con il 65% dei voti, Emmanuel Macron è diventato il nuovo presidente della Francia.
Posso sintetizzare questa vittoria di Macron in questo modo: ha vinto il sistema e ha perso la democrazia.
La Francia rischia di essere condannata all'immobilismo.
Quello di immobilismo è un rischio concreto.
Infatti, Macron non ha un vero partito alle spalle.
Al ballottaggio, lui è stato sostenuto dal suo movimento En Marche (che non è un vero e proprio partito), dal partito di centrodestra Les Republicains e dai socialisti.
Non tutti coloro che hanno sostenuto Macron l'hanno fatto per convinzione o per una fiducia verso il suo progetto politico o verso la sua persona.
Del resto, Macron è un soggetto che proviene dall'amministrazione del presidente François Hollande ma che una bella mattina si svegliato come "centrista".
Infatti, molti di coloro che hanno sostenuto Macron l'hanno fatto per non fare vincere Marine Le Pen, la quale è apertamente contraria a questa Unione Europea.
Ergo, è stato un voto contro Le Pen.
Alle elezioni politiche, però, questo ampio fronte anti-Le Pen si scioglierà e allora Macron potrebbe non avere un partito di maggioranza in suo sostegno in Parlamento.
Sarebbe costretto a fare tanti compromessi.
Questo favorirà i tecnocrati, i quali punteranno a fare sì che il sistema europeo sia messo al primo posto, anche a scapito degli interessi dei Francesi.
Anzi, i Francesi non hanno ancora capito il rischio che stanno correndo.
Potrebbe andare a finire com'è finita qui in Italia nel 2011, con la differenza che qui vi è stato un voto mentre da noi è stato fatto cadere un governo eletto attraverso un'azione di palazzo.
Dal 2011, i governi che si sono succeduti qui in Italia sono tutti governi vicini a questa tecnocrazia europea e di certo non stanno facendo l'interesse di noi Italiani.
I Francesi potrebbero subire lo stesso trattamento che abbiamo subito noi e potrebbero ritrovarsi più poveri.
Essi sono caduti nella trappola: per evitare lo spauracchio creato ad hoc in Marine Le Pen, democraticamente, hanno scelto di rinunciare alla democrazia e a loro interesse.
Cordiali saluti.
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