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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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giovedì 5 maggio 2016

Essere contrari a queste riforme non significa essere contro le riforme

Cari amici ed amiche,

qualcuno mi ha biasimato per la mia presa di posizione verso le riforme costituzionali volute dal premier Matteo Renzi.
Ora, lo voglio ribadire: io non sono contro le riforme costituzionali.
Che la Costituzione sia da riformare lo pensa la maggioranza delle persone.
Tuttavia, queste riforme (se così si possono chiamare) sono sbagliate.
Prendiamo la parte che riguarda il Senato.
Che un Parlamento con due camere (Camera dei Deputati e Senato) che fanno le stesse cose sia un problema è vero.
Il bicameralismo perfetto va abolito perché impedisce un'approvazione agevole delle leggi.
Il problema è che le "riforme" di Renzi propongono un Senato non più eletto dal popolo ma nominato dai palazzi.
Con un Senato che non sarà più eletto dal popolo e con un presidente della Repubblica ed un presidente del Consiglio che resteranno non elettivi, ci sarà un problema di democrazia che si ridurrà sempre più.
Si dovrà tenere conto anche del fatto che la la Camera dei deputati sarà eletta con una legge elettorale peggiore anche della legge "Acerbo" di epoca di fascista, una legge che darà la maggioranza ad un partito che prende solo il 20% dei voti.
Quindi, un problema democratico diventerà evidente.
Un Senato non elettivo sarebbe andato bene con una riforma in senso presidenziale, ossia con un presidente della Repubblica eletto dal popolo.
Le riforme di Renzi non contemplano il presidenzialismo.
Inoltre, sarebbe servito anche un vero federalismo.
Un vero federalismo contempla anche il federalismo fiscale ed un concetto di responsabilità dei governatori regionali.
Ergo, un governatore regionale che manda in vacca i conti della sua Regione deve essere fatto dimettere.
Le riforme di Renzi non contemplano ciò.
Per questo, ad ottobre si dovrà votare "no".
Cordiali saluti. 

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Ringrazio un caro amico di questa foto.