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giovedì 9 ottobre 2014

Aborto, l'obiezione di coscienza è un diritto!



Cari amici ed amiche,

l'amico Samuele Maniscalco mi ha mandato questa newsletter di "Generazione Voglio Vivere":
"Caro Antonio Gabriele,


ancora una volta dobbiamo constatare come l'obiezione di coscienza non sia tollerata nei nostri ospedali. Chi difende la vita e la salute delle donne rischia seriamente di perdere il proprio lavoro!

L’ultimo episodio è accaduto all’ospedale di Voghera negli scorsi giorni, dove un’infermiera è finita al centro delle cronache per aver cercato di convincere due giovani donne a non farsi prescrivere e assumere la pillola del giorno dopo.

Attendendo ulteriori chiarimenti sull’accaduto, il dato certo è che l’infermiera è stata costretta a dare le dimissioni a causa delle pressioni della stampa; le minacce di azioni civili, penali e disciplinari da parte dell’ospedale hanno poi ulteriormente contribuito alla decisione.

Il caso di Voghera riapre prepotentemente il dibattito sull’obiezione di coscienza in Italia, che, come ci ricorda Filippo Boscia, presidente dell’Associazione medici cattolici (Amci), si tenta di mettere a tacere attraverso “lo spauracchio di procedimenti sanzionatori”.

Spostando la nostra attenzione alla strategia complessiva, non possiamo fare a meno di denunciare come le radici di questo caso affondino nella modifica del bugiardino della pillola in questione. Abortiva fino a qualche mese fa e ora “solamente” contraccettiva.

Se l'AIFA - al cui direttore avevamo inviato una petizione a tal proposito - non avesse negato l’effetto abortivo della pillola, questa coraggiosa infermiera oggi non si troverebbe senza lavoro e continuerebbe a svolgere professionalmente il suo incarico!

Se dunque non vogliamo che le parole dell’articolo 3 del codice deontologico dell’infermiere:



“La responsabilità dell'infermiere consiste nell’assistere e nel curare una persona”



e l’art. 38:


“l’infermiere non attua e non partecipa a interventi finalizzati a provocare la morte, anche se la richiesta proviene dall'assistito”




oltre che il diritto, per ora garantito, dell’obiezione di coscienza, non diventino parole senza significato, dobbiamo denunciare l'attuale clima di persecuzione!

Non abbassiamo dunque la guardia e teniamo desta l’attenzione e l’impegno a favore dell’obiezione di coscienza dei medici e degli infermieri!

Difendiamo insieme la Vita e l’obiezione di coscienza!








Grazie!!!





Samuele Maniscalco
Responsabile Campagna Generazione Voglio Vivere
". 

Io sono d'accordo.
Oggi, spesso e volentieri, gli infermieri ed i medici che vogliono fare obiezione di coscienza contro l'aborto o contro l'eutanasia rischiano di perdere il posto di lavoro.
Quindi, un medico o un infermiere che si rifiuta di praticare un aborto, perché contrario ad esso, rischia di perdere il posto all'ospedale.
Questo è un fatto gravissimo.
Abortire significa stroncare una vita che sta per nascere.
Praticare l'eutanasia significa sopprimere una vita.
Anche il medico (o l'infermiere) che dovrebbe praticarla avrebbe tutto il diritto di riflettere su ciò.
Quindi, sia difeso il diritto di praticare l'obiezione di coscienza.
Cordiali saluti.

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