Cari amici ed amiche.
L'amico Giovanni Covino (SEFT) mi ha fatto leggere questo testo su Maria Goretti:
"Come tutti sanno, questa vergine inerme dovette sostenere un’asprissima
lotta: improvvisamente contro di lei si scatenò una torbida e cieca
bufera, che cercò di macchiare e violare il suo angelico candore.
Impegnata in tanta battaglia avrebbe potuto ripetere al redentore divino
le parole dell’aureo libro dell’Imitazione di Cristo: «Se sarò tentata
e tormentata da molte tribolazioni, non temerò finché sarà con me la
tua grazia. Essa é la mia forza; essa mi dona consiglio e aiuto. E più
forte di tutti i nemici».
Così sostenuta dalla grazia divina, a
cui corrispondeva generosamente, donò la sua vita, ma non perse la
gloria della verginità.
In questa vita di umile fanciulla, che
brevemente abbiamo tratteggiato, possiamo ammirare non solo uno
spettacolo degno del cielo, ma ancora degno di essere considerato e
ammirato in questo nostro secolo. Imparino i padri e le madri come
bisogna educare rettamente, santamente e fortemente i figli affidati
loro da Dio e come bisogna conformarli ai precetti della religione
cattolica, in modo che, quando la loro virtù si troverà in pericolo,
possano, con l’aiuto della grazia, uscirne vittoriosi, integri, incontaminati.
Impari
la spensierata fanciullezza, la balda giovinezza a non tendere
miseramente ai fugaci piaceri del senso, non agli affascinanti
allettamenti dei vizi, ma piuttosto impari ad aspirare, anche tra le
difficoltà, a quella
cristiana perfezione che tutti possiamo
raggiungere con la volontà decisa, sostenuta dalla grazia
soprannaturale, con lo sforzo, la preghiera. Non tutti certamente siamo
chiamati a subire il martirio, ma tutti siamo chiamati a raggiungere
la virtù cristiana. La virtù richiede forza, ché, se non arriva al
grado eroico di questa fanciulla, non di meno richiede un’attenzione
diuturna, diligente da non tralasciarsi mai fino alla fine della vita.
Perciò piò chiamarsi quasi un lento e continuato martirio, a consumare
il quale ci ammonisce la divina parola di Gesù Cristo: «Il regno dei
cieli soffre violenza e i violenti se ne impadroniscono» (Mt 11, 12).
A
questo, dunque, tendiamo tutti, sostenuti dalla celeste grazia: a
questo ci inviti la santa vergine e martire Maria Goretti. Dal cielo,
dove gode una beatitudine eterna, ottenga dal divin redentore con le
sue preghiere che tutti noi, secondo la nostra condizione, seguiamo il
suo luminoso esempio con volontà forte e la condotta coerente.
Nacque
a Corinaldo (Ancona) il 16 ottobre 1890, figlia dei contadini Luigi
Goretti e Assunta Carlini, Maria era la seconda di sei figli. I Goretti
si trasferirono presto nell'Agro Pontino. Nel 1900 suo padre morì, la
madre dovette iniziare a lavorare e lasciò a Maria l'incarico di badare
alla casa e ai suoi fratelli. A undici anni Maria fece la Prima
Comunione e maturò il proposito di morire prima di commettere dei
peccati. Alessandro Serenelli, un giovane di 18 anni, s' innamorò di
Maria. Il 5 luglio del 1902 la aggredì e tentò di violentarla. Alle sue
resistenze la uccise accoltellandola.Maria morì dopo un'operazione, il
giorno successivo, e prima di spirare perdonò Serenelli. L'assassino
fu condannato a 30 anni di prigione. Si pentì e si convertì solo dopo
aver sognato Maria che gli diceva avrebbe raggiunto il Paradiso. Quando
fu scarcerato dopo 27 anni chiese perdono alla madre di Maria. Maria
Goretti fu proclamata santa nel 1950 da Pio XII.
Martirologio Romano: Santa
Maria Goretti, vergine e martire, che trascorse una difficile
fanciullezza, aiutando la madre nelle faccende domestiche; assidua nella
preghiera, a dodici anni, per difendere la sua castità da un
aggressore, fu uccisa a colpi di pugnale vicino a Nettuno nel Lazio.
Consiglio la lettura di uno scritto del filosofo Cornelio Fabro Maria Goretti - Consapevole dell'innocenza: http://www.corneliofabro.org/documento.asp?ID=366. ".
Personalmente, ammiro una figura come Maria Goretti e, mi sia permessa l'espressione, un po' la invidio.
Il 5 luglio 1902, ella fu uccisa da Alessandro Serenelli, un ragazzo di 18 anni che era innamorato di lei e che fu respinto.
Lui tentò di possederla con forza ma lei gli si oppose.
Eppure, Maria non provò rancore verso il suo assassino e lo perdonò.
A questo punto, sorge una domanda:
Chi dei due sperimentò veramente la morte?
Maria fu uccisa ma nel suo cuore restò il candore.
In realtà, fu Alessandro a sperimentare realmente la morte.
Ogni azione malvagia è un'azione di morte.
Alessandro sperimentò la morte ma quel gesto di perdono da parte di Maria lo salvò.
Forse, anche noi dovremmo prendere Maria come modello.
Noi, infatti, proviamo rancori anche verso chi ci fa un piccolo dispetto.
Ogni rancore provato rappresenta una potenziale volontà di rispondere al male con altro male.
Dal male, però, può nascere solo male...a meno che a cambiare non sia la persona stessa.
In tal caso, può esserci la speranza.
Maria deve essere d'esempio per tutti noi...me compreso.
Cordiali saluti.
The Liberty Bell of Italy, una voce per chi difende la libertà...dalla politica alla cultura...come i nostri amici americani, i quali ebbero occasione di udire la celebre campana di Philadelphia nel 1776, quando fu letta la celeberrima Dichiarazione di Indipendenza. Questa è una voce per chi crede nei migliori valori della nostra cultura.
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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino
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Il peggio della politica continua ad essere presente
Ringrazio un caro amico di questa foto.
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