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giovedì 23 ottobre 2014

USA, chi non celebra le nozze gay rischia la galera?

Cari amici ed amiche,

"Leggete l'articolo scritto dal professor Massimo Introvigne sul giornale "La Nuova Bussola Quotidiana" che è intitolato "Usa: un messaggio ai sacerdoti :Celebra le "nozze" gay o vai in galera".".
Il 13 maggio 2014 la Corte d’Appello Federale per il Nono Circuito ha ordinato allo Stato dell’Idaho di cominciare a celebrare "matrimoni" fra persone dello stesso sesso il 15 ottobre di quest’anno, in una delle tante decisioni in cui i giudici calpestano in nome dei diritti degli omosessuali la volontà delle autorità statali elette dai cittadini e degli stessi elettori che si sono espressi in senso contrario mediante referendum. Il 15 ottobre nell’Idaho gli omosessuali hanno cominciato a "sposarsi": s’intende, in municipio. Ma bastava leggere le pubblicazioni LGBT per sapere che, vinta la battaglia con lo Stato, la loro lobby e i loro avvocati si preparavano a combattere quella successiva, con le Chiese e comunità religiose, per obbligare preti e pastori a "sposarli".
Quanto sta accadendo è davvero folle ed è estraneo anche alla tradizione liberale.
Nella vera tradizione liberale, lo Stato riconosce alla Chiesa la propria libertà ed autonomia.
Ora, se lo Stato inizia ad imporre alla Chiesa di sposare le coppie gay si va contro questo principio.
Era assai più liberale l'Inghilterra del Medio Evo.
Il primo articolo della "Magna Charta Libertatum" recita:

"In primis concessisse Deo et hac presenti carta nostra confirmasse, pro nobis et heredibus nostris in perpetuum quod Anglicana ecclesia libera sit, et habeat jura sua integra, et libertates suas illesas; et ita volumus observari; quod apparet ex eo quod libertatem electionum, que maxima et magis necessaria reputatur Ecclesie Anglicane, mera et spontanea voluntate, ante discordiam inter nos et barones nostros motam, concessimus et carta nostra [illa carta data 21É novembris anno Domini 1214; confirmatio papae Innocentii tertii 30É martii anno Domini 1215] confirmavimus, et eam obtinuimus a domino papa Innocentio tercio confirmari; quam et nos observabimus et ab heredibus nostris in perpetuum bona fide volumus observari. Concessimus eciam omnibus liberis hominibus regni nostri, pro nobis et heredibus nostri in perpetuum, omnes libertates subscriptas, habendas et tenendas eis et heredibus suis, de nobis et heredibus nostris".

Questo articolo garantiva le libertà della Chiesa d'Inghilterra, che all'epoca (1215) era in comunione con Roma.
La tradizione liberale (quella vera) si fonda su codesto principio. 
In realtà, noi stiamo andando verso una dittatura del relativismo LGBT.
Non si possono dire certe cose perché "si offendono gli omosessuali".
Non si può dire di essere contro i matrimoni gay perché "si è omofobi e si discriminano le coppie omosessuali".
Si vogliono abolire dalla terminologia corrente i vocaboli come "marito" e "moglie" e"padre" e "madre", per "non discriminare i gay".
Ora, si vuole imporre alle istituzioni religiose di celebrare i matrimoni omosessuali.
Così, si distrugge la famiglia, mettendo in pratica quello che scrissero Karl Marx e Friedrich Engels sulla famiglia.
Quei personaggi che ho citato, per esempio, ritenevano che la famiglia fosse portatrice di schiavitù della donna. 
Questo non è liberalismo.
Questa è una dittatura.
Cordiali saluti. 


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