L'organizzazione non governativa Medici Senza Frontiere omette un piccolo particolare riguardo ai migranti bloccati in Libia.
Come riporta "Il Giornale", su cui vi è un articolo dettagliato, è vero che in Libia i migranti non sono in buone condizioni.
Però, è altrettanto vero che i trafficanti di migranti, quelli che sui barconi li portano di qui da noi, li tratterebbero peggio di come li trattano i libici.
Infatti, è vero che i migranti detenuti in Libia hanno le lacrime agli occhi, come scrive Medici Senza Frontiere, e vogliono essere liberati, ma tutti chiedono di tornare a casa, di venire rimpatriati il prima possibile. Alcuni attendono da oltre un anno, come una manna, i voli di rimpatrio dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim). Tutti si lamentano della lentezza delle loro ambasciate nel riconoscerli come propri cittadini e di Oim nel riportarli a casa. L'agenzia dell'Onu ha fondi limitati e quest'anno prevede il rimpatrio di diecimila persone, più della metà già eseguito. Nei centri di detenzione del ministero dell'Interno libico, però, ce ne sono almeno settemila. Prima di aprire le frontiere europee sarebbe meglio finanziare in maniera celere e robusta i rimpatri da Tripoli. Nella sua lettera Medici Senza Frontiere dedica all'argomento cruciale una sola riga.
Mi pare un po' poco.
Incoraggiare l'immigrazione clandestina significa solo favorire i trafficanti, aumentare il rischio di morti in mare e favorire i problemi qui in Italia.
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