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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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venerdì 1 ottobre 2010

LA PESTE NERA, UNA TRAGEDIA CHE FECE FINIRE UN'ERA

Cari amici ed amiche.

Riprendo un argomento che citai in qualche precedente articolo (http://thecandelabra.blogspot.com/2010/08/peste-attenzione.html), la PESTE.
Nel XIV secolo, precisamente tra il 1347 ed il 1352, ci fu un'ondata di peste molto forte che decimò la popolazione europea.
L'ondata di questa malattia ebbe il suo focolaio in Cina tramite il commercio si propagò in Occidente.
Arrivò sulle navi che con carichi di merci provenienti dall'Oriente portarono anche i ratti infetti che furono il veicolo della Yersinia pestis.
Inoltre, i ratti si spostarono anche attraverso la "Via della Seta", rete di vie carovaniere che passavano attraverso il Medio Oriente, la Persia, la Bactriana, la Scythia ed arrivava fino all'Impero Cinese.
Vi fu anche un episodio di "guerra batteriologica" , a Caffa, città ancora oggi esistente dell'attuale Ucraina che si trova sul Mar Nero.
Questa città, che era un "fondaco" dei Genovesi, si trovò in guerra con i Tartari che lanciarono nelle sue mura corpi di appestati.
Ne parlai nell'articolo http://thecandelabra.blogspot.com/2010/05/caffa-la-prima-guerra-batteriologica.html.
In Europa si iniziò a parlare di "Peste Nera" nel 1347.
I primi ad usare questo termine furono i cronisti svedesi e danesi che coniarono il termine latino di "Mors atra", ossia "Morte atroce". L'espressione fu poi tradotta in inglese con termini "Black Death" e da lì è giunta fino a noi così!
A causa delle scarse condizioni igieniche e delle scarse conoscenza scientifiche di allora, la peste iniziò a diffondersi a macchia d'olio su tutta l'Europa, dalla Scandinavia alla Sicilia.
Il contagio fu particolarmente forte nelle città, ove vi erano assembramenti di persone e che, in quell'epoca erano sprovviste di fogne efficienti.
Quindi, ratti (che per loro natura sono molto prolifici) poterono prosperare facendo girare il coccobacillo.
Questa ondata di peste fu devastante.
Una testimonianza proviene dal cronista di Siena Agnolo di Tura che scrisse:
"la mortalirà cominciò in Siena di magio, la quale fu orribile e crudel cosa e non è possibile a lingua umana a contare la orribile cosa, che ben si può dire beato a chi tanta oribilità non vidde. E morivano, quasi subito, e infiavano sotto il ditello e l'anguinaia e favellando cadevano morti. El padre abandonava el figliuolo, la moglie el marito, e l'uno fratello l'altro: gnuno fugiva e abandonava l'uno, inperoché questo morbo s'attachava coll'alito e co' la vista pareva, e così morivano , e non si si trovava chi seppellisse, né per denaro né per amicitia. E quelli de la casa propria li portava meglio che potea a la fossa, senza prete, né uffitio alcuno, né si suonava campana: e molti luoghi in Siena si fe' grandi fosse e cupe per la moltitudine de' morti, e morivano centinaia il dì e la notte e ognuno gittava in quele fosse e cuprivano a suolo a suolo, e così tanto che s'enpivano le dette fosse, e poi facevano più fosse.
E io Agnolo di Tura, detto il Grasso, sotterrai 5 miei figliuoli co' le mie mani; e quelli che rimasero erano disperati come disperati e quasi fuore di sentimento; e abandonarsi alle muraglie e altre cose, e tutte le cave dell'ariento, oro e rame, ch'erano in quel di Siena, s'abandonarono come si vede; inperoché nel contado morì molta gente, che molte terre e vile s'abandonarono che non vi rimase persona. Non scrivo la crudeltà che era nel contado, che i lupi e le fiere selvatiche si mangiavano i corpi mal sotterrati, e altre crideltà che sarebbe troppo dolore a chi le legiesse. La città di Siena pareva quasi disabitata, ché non si trovava quasi persona per la città.".
Quanto scritto da quel cronista senese (che visse in quell'epoca) ci riporta il quadro effettivo della situazione.
Effettivamente, vi fu una decadenza della società.
I preti si rifiutarono di celebrare le Messe ed i funerali e non vollero nemmeno impartire le estreme unzioni.
Pochi furono i medici che curavano i malati.
Tra questi vi fu un tale Guy de Chauliac, un medico di Avignone, città in cui si trovava il Papa.
Il Papa di allora era Clemente VI (1291-1352).
Questo medico francese suggerì al Papa di proteggersi dalla peste usando il fuoco.
E così, il Papa ebbe sempre intorno tre grossi bacili con olio e legno che vennero continuamente bruciati.
Il Papa non contrasse la malattia, forse perché il fuoco teneva lontane le pulci dei ratti.
Guy de Chauliac cercò di curare i malati, anche per conoscere la peste.
Anch'egli si ammalò ma sopravvisse, forse per grazia divina, come egli stesso raccontò.
La società andò in frantumi.
Chi poteva, fuggiva dalle città e si ritirava in campagna, ove vi era un clima più salubre.
Vi basta leggere le novelle contenute nel Decamerone, opera dello scrittore toscano Giovanni Boccaccio.
Anche i monarchi, i nobili ed i membri del clero scappavano.
Senza più riferimenti (come potere civile e Chiesa), le popolazioni delle città non avevano più riferimenti.
Presto, però le popolazioni urbane videro il loro riferimento nei flagellanti, movimento formato da persone che si infergevano le punizioni corporali, come l'uso del cilicio, le frustate con il flagrum o il trasporto della croce, sul modello di Cristo.
Di questo movimento si iniziò a parlare dal 1260 e pare che fosse sorto a Perugia.
La gente iniziò a seguire i flagellanti perché credeva che la peste fosse una punizione di Dio.
Nel contempo, iniziarono ad aumentare le violenze.
Infatti, anche a causa di squilibri climatici, il raccolti andavano male.
Dovreste leggere la cronaca fatta da Thomas Walsingham, un cronista inglese dell'epoca che nella sua "Historia Anglicana" scrisse:
"La carestia che era cominciata il passato anno del mese di maggio, durò fino alla festa della Natività della Beata Maria in questo anno (1316). Discesero piogge autunnali così abbondanti che i frutti non poterono maturare. A stento poterono essere raccolti nel giorno della Natività di Santa Maria per l'eccessiva macerazione. Anche il pane che c'era non aveva nessuna virtù nutritiva, né sostanza, poiché i grani non avevano ricevuto il nutrimento dal calore del sole estivo; crebbe violenta la fame nel regno di Inghilterra, tanto che un quarto di sale e di frumento prima della festa della Natività di San Giovanni Battista era venduto per trenta soldi, e da quel giorno fino alla festa dell'Assunzione della Beata Vergine era cresciuto fino a 40 soldi. Alla fame dunque che ha invaso tutta la terra nella sua totalità è seguita la mortalità degli uomini e soprattutto dei poveri, tanto che a stento i vivi potevano seppellire i morti.".
La società andò in crisi ed i flagellanti inziarono ad avere il potere.
Essi, iniziarono a cercare un "capro espiatorio" e lo trovarono nei lebbrosi e negli ebrei.
I primi, però, iniziarono a calare proprio con la peste, tanto che i lebbrosari divennero lazzaretti.
Per i secondi, fu una vera tragedia.
Essi vennero cacciati dalle città, torturati ed arsi vivi.
Sugli ebrei gravava l'accusa di essere gli assasini di Cristo. A questa si aggiunsero altre accuse gravi, come quella di essere agenti del demonio, di impastare i loro pani azzimi con il sangue di bambini cristiani e di avvelenare i pozzi.
Nel 1349, a Strasburgo, un ebreo di nome Agimet venne accusato di avvelenare i pozzi e venne costretto ad una confessione, torturato orribilmente ed ucciso.
Ci furono violenze indicibili e la Chiesa fu impotente.
Anzi, la sua autorità fu messa a rischio dai flagellanti. Oltre a ciò, ci fu anche la "jacquerie", rivolte contadine contro i nobili che a loro volta reagivano in modo violento.
Verso il 1352, l'ondata di peste si spostò ad esti, verso Mosca, e si si spense.
La società europea fu ridotta di circa la metà, se non di più!
I nobili si impoverirono. Molti di loro divennero soldati mercenari che vivevano di guerra e di rapina. Tutto il sistema feudale andò in crisi.
I contadini, invece, ebbero terre libere ed iniziarono a coltivarle.
Si arricchirono e poterono vivere in modo più dignitoso.
Così si chiuse un'era, il Medioevo, e se ne aprì un'altra, l'Umanesimo, a cui seguirono il Rinascimento e la nascita di una nuova società.
Termino con una poesia che mi è venuta sul momento. E' dedicata a Giovanna, la figlia di re Edoardo III di Inghilterra, che morì di peste nel 1348.

A' GHJUVANNA

"Sono io la Morte e porto corona...
io son di tutti voi signora e padrona...
e così sono crudele, così forte sono e dura...
che non mi fermeranno le tue mura!"

Questu a sente ch'aghju...certu hè lu cantu...
da dintra et da fora di mia...
et cusì vene cù lu piantu et lu scantu...
et pè mia, Eduardu di Ngriterra chì socu rè, nuddu pria!

"Sono io la Morte e porto corona...
io son di tutti voi signora e padrona...
e davanti alla mia falce il capo tu dovrai chinare...
e dell'oscura Morte a passo andare!"

Priati òmini et fimmini...priati Sant'Anna...
ché matri fù di la Matri...
ché vinni la gran viddana...pè Ghjuvanna...
la mio figghia...pè mia priati...ché so' patri!

A lu figghiu vive...grande hè cusì lu Nfernu!

Cordiali saluti.




11 commenti:

  1. Gli Ebrei..capo espiatori di tutto..
    Ma non vi rendete conto che chi ha fatto e fa
    del male agli ebrei..poi casca su se stesso come
    un boomerang...
    Noi ebrei si che siamo sottoposti a dure prove
    forse dalla volonta divina..ma l'uomo approfitta
    e crea un clima di antisemitismo..dove abbiamo
    gia visto cosa a portato 70 anni fa..e mi auguro
    che la storia non si ripeta..perche pagherete
    anche voi il prezzo di questa vostra pazzia,,
    razzia, insensato odio..negazionismo e sopratutto antisemiismo

    Dova Cahan - Tel Aviv Israele

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    Risposte
    1. pazzia pura ne ebrei ne qualsiasi essere umano era demonio fu una malattia atroce pazzi ignoranti

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    2. L'antisemitismo è un abominio!
      Esso è incompatibile con la tradizione cristiana.

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  2. Concordo!
    Il passato non può essere cancellato ma il futuro può (anzi DEVE) essere cambiato!

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  3. condivido...bisogna fare si che il futuro non
    venga contaminato da queste eresie..che portano
    solamente a odio e danno..

    Dova Cahan

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  4. il diverso ,sempre responsabile di tutto.è sempre di moda l'ebreo,altre volte sono gruppi politici o sessuali.in questa immane tragedia almeno una cosa di positivo ci fu,cioè l'impotenza della chiesa di fronte a questa malattia.il suo potere fu messo in discussione,ma oggi in altre parti del mondo ,altri uomini vivono sotto il dominio del clero.

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  5. Non condivido la sua analisi.
    La laicità vera permette anche alla Chiesa di esprimersi.

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  6. avrei dovuto mettere dopo "il dominio del clero"vedi iran.la laicità non solo permette alla chiesa di esprimersi,ma lo rende possibile anche ad altri gruppi e religioni di farlo.spesso però le religioni o meglio ,i suoi rappresentanti si sono opposti fermamente al laicismo e al libero pensiero.questi ultimi hanno dovuto lottare non poco per farsi spazio,e sono spesso minacciati e repressi,come appunto in iran.ciao

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  7. Noi non viviamo in Iran, grazie a Dio!
    Il laicismo non ha nulla a che fare con la laicità.
    La laicità è una cosa positiva mentre il laicismo no.

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Ringrazio un caro amico di questa foto.