Il Senato ha approvato la legge sul testamento biologico.
Cosa prevede la nuova legge? In primo luogo nessun trattamento sanitario può essere iniziato o proseguito se privo del consenso libero e informato della persona interessata. Nella scelta del piano terapeutico, con indicazione del paziente sono coinvolti anche i familiari, i conviventi e i compagni. La volontà del paziente può comunque essere modificata. Inoltre, nel caso in cui chi è ricoverato non possa decidere firmando in documenti allora viene predisposto l'uso di videoregistrazione o di altri dispositivi. Per quanto riguarda la nutrizione e l'idratazione artificiale, il paziente può scegliere se accettare o rifiutare il trattamento. In ogni momento può revocare il consenso indicato precedentemente.
Ora, che l'accanimento terapeutico (ossia il dare delle terapie che non portano alcun beneficio e che creano sofferenze ad un malato terminale ) sia una cosa sbagliata è noto.
Se non ci sono possibilità di guarigione, non si debbono somministrare terapie che possono dare solo sofferenze ad un malato terminale.
Tuttavia, il testamento biologico rischia di aprire la strada all'eutanasia.
Come non è accettabile l'accanimento terapeutico, non è accettabile nemmeno l'eutanasia.
Il concetto dell'eutanasia è semplice: una vita non produce? Deve essere soppressa.
Questo è il punto e ciò è deprecabile.
Invece, bisogna valorizzare la politica delle cure palliative, ossia di quelle cure che possono ridurre le sofferenze ad un malato terminale, migliorando la qualità di quel poco che gli resta da vivere.
Inoltre, ho qualche perplessità sul fatto che dare il cibo e l'acqua sia considerato accanimento terapeutico.
The Liberty Bell of Italy, una voce per chi difende la libertà...dalla politica alla cultura...come i nostri amici americani, i quali ebbero occasione di udire la celebre campana di Philadelphia nel 1776, quando fu letta la celeberrima Dichiarazione di Indipendenza. Questa è una voce per chi crede nei migliori valori della nostra cultura.
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Il peggio della politica continua ad essere presente
Ringrazio un caro amico di questa foto.
Io non so bene cosa pensare. Però in effetti le cure palliative non sempre sono una soluzione: prendi la vicenda di dj Gabo.
RispondiEliminaIo non mi fido di questa gente che vuole eliminare gli anziani per rimpinguare le casse dell'INPS per cui ho preso appuntamento con un notaio e dopo Natale lascio le mie volontà in cui chiedo di essere curata fino all'ultimo istante e di avere sia cibo che acqua fino alla fine, poi darò una copia alle mie figlie.
RispondiEliminaAndrea B, il caso del dj Fabo è stato strumentalizzato.
RispondiEliminaDi sicuro, le famiglie con persone in quella situazione non possono essere lasciate sole.
Concordo con te, Maria.
Concordo che è stato strumentalizzato. Però in effetti in quel caso c'era poco da fare. Cioè egli era ben assistito e le cure palliative non servivano.
RispondiEliminaIn casi del genere non basta l'assistenza medica ma serve anche quella psicologica.
RispondiEliminaL'idea di fondo dell'eutanasia è quella "cultura dello scarto".
Dato che è in certe condizioni, una persona può essere giudicata non degna di vivere.
Questo è il principio (abominevole) dell'eutanasia, di cui il testamento biologico è solo il primo assaggio.
Dj fabo aveva tutte le assistenze necessarie, anche quella psicologica. La famiglia e la fidanzata non gli hanno fatto mancare nulla, compresa cure psicologiche.
RispondiEliminaHo detto di essere perplesso sul testamento biologico, ma allo stesso tempo ho detto che in casi come quello di dj fabo un problema c'è e va individuata la soluzione, la quale non può essere quella delle cure palliative o assistenza poiché non bastano.
Perciò sono perplesso e molto. Ma nessuno mi dice in casi come questi che si potrebbe fare.
Tengo a ricordare, prima di tutto, che cibo ed acqua non sono terapie.
RispondiEliminaQuesto punto della legge sul testamento biologico, che permette l'interruzione della nutrizione e dell'idratazione cozza con questo principio.In secondo luogo, con casi come quello di DJ Fabo, sarebbe servita l'assistenza psicologica. Inoltre, si sarebbe dovuto puntare sulla ricerca scientifica. Sa che, per esempio, in Israele ci sono già delle tecnologie ad hoc per i tetraplegici?
Qui vi è il sito che ne parla: http://siliconwadi.it/upnride-linvenzione-israeliana-che-fa-muovere-i-tetraplegici-2699
Ho già detto che dj Fano aveva assistenza pure psicologica.
RispondiEliminaIl suo problema era che aveva, unitamente a una forte depressione, una grande sofferenza generata da frequenti crisi respiratorie e queste in nessun modo potevano essere evitate.
A fronte di ciò, quindi, davvero nulla si poteva fare.
Pertanto le soluzioni erano due: o doveva tenersi quella sofferenza per lui ormai insopportabile oppure morire.
Ora, sulla seconda ipotesi io sono perplesso, però sono pure perplesso sul fatto di costringerlo a soffrire.
Io una terza soluzione non la vedo e perciò la chiedo a coloro che dicono di averla. Ma nessuno me la dice, se non avanzare delle terapie inutili nel caso o che già c'erano (cure palliative, assistenza psicologica o assistenza specifica per i tetraplegici). Insomma, mi pare che siano soluzioni finte che in realtà rimandano al 'deve tenersi le sofferenze', il che può pure essere legittimo ma di certo non scioglie i miei dubbi (etici in primis).
In conclusione (ed è questo che da tempo chiedo su vari Blog per cercare risposte, ma nessuno mi risponde esaustivamente): se a fronte di una sofferenza insopportabile per il malato e che nessuna terapia riesce ad eliminare o attenuare, che si fa? Lo si lascia morire (e sono perplesso) oppure lo si costringe a soffrire (e sono del pari perplesso)? Ripeto: è inutile richiamare presunte terapie, io mi riferisco ai casi in cui terapie che attenuino la sofferenza non ce ne sono. Mi riferisco si casi in cui la scienza nulla può.
RispondiEliminaE se si consentisse un coma indotto in questi casi? Magari ciò concilierebbe con l'etica...
Nel caso di DJ Fabo si sarebbe potuta fare conoscere quella tecnologia di cui ho scritto prima.
RispondiEliminaIn Paesi come Israele sono all'avanguardia.
Noi, esseri umani, siamo in grado di mettere in campo ogni tecnologia e non possiamo usare ciò per rendere le vite migliori o per salvarle?
Ripeto, il cibo e l'acqua non sono terapie.
Le crisi respiratorie non erano evitabili. E ci sono mille altri casi in cui terapie non esistono e la sofferenza è inevitabile.
RispondiEliminaIn questo casi, mi chiedo, che si deve fare di gusto?
Secondo te il coma indotto potrebbe essere una giusta soluzione?
Ps il cibo e l'acqua non sono terapie, lo so e non l'ho nemmeno messo in dubbio. Sto parlando d'altro.
In alcuni casi (o meglio tanti) la scienza non riesce ad attenuare le sofferenze, non ci sono terapie, non c'è nulla. Che si fa? Coma indotto dico io (naturalmente su richiesta).
RispondiEliminaIl coma indotto può andare bene per certe situazioni ma come soluzione temporanea.
RispondiEliminaPer esempio, il coma indotto può andare bene per alleviare le sofferenze di un malato nell'attesa di trovare una soluzione vera. Ripeto, la tecnologia è andata avanti.
Certe situazioni possono essere messe in atto.
Consiglio questo video: https://www.youtube.com/watch?v=ZEBIFA5QZuU
Io parlo delle situazioni in cui non si può fare nulla. È ovvio che il problema è superabile lì dove ci sono soluzioni. È quindi altrettanto ovvio che il problema c'è laddove non vi sono soluzioni.
RispondiEliminaCerto che il coma indotto potrebbe essere una soluzione. Però in realtà dici bene: non può che essere una soluzione temporanea, dato che in alcuni casi si dovrebbe tenere in coma il soggetto anche per decenni e non va bene. Quindi non è praticabile.
E si ritorna dunque al dilemma iniziale: che si fa quando non ci sono terapie? Eutanasia (moralmente inaccettabile) o costringere alla sofferenza (del pari moralmente inaccettabile)?
Cosa pensi?
Io ti giuro che non riesco ad ottenere una risposta da nessuno. Si parla e si parla ma il nocciolo viene sempre evitato.
Gli unici casi per i quali non si può fare nulla sono quelli di coloro che sono già morti.
RispondiEliminaQuando si dice che una persona è morta?
Una persona viene definita morta quando manca in modo irreversibile una delle tre funzioni vitali: cerebrale, cardiaca e respiratoria.
Una persona che non ha più la funzione cerebrale è da dichiararsi morta, anche con il battito cardiaco.
In quelle condizioni, il cuore continua a battere e la funzione respiratoria va avanti solo con le macchine.
Altri casi per cui non si può fare nulla sono quelli dei malati terminali.
Per quelli ci sono le cure palliative.
Per il resto, c'è la tecnologia.
Non è così. Ci sono casi in cui le terribile sofferenze non sono attenuate né dalle cure palliative, né dalla tecnologia. Altrimenti dilemmi non ne avrei. E purtroppo, a quanto pare, tali restano.
RispondiEliminaUna cosa è certa: l'eutanasia non è accettabile.
RispondiEliminaL'idea di fondo dell'eutanasia è l'eliminazione di una vita che per certi "canoni" non sarebbe degna di essere vissuta.
Ora, chi si dice pro-eutanasia dovrebbe leggere il "Mein Kampf" di Adolf Hitler.
Esso spaccia l'eutanasia come un "atto di pietà verso chi soffre".
Invece di puntare sull'eutanasia, si dovrebbe puntare sulla tecnologia.
Se fossi paraplegico, io farei di tutto per restare in vita.
Si parla tanto del DJ Fabo. Io vorrei parlare di Salvatore Crisafulli, anche lui costretto a stare a letto.
Anche lui aveva avuto un incidente e per questo era rimasto paralizzato, dopo essere stato in coma.
Questi voleva vivere fino alla fine.
Consiglio di leggere questo: http://www.tempi.it/mio-fratello-salvatore-crisafulli-che-si-risveglio-dal-coma-e-che-non-si-arrese-a-essere-un-vegetale#.WjgjddLiZdg.
Chissà perché non si è parlato tanto di Crisafulli che voleva vivere quanto si è parlato di DJ Fabo che voleva morire?
Mi pare che sia stato evidente che abbiano voluto fare una campagna pro-eutanasia.
Io i ho posto un mio dilemma e non se le idee pro l'eutanasia siano state o meno strumentalizzate. Non capisco come ciò possa essere una risposta al MIO dubbio etico personale.
RispondiEliminaInoltre mi citi Crisafulli, ma è ovvio che questa non è una risposta per me, dato che il mio problema concerne il fatto del se sia giusto o meno non rispettare le volontà di un sofferente (quelle di Crisafulli sono infatti state rispettate).
E dato che insisti con le tecnologie, il mio dilemma non lo hai sciolto, dato che ti avevo già detto che di fronte ad alcune sofferenze non ci sono attualmente né tecnologie né cure palliative.
Non la prendere a male, ma ti devo confessare che qui, come altrove, non ho ottenuto risposta e mi sembra sempre di avere a che fare con dei tifosi dell'una o dell'altra sponda.
Insomma, nessuno pare fregarsene della volontà del malato da un lato (come fai tu) e dell'etica dall'altro lato (come fanno i pro eutanasia), quando invece il problema sta proprio nel trovare una soluzione che soddisfi entrambi i valori.
Addirittura tu sei finito a parlare di nazismo...
Non voglio criticarti, è solo che ho ottenuto l'ennesima non risposta. Ho venti anni e può mai essere che nessuno mi risponde e gira intorno al problema mille volte?
Ciao.
Insomma, domanda diretta: è giusto che un soggetto, contro la sua volontà, debba tenersi atroci sofferenze in mancanza di cure palliative e tecnologie?
RispondiEliminaSe sì perché?
Perché possa decidere serenamente, un malato deve essere informato correttamente.
RispondiEliminaPerché una persona possa decidere riguardo alla sua vita serve l'informazione.
Per qualcuno, la risposta a tante sofferenze è l'eutanasia.
Questa non è la risposta ad un tema così complesso.
Tu pensi che Crisafulli non abbia sofferto?
Crisafulli ha sofferto ma ha scelto la vita.
Qui si vuole imporre una "cultura della morte".
Il malato deve avere la libertà di non accettare certe terapie, se sa di non avere speranza, o può accettare certe terapie e rifiutarne altre ma deve essere informato.
Oggi, invece, tutto è focalizzato sull'eutanasia come una "soluzione facile".
Non ho capito: se nel caso concreto non ci sono tecnologie, né cure palliative, su cosa lo si informa?
RispondiEliminaVedo che hai 'gettato la spugna'.
RispondiEliminaEvidentemente non avevi risposte, ma eri solo intento a farmi il lavaggio del cervello, come quelli pro eutanasia.
Siete tifosi.
Spero di trovare finalmente qualcuno che mi dia una risposta equilibrata.
Senti, io non faccio il lavaggio del cervello a nessuno.
RispondiEliminaSe pensi il contrario, sei fuori strada.
Tu cerchi solo la polemica.
Solo per i morti non si può fare nulla.
L'uomo non può certo resuscitare i morti.
Non è il Padre Eterno.
Per il resto, esiste la tecnologia.
La scienza può fare sì che anche un paraplegico possa camminare.
Pensiamo a quanto si sta facendo in Israele.
Tu cosa fai?
Continui a rompere l'anima con la domanda sulla tecnologia che non può fare nulla.
Io sono dichiaratamente pro-life.
Tu, invece, dici di volere essere equilibrato ma in realtà la opinione si vede da lontano ed è pro-eutanasia.
Questa è la mia ultima risposta: https://thecandelabraofitaly.blogspot.it/2017/12/la-tecnologia-puo-fare-molto.html
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