Aiutiamo il piccolo Isaiah Haastrup.
Egli è un bambino di soli otto mesi con una grave paralisi celebrale, che attualmente non è in grado di respirare autonomamente. È ricoverato al King’s College Hospital, in Gran Bretagna. La sua condizione è dovuta, come risulta da una indagine interna, a problemi medici avvenuti durante il parto che ha messo in pericolo anche la vita di sua madre. Ora i medici ritengono che per Isaiah non resti altro da fare che interrompere la respirazione artificiale, e morire. I genitori non sono d’accordo. Così, è iniziato un contenzioso giuridico. È facile immaginare che il rapporto fra l’ospedale e i genitori di Isaiah sia difficile, e che la fiducia del padre e della madre del piccolo nei confronti dei medici sia scarsa. Durante l’ultima visita, il suo papà Lanre ha avuto un confronto duro proprio con i dottori, scaturito in uno scontro – solo verbale – molto acceso: gli operatori sanitari hanno chiamato la polizia per placare gli animi e, subito dopo, un giudice ha stabilito che Lanre non può più visitare suo figlio in ospedale.
Non commettiamo lo stesso errore che è stato commesso con Charlie Gard.
Non si uccida una vita innocente che, secondo una certa mentalità, è ritenuta "inutile" e "non degna di essere vissuta".
Io firmerò volentieri la petizione.
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