrazia, si veda anche Roger John Williams, Free and Unequal: The Biological Basis of Individual Liberty, University of Texas Press, Austin 1953; Alexander Dunlop Lindsay, The Modern Democratic State, Oxford University Press, Londra 1945, vol. I, pp. 46 e 79; Franz Schnabel, Deutsche Geschichte im Neunzehnten Jahrhundert, Herder, Friburgo in Brisgovia 1933, vol. II, pp. 97-98; Heinz Otto Ziegler, Autoritärer oder totaler Staat, J. C. B. Mohr, Tubinga 1932, p. 10; Wilhelm Stählin, Freiheit und Ordnung, in Der Mensch un die Freiheit, Neues Abendland, Monaco 1954, p. 17. Werner Jaeger pone l’accento sul fatto che Atene fosse democratica, che essa insistesse sull’ison (eguaglianza), ma non sulla libertà personale: cfr. Werner Jaeger, Paideia, Walter de Gruyter, Berlino 1954, vol. II, p. 104. Il professor Goetz Briefs ricorda che tutti i democraticismi (che egli distingue dalla democrazia) devono concludersi in un dispotismo dal momento che essi si oppongono alla realtà dell’uomo e della società: cfr. Goetz Briefs, Zwischen Kapitalismus und Syndakalismus, A. Francke, Berna 1952, p. 75. Herbert Marcuse, riferendosi a Hegel, giunge a conclusioni simili: cfr. Herbert Marcuse, Reason and Revolution, Boston Press, Boston 1960, pp. 242-243.

[4] Jacob Burckhardt nella sua lettera a Friedrich von Preen, datata 1 gennaio 1879 scrive: «Sei perfettamente nel giusto: si vuol educare la gente agli incontri. Alla fine, le persone inizieranno a gridare ove non formino folle di almeno un centinaio di componenti». cfr. Jakob Burckhardt, Briefe an seinen Freud Friedrich von Preen 1864-1893, Deutsche Verlaganstalt, Stoccarda 1922, p. 130.

[5] Friedrich Nietzsche, Werke, Kröner, Lipsia 1917, vol. XII, p. 140.

[6] Sull’invidia, si vedano i magistrali lavori di Gonzalo Fernández de la Mora, La invidia igualitaria, Planeta, Barcellona 1984; Helmut Schoeck, Der Neid, Karl Alber, Friburgo in Brisgovia 1966 e Idem,Recht auf Ungleichheit, Herbig, Monaco 1979.
La candida dichiarazione del Presidente Wilson poco prima dell’entrata dell’America nella Prima Guerra Mondiale fu: «La conformità sarà la sola virtù. E ogni uomo che rifiuti di conformarsi sarà sanzionato». Cfr. Harold U. Faulkner, From Versailles to the New Deal, Yale University Press, New Haven 1950, p. 141.

[7] La candida dichiarazione del Presidente Wilson poco prima dell’entrata dell’America nella Prima Guerra Mondiale fu: «La conformità sarà la sola virtù. E ogni uomo che rifiuti di conformarsi sarà sanzionato». Cfr. Harold U. Faulkner, From Versailles to the New Deal, Yale University Press, New Haven 1950, p. 141.

[8] Gran parte dell’arte moderna è simultaneamente: 1) una reazione contro la democrazia e il “populismo”, 2) una bufala enorme a spese degli ingenui, che sfrutta la loro ammirazione snobistica per i «Vestiti Nuovi dell’Imperatore» e 3) (a volte) un pizzico di Satanismo, una protesta contro la creazione di Dio. Ma ricordiamo che il superfuturista d’Italia, Marinetti, era un devoto fascista e che il nazionalsocialismo e il comunismo russo (dopo un periodo di accettazione) si sono rivoltati violentemente contro l’arte moderna (Khruschev pensava che tutti gli artisti moderni fossero omosessuali e quindi li faceva incarcerare). C’è, comunque, un’arte moderna legittima.

[9] «Monita quibus Stephanus filium Emericum instruxit, ut regnum recte pieque administraret», cap. VI, in Jacques Paul Migne, Patrologiae Cursus Completus, Series Latina, vol. CLI, pp. 124 e ss
.".

Lo devo proprio dire, sono onorato di avere una persona come Filippo tra i miei interlocutori.
Per me è un piacere interloquire con una persona come lui.
E' intelligente, colto e disponibile a dialogare.
E' una brava persona.
Ora, quello che c'è scritto è pienamente condivisibile.
L'uguaglianza non esiste.
Ogni uomo è diverso dl suo simile.
Questo non fu deciso dall'uomo ma da Dio.
Basti pensare ai doni dello Spirito.
Lo Spirito dà i carismo ad ogni uomo ed ogni uomo riceve doni diversi.
Leggete questo brano della lettera di San Paolo agli Efesini (capitolo 4, versetti 6-11):

"[6] Un solo Dio Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, agisce per mezzo di tutti ed è presente in tutti.
[7] A ciascuno di noi, tuttavia, è stata data la grazia secondo la misura del dono di Cristo.

[8] Per questo sta scritto:
Ascendendo in cielo ha portato con sé prigionieri,
ha distribuito doni agli uomini.

[9] Ma che significa la parola "ascese", se non che prima era disceso quaggiù sulla terra?

[10] Colui che discese è lo stesso che anche ascese al di sopra di tutti i cieli, per riempire tutte le cose.

[11] È lui che ha stabilito alcuni come apostoli, altri come profeti, altri come evangelisti, altri come pastori e maestri,

[12] per rendere idonei i fratelli a compiere il ministero, al fine di edificare il corpo di Cristo,

[13] finché arriviamo tutti all'unità della fede e della conoscenza del Figlio di Dio, allo stato di uomo perfetto, nella misura che conviene alla piena maturità di Cristo.".



Se Dio stabilì ciò, come può pretendere l'uomo di fare il contrario.  
La diseguaglianza non è un crimine.
Ogni uomo ha una sa funzione nella società.
E' un po' come nel corpo umano.
L'occhio è diverso dal cuore ed il fegato è diverso dalle ossa.
Eppure, ogni organo serve.
Lo stesso discorso vale per la società.
Ci sono i politici, gli imprenditori, gli operai, i preti, i contadini, gli insegnanti ed altri.
Ogni categoria ha la sua funzione.
Certo, ognuno deve rispettare l'altro ma la diseguaglianza in sé non è negativa.
Immaginate una società composta da soli politici, da soli operai, da soli preti, da soli contadini, da soli insegnanti o solo da qualsiasi altra categoria, escludendo le altre. 
Una società del genere sarebbe destinata allo sfascio.
Invece, la presenza di più categorie garantisce la sopravvivenza di una società.
Certo, non è escluso che un operaio possa diventare un politico o che un contadino possa diventare un imprenditore ma la presenza di più categorie è la situazione più naturale di una società umana.
Per questo, idee come il comunismo sono sbagliate.
Cordiali saluti. 

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Il peggio della politica continua ad essere presente

Ringrazio un caro amico di questa foto.