Edgardo Mortara con la madre |
"Non conosco molto questa storia. Di certo, in questo come in tutte le cose che riguardano la storia della Chiesa, a prevalere saranno gli stereotipi negativi e quella narrazione molto negativa e denigratoria senza sé e senza ma. Anche nel cinema le cose vanno così. Certo, questa vicenda ha degli aspetti un tantino strani ed è giusto rimarcarli, ma è da precisare che, anche se il bambino fu battezzato di nascosto, fu poi coscientemente che scelse la Cristianità e il sacerdozio. Io comunque, oltre a credere che le cosa vadano contestualizzate, ho il mio modo di pensare. Io sono contro il proselitismo e tanto più credo nella bontà dello stile della Chiesa quando agisce in difesa della dignità umana globalmente intesa, assumendo sulle proprie spalle le sofferenze di tutti i diseredati, non allo scopo di convertire i non-cattolici, ma agendo in coerenza con i valori di sacralità della vita espressi nella dottrina sociale. E' così che agiscono i nostri missionari in molte aree del mondo e questo non si può sottostimare. Vedi Madre Teresa, per esempio. Ovviamente questo non deve portare a grotteschi sincretismi o parallelismi fra religioni. Per i miei criteri, l'idea di un battesimo forzato è un po' strana, ma è tutto da contestualizzare".
Sono d'accordo con Angelo, che ringrazio di cuore.
Sul caso di Edgardo Mortara, Stephen Spielberg ha fatto un film.
Ricordo che nel periodo in cui visse Edgardo Mortara la Chiesa fu sotto l'attacco degli anticlericali, a cominciare da Giuseppe Garibaldi.
C'era una situazione complessa.
Mortara fu battezzato di nascosto da una cameriera cattolica della sua famiglia.
Ricordo che il battesimo è l'unico sacramento che può essere impartito da un laico.
Anche io, per esempio, posso battezzare.
La cameriera, che era una ragazza di quattordici anni di nome Anna Morisi, aveva fatto ciò quando il bambino era malato e (forse nella sua ingenuità) ritenne corretto battezzarlo per non farlo finire nel limbo alla sua morte.
Quello del limbo era un concetto molto sentito nella Chiesa di allora.
Il bimbo sopravvisse.
Ora, secondo le leggi dello Stato Pontificio di allora Edgardo era a tutti gli effetti un cristiano cattolico battezzato e di conseguenza doveva ricevere un'educazione cattolica.
Edgardo Mortara era di Bologna, città allora sotto il dominio del Papa.
Purtroppo, come ho scritto prima, entrò in gioco anche la politica.
La Chiesa voleva fare una prova di forza in un periodo in cui fu seriamente minacciata.
In un altro contesto, il Papa avrebbe potuto ridare il bimbo alla famiglia ma in questo caso ci fu un contesto di guerra contro la Chiesa.
Prevalse questa logica.
Edgardo fu portato in un istituto ed educato come cattolico.
Va notato che Mortara restò in contatto con la famiglia.
A 17 anni, Edgardo uscì dall'istituto e poté decidere il suo futuro.
Poté decidere di tornare con la sua famiglia ma fece un'altra scelta.
Si fece prete.
Mortara si fece prete coscientemente.
Lui era libero di scegliere e scelse di farsi prete.
Dunque, certe propagande anticattoliche ed anticlericali usano il caso per accusare la Chiesa di antisemitismo.
La Chiesa cattolica, in quanto tale, non è mai stata antisemita.
Ricordo, per esempio, che quando ci furono i massacri di ebrei nella Crociata dei tedeschi fatta nel 1095, il vescovo di Magonza cercò di proteggere gli ebrei.
I massacri di ebrei fatti nella Germania del XIV secolo furono causati dai flagellanti, che con la Chiesa non c'entrarono nulla.
Quello che accadde in Spagna nel XV secolo fu voluto dai sovrani e non dalla Chiesa.
Lo stesso sociologo Rodney Stark ha detto che la Chiesa non promosse mai l'antisemitismo.
Dunque, cerchiamo di essere obiettivi.
Dopo la storia di Moartara come ebreo battezzato che divenne prete e i preti pedofili, quale sarà la prossima frontiera mediatica contro la chiesa?
RispondiEliminaL'anticlericalismo non conosce vergogna.
RispondiEliminaQualsiasi tema può essere ingigantito e raccontato ad hoc per gettare fango sulla Chiesa.