Adalbert Probst, cattolico tedesco assassinato nella "Notte dei lunghi coltelli" (30 giugno-2 luglio 1934) |
Dell'articolo riporto questo stralcio:
"Del nazionalsocialismo viene giustamente denunciato il suo carattere dittatoriale e razzista. In particolare, viene aborrita l’efferata persecuzione contro gli ebrei, uno degli episodi più iniqui del secolo XX, della quale si sa tutto, o quasi tutto. Chissà perché, invece, si sa molto meno della persecuzione hitleriana contro la Chiesa cattolica.
Una delle cronache più esaustive di questa persecuzione è l’imponente opera del gesuita tedesco Walter Mariaux «Il Cristianesimo nel Terzo Reich», scritta nel 1940 sotto lo pseudonimo Testis Fidelis e pubblicata originariamente in inglese (Londra, Burns & Oates). Sono ben 792 pagine di documenti agghiaccianti che svelano un’offensiva contro la Chiesa paragonabile soltanto a quella dei regimi comunisti. Intimo amico del prof. Plinio Corrêa de Oliveira, l’autore era allora Segretario Generale delle Congregazioni Mariane e viveva in esilio a Roma.
“La formidabile macchina di propaganda nazionalsocialista – esordisce Padre Mariaux – vuole far credere che non esista persecuzione contro la Chiesa nel Terzo Reich. Perciò è necessario mettere in evidenza il vero carattere nonché i veri scopi della politica ecclesiastica del nazionalsocialismo per mezzo d’una chiara e completa esposizione dei fatti”.
“Sterminio delle credenze cristiane”
La prima parte del libro è dedicata ai pronunciamenti ecclesiastici: dall’enciclica Mit brennender Sorge (1937) alle varie allocuzioni pontificie, dalle Lettere pastorali collettive dei vescovi tedeschi (“Pastorali di Fulda”) alle numerose dichiarazioni dei singoli prelati. Questi pronunciamenti mostrano un’opposizione della Chiesa al nazional-socialismo tanto profonda quanto persistente mentre, bisogna ricordarlo, i comunisti andavano a braccetto con Hitler in virtù del Patto Ribbentrop-Molotov.
Parlando al Collegium Germanicum di Roma nel 1937, per esempio, il Santo Padre denunciava “la fanatica e furiosa lotta intrapresa in Germania contro la Chiesa di Cristo (…) una vera e propria persecuzione”. Da parte sua, Mons. Wilhelm Berning, vescovo di Osnabrück, parlava nel 1935 di “combattimento fino allo sterminio delle credenze cristiane per sradicarle dall’anima dei giovani e sostituirle con la nuova religione germanica”.
Nell’attività di denuncia di questa persecuzione spiccarono due prelati, esponenti delle migliori tradizioni aristocratiche tedesche: il conte Konrad von Preysing, vescovo di Berlino, e il conte Clemens von Galen, vescovo di Münster, recentemente beatificato da Papa Benedetto XVI.
La lotta contro la Chiesa
Con meticolosità tutta tedesca, nonché dovizia di documentazione, Padre Mariaux dedica la seconda parte del libro alle “Misure delle autorità contro la Chiesa”. Vediamo qualche esempio:
In barba al Concordato del 1934, la Gestapo occupò quasi tutte le sedi episcopali della Germania, sequestrando documenti e facendo scempio degli ecclesiastici. Alcuni prelati furono cacciati via, a volte con scuse futili, come nel caso del vescovo di Rothenburg Mons. Johannes Sproll, esiliato nel 1936 perché “è stato l’unico cittadino del distretto a non votare nelle ultime elezioni”.
Parecchie congregazioni religiose furono soppresse e i loro beni confiscati. Antiche abbazie, come quelle di Göttweig, Admont, St. Lamprecht e Engelzell furono secolarizzate e i monaci espulsi. Alcuni seminari vennero chiusi e trasformati in dipendenze statali. Stessa sorte ebbero gli ospedali cattolici, espropriati ed integrati nel sistema sanitario nazionale. Il tutto accompagnato da una astiosa campagna di propaganda che ritraeva i religiosi come pigri, tendenti alla licenziosità, alleati degli ebrei, trafficanti di valuta e via dicendo.
Nel 1934 fu promulgata una legge che proibiva alla Chiesa qualsiasi raccolta pubblica di fondi. Nel 1937 le fu anche interdetto di ricevere donazioni. Questa interdizione colpì perfino la tradizionale raccolta di Natale a beneficio dei poveri. Molte parrocchie furono condannate per aver violato queste disposizioni. Gli ordini mendicanti, come i francescani, furono ridotti alla miseria.
Dopo la pubblicazione dell’enciclica Mit brennender Sorge, nella quale Pio XI condannava il nazismo, il regime chiuse le tipografie che avevano stampato il documento, nonché i periodici che lo avevano riprodotto. Successivamente fu proibita la pubblicazione, salvo previa censura, di qualsiasi documento ecclesiastico. Ai sensi della “Legge sui giornalisti” (Schriftleitergesetz) del 1934, alla quale si aggiunse nel 1935 un decreto dell’Ufficio Stampa del Reich, la stampa cattolica fu praticamente imbavagliata e messa sotto il diretto controllo del regime. Centinaia di riviste cattoliche furono liquidate. Il colpo più duro fu la sospensione, nel 1939, di tutte le riviste dedicate ai giovani. Il Nazionalzeitung esultò: “Non esiste più una stampa cattolica!”.
Considerato “inutile come testo di insegnamento religioso”, il Catechismo fu manipolato per “epurarlo di quelle dottrine nocive allo Stato”. Tutti gli esemplari non epurati furono sequestrati e distrutti. Il regime nazista sequestrò inoltre diverse opere di apologetica. Il caso più clamoroso fu quello del libro di Konrad Algermissen «Cristianità e germanismo», un’articolata confutazione delle tesi razziste di Alfred Rosenberg, l’ideologo del regime. Diverse biblioteche cattoliche furono passate al setaccio per accertare che fossero politicamente corrette. Molti libri considerati “nocivi allo Stato” furono sequestrati.".
Tengo a ricordare che Adolf Hitler nacque cattolico ma poi abiurò la religione in cui crebbe ed iniziò ad abbracciare dottrine esoteriche (come il neopaganesimo germanico) e gnostiche (come il Cristianesimo positivo di stampo marcionita).
Per il Hitler, il cattolicesimo ebbe ancora un "retaggio giudaico" troppo forte e lo ritenne una religione che "impigriva gli animi" e "degradava il popolo tedesco", poiché parlava di carità, di pietà, di pace e di misericordia, cose che un popolo che (secondo la mentalità malata del nazismo) doveva imporsi sugli altri non poteva accettare.
Hitler disse testualmente: "Schiaccerò la Chiesa come un rospo!".
I nazisti avevano pianificato anche il rapimento del Papa e la distruzione della Chiesa stessa che sarebbe stata sostituita da una sorta di "Chiesa" modellata sul pensiero nazista.
La cosa sarebbe stata fatta nell'inverno del 1944, se non ci fosse stata una "soffiata" .
Papa Pio XII si predispose firmando anche delle dimissioni che avrebbero avuto effetto se fosse stato rapito.
In quel caso, i nazisti non avrebbero rapito Papa Pio XII ma il cardinale Eugenio Pacelli e quindi non avrebbero potuto fare nessuna pressione su di lui.
Certo, con ogni probabilità, in quel caso sarebbe finito in un lager, come finirono nei lager tanti preti, come padre Giuseppe Girotti e padre Massimiliano Kolbe.
Anche noi cattolici soffrimmo per colpa di Hitler.
https://en.wikipedia.org/wiki/Martyrs_of_Nowogr%C3%B3dek
RispondiEliminati segnalo queste suore martiri.