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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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sabato 16 settembre 2017

Sanctus Nicolaus et Arius/ San Nicola ed Ario

Cà dû Patri substantia nun appi...
accussì ntâ la Sanctissima Trinitati...
Cristu, lu Signuruzzu, di granni ignorantia...
ereticu d'Alessandria Arius dissi!
Comu sbagghiu chistu sintìu...certu pia...
di raggia...Sanctus Nicolaus si livau...da Myra...
et unu tumpuluni ci desi...comu a chista blasphemia!

Italiano:

Che del Padre sostanza non ebbe...
così nella Santissima Trinità...
Cristo, il Signore, di grande ignoranza...
eretico d'Alessandria, Ario disse!
Come sbaglio questo udì...certo pia...
di raggia...San Nicola si levò...da Mira...
ed uno schiaffone gli diede...come a questa blasfemia!


Si può dire che questa poesia (scritta in maccheronico siciliano ed in italiano) sia stata scritta a "quattro mani".
Ringrazio, infatti, l'amico Filippo Giorgianni che mi ha dato l'idea, postando su Facebook l'immagine che ho messo qui.
L'immagine in questione mostra San Nicola di Bari (o San Nicola di Mira, 15 marzo 270-6 dicembre 343) che schiaffeggia l'eretico Ario di Alessandria.
L'immagine è di un affresco che si trova nel monastero greco-ortodosso di Sumela (oggi in Turchia) e mostra una scena del Concilio di Nicea I, il quale si tenne nel 325 AD.
Questo concilio fu voluto dall'imperatore romano Costantino I (27 febbraio 274-22 maggio 337 ) per dare le linee guida ad un Cristianesimo che si stava affermando e che era diviso al suo interno in correnti ed eresie.
Tra queste ultime vi fu quella di un prete di Alessandria d'Egitto, Ario (256-336).
Ario sostenne che, nella Santissima Trinità, tra Padre e Figlio non ci fosse nessuna consustanzialità, contro le tesi cattoliche.
Fu una tesi che mise in discussione la natura divina di Gesù Cristo.
In pratica, per Ario, Gesù non era proprio un Figlio di Dio ma semplicemente un "Figlio adottivo di Dio", colui che Dio investì come Redentore e primogenito di tutte le creature che però, a differenza di quanto dissero (e tuttora dicono) i dogmi cattolici (quelli del Credo niceno-costantinopolitano) non era consustanziale con il Padre.
Ricordo che quando recitiamo il Credo durante la messa, noi diciamo: "Credo in un solo Signore Gesù Cristo; Unigenito Figlio di Dio nato dal Padre prima di tutti i secoli. Dio da Dio; Luce da Luce; Dio vero da Dio vero. Generato e non creato dalla stessa sostanza del Padre".
Per Ario non fu così.
Forse a questa eresia (che, tra l'altro,  si diffuse tra i popoli barbari) si ispirò Maometto (570-8 giugno 632) per modellare la sua dottrina islamica.
Le tesi ariane, quelle cattoliche e le altre si scontrarono nel Concilio di Nicea I.
Vinsero le tesi cattoliche.
San Nicola di Bari sostenne le tesi cattoliche.
L'immagine è un'allegoria simbolica della vittoria del cattolicesimo come vera dottrina cristiana sull'eresia ariana.
Ritengo degno di nota il fatto che Ario sia abbigliato con il turbante in testa ed il costume orientale.
Questo potrebbe lasciarci supporre che l'affresco fosse stato fatto in un periodo in cui erano comparsi gli Arabi (e che in qualche modo) si fosse notata l'affinità tra l'Islam e la dottrina ariana.



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