The Liberty Bell of Italy, una voce per chi difende la libertà...dalla politica alla cultura...come i nostri amici americani, i quali ebbero occasione di udire la celebre campana di Philadelphia nel 1776, quando fu letta la celeberrima Dichiarazione di Indipendenza. Questa è una voce per chi crede nei migliori valori della nostra cultura.
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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino
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martedì 14 ottobre 2014
Il bluff dell'articolo 18
Cari amici ed amiche,
leggete l'articolo scritto su "Panorama" da Maurizio Tortorella e che è intitolato "Sarà soltanto l'ennesimo bluff della riforma. Articolo 18, sono italiane le sentenze più pazze del mondo".
Il "Job's Act" caldeggiato dal premier Matteo Renzi è un bluff.
Esso è una riforma vuota, poiché manca la riforma dell'articolo 18.
Renzi si è piegato alle pretese della sinistra del Partito Democratico e della CGIL e tutto il marasma resta.
Intanto, però, secondo il professore Roberto Pessi (docente della LUISS di Roma) su 39.405 licenziamenti che ci sono stati a partire dal luglio del 2012 (con l'entrata in vigore della contestatissima "Legge Fornero") il 98% è stato per motivi disciplinari.
Il restante 2% è stato ingiustificato.
Secondo quanto calcolato dalla stessa CGIL, l'80-90% di questi licenziamenti avvenuti per motivi disciplinari (in cui il lavoratore dipendente licenziato ha torto) vengono risolti con il reintegro imposto con sentenza di tribunale.
Ora, vi cito alcuno casi eclatanti.
A Melfi (Potenza) vi fu il caso più clamoroso nel 2013.
Il 7 luglio 2010 tre operai che lavoravano nello stabilimento della FIAT vennero licenziati per avere bloccato un carrello di materiali per uno sciopero non voluto dalla maggioranza dei dipendenti che lavoravano in quel reparto.
Su 159 dipendenti solo 51 avevano deciso di scioperare.
La cosa finì in tribunale e in primo grado si diede ragione alla FIAT.
Nel 2012, la Corte di Appello di Potenza aveva ribaltato la sentenza e dato ragione al sindacato FIOM CGIL, il sindacato a cui i tre operai erano iscritti.
La Corte di Cassazione aveva dato ragione a quella di Appello, dicendo che c'era stata un'immotivata "differenza di trattamento tra i tre licenziati e gli altri lavoratori che avevano scioperato in quella medesima zona e non sono stati destinatari di sanzioni disciplinari.".
Quindi, i tre operai licenziati vennero reintegrati.
Ora, la FIAT aveva ragione.
Quei tre operai licenziati non solo avevano deciso di scioperare (il che sarebbe stato nei loro diritti) ma aveva cercato di bloccare anche coloro che avevano deciso di non scioperare e che erano la maggioranza.
Questo era inaccettabile.
Uno di questi tre, oggi, è un senatore di Sinistra Ecologia Libertà, il partito di Nichi Vendola
Infatti, essere con i sindacati significa anche avere la corsia preferenziale per entrare in politica.
Così, l'Italia si strozza.
Cordiali saluti.
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Il peggio della politica continua ad essere presente
Ringrazio un caro amico di questa foto.
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