"Ora, il fatto che (per esempio) oggi si sia diventati permissivi verso le occupazioni abusive di immobili è eticamente e politicamente inaccettabile in uno Stato di diritto.Se oggi si permette questo, domani si permetteranno cose più gravi.
Per esempio, se io (che attualmente sono senza lavoro) mi affiliassi alla mafia e non avessi nessuna alternativa a ciò, dovrei essere punito?
La risposta potrebbe serenamente essere negativa.
Se oggi si è permissivi verso le occupazioni abusive, che per qualche buonista posso essere accettate per le "situazioni di bisogno", domani si potranno accettare anche cose più gravi, come quella che citato prima. Basterà giustificarsi, dicendo: "Sono in stato di bisogno"".
Ora, questo passaggio del mio articolo potrebbe essere inteso come un'apologia della mafia.
Certa gente è dura di comprendonio.
Onde evitare fraintendimenti, faccio notare che se c'è una persona che condanna la mafia, quella persona sono io.
Da persona di origini siciliane, io amo la Sicilia.
Prima di tutto, la mafia fa un danno proprio alla Sicilia.
La stragrande maggioranza dei siciliani è gente onesta e perbene e per colpa della mafia vengono insudiciati nella loro immagine.
Detto questo, però, per combattere la mafia serve che le istituzioni funzionino.
Serve un'istituzione che garantisca il cittadino con un fisco equo e giusto, senza una burocrazia inefficiente e prolissa e con servizi adeguati.
Serve anche la garanzia della certezza della pena e quella del diritto.
Così, il cittadino potrà sentirsi tutelato di fronte alla minaccia della mafia.
Se non si fa così, non basteranno nemmeno le (sacrosante e giuste) scomuniche di Papa Francesco contro la mafia.
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